prostitutivo
agg. Finalizzato alla prostituzione; relativo alla prostituzione.
• Gli atti sessuali «coinvolgono tutti gli astanti» e siccome balletti, toccamenti e altro sono «stati ricompensati» da Berlusconi, e hanno incassato sia Ruby, sia altre decine di show girl ed escort, è evidente, sottolinea ancora il procuratore [Pietro Forno], «una connotazione di tipo prostitutivo». (Piero Colaprico, Repubblica, 30 giugno 2011, p. 14, Politica) • in bocca al pm napoletano Ilda Boccassini, lo spagnolismo del dialetto, evocando l’abborracciare qualcosa fatto male e frettolosamente, dà corpo all’«interferenza di Berlusconi sulla Questura di Milano», che il pm nutre di interrogatori-documenti-intercettazioni-bonifici per concludere, con un lapsus, «condanno Silvio Berlusconi... chiedo la condanna»: per le telefonate in Questura del 27 maggio 2010, notte in cui vi finisce la minorenne Ruby, ospite di 7 notti del «sistema prostitutivo organizzato ad Arcore da Fede-Mora-Minetti per il soddisfacimento del piacere sessuale del premier», (Luigi Ferrarella, Corriere della sera, 14 maggio 2013, p. 2, Primo Piano) • «Ritiene il Tribunale ‒ si leggeva ancora nelle motivazioni ‒ che la valutazione unitaria del materiale probatorio illustrato evidenzi lo stabile inserimento della ragazza nel collaudato sistema prostitutivo di Arcore ove giovani donne, alcune delle quali prostitute professioniste, compivano atti sessuali in plurimi contesti». (V. B., Giornale d’Italia, 3 gennaio 2014, p. 2, Attualità).
- Derivato dal v. tr. prostituire con l’aggiunta del suffisso -ivo.
- Già attestato nella Stampa del 14 luglio 1996, p. 37, Novara (Carlo Bologna).