PROTESILAO (Πρωτεσίλαος)
Eroe tessalo dinasta di Phylake, figlio di Iphiklos o secondo altre tradizioni di Aktor e di Astioche. Ebbe culto eroico e oracolare così nella città di Phylake come in Elaious, nel Chersoneso Taurico, dove gli era stata eretta una tomba e un santuario di considerevole antichità che sappiamo essere stato devastato nella invasione dei Persiani.
Come in altri casi analoghi, è presumibile si tratti di un'antica divinità tessala, inserita in età posteriore nel mondo eroico dei poemi omerici. Nell'Iliade P. non appare che con una breve menzione nel Catalogo delle Navi (ii, 695-710), in cui è ricordata la sua gloriosa morte, primo degli Achei a sbarcare sul suolo di Troia, lasciando la giovane moglie in lutto nella casa desolata. In un breve accenno nei XV canto è poi descritta la battaglia e l'incendio della sua nave (419, 704). Un frammento di Esiodo (Cat., 36) lo elenca tra i pretendenti di Elena insieme con il fratello Podarges - una volta ancora la coppia degli Attorioni? - La morte dell'eroe per mano di Ettore veniva convenientemente sviluppata nelle Ciprie, mentre, presumibilmente, il tema dell'amor coniugale al di là della morte, appena accennato in Omero, doveva prender forma precisa, con tutti gli altri motivi romantici e magici dell'immagine di cera fatta ad immagine del morto dalla sposa inconsolabile e in certo modo sostituita a lui, del ritorno per un brevissimo periodo dall'Ade e del finale ricongiungimento nella morte, nel dramma di Euripide Protesilao.
Nei documenti più antichi P. è semplicemente uno dei più illustri tra gli eroi ellenici sotto Troia. Così nella pyxis corinzia di stile subgeometrico firmata da Chares (v.) P. figura su un cavallo che ha il nome di suo fratello, Podarges, accanto ad Achille, Patroclo, Nestore, Ettore, tutti egualmente schematici e senza la minima individualità. Così pure una coppa frammentaria del Pittore di Heidelberg da Perachora con una battaglia su un caduto, presso alcune navi figurerebbe, secondo l'ipotesi di M. Robertson, la morte di P. e la battaglia che venne ad essere ingaggiata sul suo cadavere. Polignoto l'aveva figurato nelle Lesche degli Cnidî seduto accanto ad Achille. E nel fregio di GyölbaŞi Trysa un guerriero caduto presso le navi è di consueto ritenuto Protesilao.
L'immagine ufficiale o almeno la più autorevole dell'eroe doveva essere quella colossale eretta su una base in forma di prora che esisteva ancora, corrosa dalle intemperie e dalle unzioni dei devoti nel santuario di Elaious (Phil., Her., ii, 1). E monete tarde di Elaious e di Tebe Ftiotide ci conservano un'immagine di guerriero a volte eretto su una prora, a volte in attacco dinanzi a una nave che deve essere identificato con Protesilao. Una statua opera di Deinomenes è ricordata da Plinio (Nat. hist., xxiv, 76), e questa si è proposto di riconoscere nella statua di guerriero in attacco del Metropolitan Museum, di cui una replica più incompleta da Cizico porta sulla base in declivio indicazione di onde marine. Deinomenes sembra ora ancorato nella prima metà del IV sec. a. C. e di conseguenza sarebbe piuttosto da mettere in relazione con la statua o una delle statue in panoplia di gusto classicistico o ellenistico che appaiono nelle monete anziché con il guerriero di New York ancora severo. Se quest'ultimo quindi deve raffigurare P. - L. Curtius proponeva invece di vedervi un eroe eponimo Kyzikos - si tratterà di un'anonima creazione anteriore. Le monete di Skione, città di cui l'eroe era considerato ktìstes, hanno restituito recentemente un'altra preziosa immagine dell'eroe, una superba testa con elmo corinzio sulla cui cresta è incisa la minuta iscrizione che rivela il nome, databile intorno al 480 a. C. È questa forse la più impressionante immagine di un eroe che si abbia in monete ancora arcaiche e verosimilmente presuppone una tradizione figurata o almeno un archetipo nella grande plastica, ancora anteriore alla statua del Metropolitan Museum.
Gli aspetti romantici e appassionati della storia di P. trovano invece la loro naturale trasposizione nel simbolismo funerario dei Romani. Due noti sarcofagi in S. Chiara di Napoli e nella Galleria dei Candelabri descrivono in modo involuto e allusivo la storia di P. e di Laodamia. In queste figurazioni P. ci appare in aspetto di guerriero attaccante e poi caduto nei suoi ritorni sia come ombra avvolta in un velo che nel suo normale aspetto di guerriero o di eroe.
Bibl.: Roscher, III, 2, 1902-7, c. 3155 ss., s. v. Protosileaos; K. Robert, Hermeneuthik, Berlino 1919, p. 177; G. M. A. Richter, in Am. Journ. Arch., XXXIII, 1929, p. 103; Ph. V. Hill, in Brit. Mus. Quarterly, I, 1926, p. 24; J. Babelon, in Rev. Numism., XIII, 1951, p. i ss.; Radke, in Pauly-Wissowa, XXIII, 1958, p. 932 ss.; F. Cumont, Symbolisme funéraire, Parigi 1942, p. 31; H. Payne, Perachora, II, Oxford 1962, n. 6348.