TNF (sigla dell’ingl. Tumor Necrosis Factor), proteina
Proteina appartenente alla famiglia di citochine, coinvolta nella stimolazione della risposta infiammatoria e nell’induzione di apoptosi.
Il TNF presenta due forme attive: l’mTNF, associato alle membrane, e l’sTNF, solubile, derivante da un taglio proteolitico. Il TNF è una proteina ligando, ossia esplica le sue azioni quando è legato a uno specifico recettore di membrana, appartenente alla famiglia dei TNFR (recettori del TNF). A seguito del legame con il TNF, il recettore si attiva e induce nella cellula un segnale a cascata, che termina a livello nucleare con la trascrizione di geni specifici coinvolti nella risposta al TNF. I recettori che legano il TNF sono di due tipi: il TNFR1, principale recettore dell’sTNF, e il TNFR2, recettore preferenziale dell’mTNF. La maggior parte dei tipi cellulari esprime in maniera costitutiva il TNFR1, mentre l’espressione del TNFR2 è altamente regolata ed è presente soprattutto nelle cellule del sistema immunitario.
Il TNF è prodotto principalmente dai macrofagi, ma anche da un’ampia varietà di altri tipi cellulari, quali cellule linfoidi, mastociti, cellule endoteliali, fibroblasti e cellule nervose. L’effetto del TNF sulle cellule che esprimono il suo recettore può essere estremamente variabile. La sua funzione principale è l’induzione di una risposta infiammatoria. A seguito di invasione da parte di patogeni intracellulari, il TNF viene rilasciato da macrofagi e monociti, inducendo a livello del sito di infezione l’espressione locale di citochine e chemochine, che promuovono adesione, estravasazione, attrazione e attivazione di leucociti. In aggiunta, il TNF è in grado di indurre la morte cellulare (apoptosi) delle cellule infettate da virus. Esso può anche intervenire nel processo di guarigione delle ferite, favorendo il rimodellamento tissutale.
Il TNF è bersaglio farmacologico di numerose terapie volte alla cura di malattie anche molto diverse tra loro. Vista la sua multifunzionalità, in alcune patologie è richiesta l’attivazione del TNF, in altre la sua inibizione. Nelle patologie autoimmuni, quali il morbo di Crohn e l’artrite reumatoide, il trattamento con anticorpi che bloccano il TNF risulta molto efficiente in quanto attenua l’attivazione del sistema immunitario. Nel cancro, invece, il trattamento locale con sTNF porta a una riduzione del tumore grazie a induzione di apoptosi e danno ai vasi sanguigni tumorali. La somministrazione sistemica di TNF risulta essere tossica, e ciò limita al momento la sua applicazione.