MONTECCHI, Prospero
MONTECCHI, Prospero. – Nacque a Reggio nell’Emilia il 6 agosto 1863 da Stanislao, domestico, e da Maria Iori, cucitrice, ambedue provenienti dai dintorni della città.
Benché costretti a sostentare in gravi ristrettezze una prole numerosa, i genitori assicurarono al ragazzo l’istruzione primaria e inoltre lo avviarono allo studio della musica. Riuscì poi a superare – grazie a ottime prove attitudinali – l’esame di ammissione al liceo musicale di Bologna, frequentando, quale allievo prediletto, le lezioni di violoncello di Francesco Serato dal 1877 al 1882, anno in cui si diplomò a pieni voti con lode. Poco prima di conseguire il titolo accademico ottenne nella città natale un importante incarico, assai lusinghiero per un diciottenne e soprattutto confacente alle sue emergenti abilità didattiche. Il 27 marzo 1882, infatti, fu nominato – a voti unanimi del Consiglio comunale di Reggio – professore di violoncello e contrabbasso nella locale scuola civica di musica, nella quale si distinse per l’efficacia dell’insegnamento.
Dopo solo un anno di servizio, tuttavia, diede le dimissioni ed espatriò in cerca di maggior fortuna, forse perché insofferente del ristretto ambiente municipale o, più verosimilmente, per dar corso alle proprie aspirazioni concertistiche. Nel triennio 1884-86 abitò a Nizza dove fu solista, membro del quartetto Reine du Würtemberg e primo violoncello del Théâtre municipal, ricusando nel 1885 una docenza offertagli dal liceo musicale di Torino (Recupito, 1933). Nel 1887 raggiunse la Bretagna per approdare a Rennes, dove si stabilì per 18 anni. Le ragioni che lo indussero a una residenza così prolungata non erano affatto secondarie. Innanzitutto, aveva accettato un compito d’eccellenza: insegnare violoncello nella locale École de musique, succursale dal 1884 del Conservatoire national de musique et de déclamation di Parigi. Inoltre, giudicò Rennes una località comoda e ben servita per raggiungere le numerose città francesi e inglesi che ospitarono i suoi concerti. Infine, si era fidanzato con una giovane del luogo, tale Jeanne Emilie Grenier, che sposò il 14 aprile 1888 e che il 30 settembre 1890 lo rese padre di Hilda, figlia adorata, sempre partecipe delle sue vicende umane e artistiche. Ammirato per il talento musicale, la bonomia del carattere e il sensibile sostegno a opere cattoliche di beneficenza, nel 1902 ricevette dal ministro francese dell’Istruzione pubblica e delle belle arti il titolo di Officier d’Académie.
Sebbene applaudito dal mondo artistico e dai quotidiani francesi, Montecchi non abbandonava tuttavia il progetto di ritornare in Italia e di far valere i propri meriti anche nella terra d’origine.
Nel 1899, per esempio, vagheggiava di partecipare al concorso per la cattedra di violoncello dell’Istituto musicale di Firenze e in quel frangente manifestò le sue aspettative al letterato reggiano Naborre Campanini : «Le assicuro che ci vuole il mio carattere per aver resistito dodici anni a vivere in questa città della Brettagna, dove niente concorda col carattere e col gusto italiano. Sono stanco, ma stanchissimo di stare all’estero. Desidero finire i miei giorni in Italia. Preferisco guadagnar meno e farmi adesso una posizione in Italia. Che mi sia impossibile riescire di avere una posizione nel mio paese? Non voglio crederlo, e confido ancora in questa speranza.» (Reggio nell’Emilia, Biblioteca municipale, Mss. reggiani, E.187/27: lettera a Campanini, Rennes, 15 dic. 1899). Nell’aprile del 1901 ebbe prova dell’ammirazione che sapeva suscitare anche nel pubblico e nei giornali italiani, allorché rientrò in patria per una trionfale seppur breve tournée che lo vide esibirsi, con Antonio Guarnieri al pianoforte, a Roma (teatro Argentina), Milano (conservatorio di musica e teatro alla Scala), Parma (teatro Regio), Reggio (teatro Municipale) e Bologna (liceo musicale).
L’occasione propizia per il rientro risolutivo giunse nel novembre 1905, allorché venne eletto «per chiara fama» (e quindi fuori concorso) docente di violoncello nel liceo civico musicale B. Marcello di Venezia. Salutato con rimpianto dalla cittadinanza e dalla stampa di Rennes, tenne un concerto di congedo nel quale fu accompagnato al pianoforte dalla figlia, giovanissima ma già valente musicista. Nella città lagunare si dedicò con rinnovato vigore alla nuova mansione, assommando l’attività didattica a quella concertistica e divenendo un esponente di spicco dell’ambiente musicale marciano. Nel primo semestre del 1906 eseguì memorabili concerti a Ca’ Pisani, al Politeama Ariosto di Reggio (con Hilda al pianoforte) nonché al teatro Comunale di Bologna. Intanto iniziava a formare una schiera di allievi da annoverarsi tra i maggiori violoncellisti del Novecento italiano (Riccardo Malipiero senior, Enzo Martinenghi, Gilberto Crepax, Edoardo Guarnieri, Luigi Silvestri, Aldo Pais, franco Rossi e altri ancora). In seguito entrò a far parte del Trio veneziano, insieme con due importanti colleghi del B. Marcello: il violinista Francesco Guarnieri e il pianista Gino Tagliapietra, che instaurò con Montecchi un legame non solo professionale ma anche di parentela acquisita, perché il 21 agosto 1913 sposò Hilda, sua allieva di pianoforte dal 1907 al 1911.
Ritiratosi dall’insegnamento al termine dell’anno accademico 1932-33, Montecchi morì a Venezia il 25 dicembre 1947.
Nella stessa città morirono anche Tagliapietra (8 agosto 1954) e l’ultracentenaria Hilda (30 ottobre 1995), attenta testimone di quasi un secolo di vita musicale veneziana. Dotato di una tecnica impareggiabile, di un’intonazione perfetta, di una nobile cavata e di una profonda finezza interpretativa, Montecchi era solito eseguire un repertorio eclettico che coniugava composizioni originali per violoncello e pagine trascritte, spaziando dai grandi autori del tardo barocco (in particolare Bach, Marcello e Locatelli) a quelli del secondo Ottocento francese (Saint-Saëns, Widor, Böelmann), e alcuni minori di condotta prevalentemente virtuosistica (Davidov, Popper, Papini, Neruda).
Fonti e Bibl.: Reggio nell’Emilia, Arch. comunale, Stato civile, Registri degli atti di nascita, a. 1863, n. 1225 (atto di nascita); Ibid., Arch. vescovile, Dispense matrimoniali, a. 1888, I semestre, atto n. 181 (certificato di stato libero); Rennes, Hôtel de Ville, Relevés d’actes d’Etat-Civil, Mariages, a. 1888 (atto di matrimonio); ibid., Naissances, a. 1890 (atto di nascita della figlia); Atti del Consiglio comunale di Reggio nell’Emilia 1881-1882, Reggio nell’Emilia 1882, p. 267; Cronique, in Le Paramé, I (1894), 8, p. 1; Un cittadino che si fa onore, in Corriere reggiano, 4-5 maggio 1895, p. 3; Concert à signaler, in Le Paramé, II (1895), 21, p. 1; Rennes, in Annuaire des artistes et de l’enseignement dramatique et musical, X, Parigi 1896, p. 489; Concerti [a Parma e a Reggio Emilia], in L’Italia centrale, XXXIX (1901), nn. 104-107, pp. 2 s.; De Rennes, in Le Monde artiste illustré, XLI (1901), 52, p. 832; De Rennes, in Le Ménestrel, LXVIII (1902), 51, p. 407; Rennes, in Le Monde artiste illustré, XLIV (1904), 14, p. 217; Le festival Paul Vidal, in Le Ménestrel, LXXI (1905), 11, p. 407; Il Maestro M., in L’Italia centrale, XLIII (1905), 328, p. 3; Concittadino che si fa onore, ibid., 340, p. 3; Il successo del violoncellista M. al liceo musicale di Venezia, ibid., XLIV (1906), 52, p. 3; Concerto M. al Politeama Ariosto, ibid., 89, p. 3; Il concerto M., ibid., 92, p. 3; Il violoncellista M. all’Accademia Veneziana, in Giornale di Reggio, 11 febbr. 1923, p. 2; M.V. Recupito, Artisti e musicisti moderni, Milano 1933, p. 174; Il conservatorio di musica B. Marcello di Venezia (1876 - 1976), a cura di P. Verardo, Venezia 1977, ad ind.; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, p. 330.