proptosi
Protrusione anomala del bulbo oculare causata da alterazioni localizzate nello spazio retrobulbare o, meno frequentemente, da un’orbita poco profonda. Può essere di origine traumatica o insorgere secondariamente a processi infiammatori cronici, a malformazioni vascolari o a tumori a localizzazione orbitaria o aventi origine endobulbare e successivamente invadenti l’orbita.
La p. assiale è determinata da lesioni, occupanti spazio, localizzate all’interno del cono muscolare, come l’emangioma cavernoso e le neoplasie del nervo ottico, o l’oftalmopatia tiroidea. Lesioni situate all’esterno del cono muscolare danno luogo a una p. eccentrica, la cui direzione è determinata dalla sede della lesione: può essere monolaterale o bilaterale, simmetrica o asimmetrica. Viene quantificata in valori millimetrici per mezzo di strumenti quali l’esoftalmometro di Hertel o di Clarke. Letture superiori a 20 mm sono indicative di p., mentre una differenza di 2 mm fra i due occhi è sospetta a prescindere dal valore assoluto. La p. viene classificata in lieve (21÷23 mm), moderata (24÷27 mm) e grave (28 mm o più).
Occorre distinguere la p. da certe situazioni che ne possono simulare l’esistenza (pseudo-p.). Queste sono rappresentate dalla miopia, dal lagoftalmo (incompleta chiusura delle palpebre) e da tutti quei casi in cui vi è una retrazione cicatriziale delle palpebre, secondaria a ustioni, causticazioni o ferite lacero-contuse di una certa gravità. Le p. gravi possono compromettere la chiusura delle palpebre con il conseguente sviluppo di una cheratopatia da esposizione e di ulcerazioni corneali.
Sono indicati lubrificanti topici per il trattamento dell’esposizione e della secchezza corneale. Gli steroidi per via sistemica possono essere utilizzati durante la fase congestizia nelle forme rapidamente progressive e dolorose, in mancanza di controindicazioni sistemiche. La radioterapia è una possibile alternativa, quando la somministrazione di steroidi è controindicata o inefficace. La decompressione chirurgica, che spesso viene eseguita per via endoscopica, può essere presa in considerazione sia come trattamento di prima scelta sia quando le metodiche non invasive si siano rivelate inefficaci, come per le p. esteticamente inaccettabili nella fase quiescente.