proprietà (proprietate; proprietade; propietà)
Il termine (dal latino scolastico proprietas) indica la " qualità propria e sostanziale " che qualifica l'essenza di una realtà e ne determina la natura per cui si distingue da tutte le altre. Riferito a persona, in Vn VIII 10 18 Più non voi discovrir qual donna sia / che per le propietà sue canosciute, " non voglio stare a spiegare qual donna fosse la morta più che non l'abbia già fatto enumerando i suoi pregi ben noti " (Barbi-Maggini).
In Cv II XIII e XIV è istituita un'ampia comparazione (XIII 7) fra i cieli e le scienze con l'intento di mostrare le similitudini (§ 2), cioè le corrispondenze esistenti fra le qualità specifiche o proprieta di degli uni e delle altre; per i primi sette cieli, corrispondenti alle arti del Trivio e del Quadrivio, il parallelo è condotto ricorrendo a formule sempre analoghe: lo cielo di Mercurio si può comparare a la Dialettica per due proprietadi (§ 11); queste due proprietadi sono ne la Dialettica (§ 12); e così pure al § 9 (dove, però, l'integrazione per due proprietadi, proposta dalla '21, è accolta con qualche dubbio dal Busnelli [v. 194 n. 4] e rifiutata dalla Simonelli), 10, 11 (seconda occorrenza), 13, 14, 15, 16, 19, 20, 23, 25, 28 e 29, XIV 1 e 13.
In un caso indica la proprietas locutionum (cfr. ad es. Tommaso Sum. theol. I 39 4c), cioè la specificità dei significati in rapporto alle cose da essi designati: Cv I X 13 [in] questo comento... si vedrà... le proprietadi de le... co[stru]zioni [del volgare] e le soavi orazioni che di lui si fanno.
Vale " pertinenza personale ", " utile privato ", in Rime XCI 60 s'io procaccio di valere, / non penso tanto a mia proprietate / quanto a colei che m'ha in sua podestate.
In Cv III V 12, nella traduzione del titolo di un'opera di Alberto Magno: Alberto de la Magna nel libro de la Natura de' luoghi e de le proprietadi de li elementi (dove due opere distinte - il De Natura locorum e il De Causis et proprietatibus elementorum - sono considerate come una sola, forse perché note in una tradizione manoscritta che unificava i due testi).