prospect theory
Approccio alle decisioni in condizioni di incertezza proposto alla fine degli anni 1970 da D. Kahneman (➔) e A. Tversky per dare una spiegazione razionale ad alcuni dilemmi e paradossi posti dalla teoria dell’utilità attesa sviluppata da J. von Neumann e O. Morgenstern (➔ von Neumann–Morgenstern, funzione di utilità di) negli anni 1940.
La p. t. non rifiuta completamente l’approccio dell’utilità attesa, ma la considera come una solida base da integrare, con opportune modifiche, per tenere conto di quegli aspetti emotivi e psicologici che producono le contraddizioni sopra menzionate. I punti chiave della p. t. sono 3. In primo luogo l’introduzione in ogni problema di un valore monetario di riferimento per il risultato (una sorta di zero), a partire dal quale si definiscono per differenza guadagni (se il risultato è migliore del riferimento) e perdite (nel caso contrario). In secondo luogo la sostituzione della classica funzione di utilità della ricchezza uniformemente concava con una funzione valore (dei guadagni e delle perdite) convessa a sinistra e concava a destra dello zero, ma asimmetrica, per riflettere un atteggiamento di avversione alle perdite superiore al gradimento per i guadagni. In terzo luogo la massimizzazione del valore medio della funzione valore, calcolato utilizzando per la ponderazione non una distribuzione realistica della probabilità di guadagni e perdite, ma una sua opportuna trasformata che rispecchi l’ipersensibilità del decisore a situazioni di probabilità molto bassa. Si tratta dunque di un approccio in cui, pur conservando l’idea razionale della massimizzazione del valore medio di una funzione che assomiglia a una utilità, si riesce a tenere conto di aspetti psicologici ed emotivi aggiuntivi rispetto a quello della mera avversione al rischio che caratterizza l’impostazione classica.
Con queste innovazioni, la teoria è in grado di dare spiegazioni a comportamenti che altrimenti (nella cornice della teoria classica) si sarebbe costretti a considerare come paradossali e irrazionali (➔ utilità, paradossi della). L’esempio più significativo concerne la propensione di uno stesso soggetto a comportamenti simultanei di avversione al rischio nei confronti di una situazione e di propensione al rischio nei riguardi di un’altra. È questo il caso, molto diffuso nella realtà quotidiana, di soggetti che acquistano biglietti di lotterie a valore atteso negativo (rivelando propensione al rischio) e contemporaneamente acquistano assicurazioni contro eventi dannosi, pagando premi superiori al valore atteso del danno (rivelando avversione al rischio). Un ruolo decisivo ha qui la sopravvalutazione delle probabilità molto piccole di grandi guadagni che caratterizza le lotterie. Si tratta di una sopravvalutazione modesta in senso assoluto, ma relativamente molto forte (per es., il passaggio da una probabilità reale di un milionesimo a una percepita di due milionesimi), indotta dalla condizione psicologica di fortissimo desiderio di poter realizzare un guadagno in grado di modificare radicalmente la propria vita.