NIASSA, Protettorato del (Nyasaland Protectorate; A. T., 118-119)
Territorio dell'Africa australe, che si estende sulla costa occidentale del lago Niassa da cui prende il nome sino alla displuviale col fiume Luangwa per una larghezza massima di 160 km. e comprendente la zona rivierasca del suo emissario Shiré sino a 75 km. dalla sua confluenza con lo Zambesi per un'area complessiva di 103.482 kmq.
Sino dal 1878 gl'Inglesi, che già dai tempi di D. Livingstone avevano moltiplicate le loro stazioni missionatie nel paese, iniziarono un movimento di penetrazione economico-politica per opera di una società (African Lakes Company) la quale, col proposito di combattere lo schiavismo, era riuscita a estendere e assicurare sempre più l'influenza britannica sulla regione. Ciò contrastava con le aspirazioni e con le vedute del Portogallo, che riteneva quei paesi come compresi nel retroterra della sua colonia del Mozambico. Un primo accordo concluso il 20 agosto 1890 valse a definire i confini delle rispettive zone d'influenza, ma poiché esso pregiudicava le aspirazioni del Portogallo che tendevano a un possibile collegamento del Mozambico con l'Angola, non fu approvato dalle Cortes e destò vive rimostranze nel paese. Ciò non valse tuttavia a far desistere l'Inghilterra, che con un successivo accordo del 1891 estese anzi i proprî diritti. Così nel 1893 poté procedere all'organizzazione di quella parte più orientale dei territorî riconosciutile, cioè della valle dello Shiré e della costa occidentale del lago Niassa, costituendoli in un protettorato dell'Africa centrale (Central Africa Protectorate), cui il 4 settembre del 1907 sostituì il nome oggi adottato.
Il Nyasaland compreso tra il lago Niassa e l'Africa Orientale Portoghese (Mozambico) a est, il territorio del Tanganica a nord, la Rhodesia settentrionale e il Mozambico a ovest, è una regione di alte terre costituita di formazioni arcaiche graniti, gneiss, scisti cristallini che raggiungono la massima altitudine di 3000 m. col M. Mlanje nell'estremo sud del protettorato presso il confine del Mozambico, e col M. Nganda (2620 m.) nei rilievi che chiudono a nord-ovest il bacino del lago, il cui specchio è a 460 m. s. m. Il clima è caldo, come comporta la latitudine, compresa tra 9°30′ e 17°20′, e sufficientemente abbondanti le precipitazioni. In molti punti, specie della valle dello Shiré, domina la febbre malarica. Oltre lo specchio occidentale del lago Niassa e l'intera sua parte meridionale per circa 100 km. il protettorato è bagnato dai varî immissarî che vi affluiscono da ponente, e dal suo emissario Shiré, affluente di sinistra dello Zambesi. Le coltivazioni coloniali (caffè, tè, cotone principalmente) vanno gradatamente sostituendo la vegetazione spontanea. La popolazione del protettorato supera di poco un milione e mezzo di abitanti (1.609.915 nel 1932) onde la densità arriva a 15 abitanti per kmq. Gl'indigeni (v. appresso) ne costituiscono la grandissima maggioranza; gli Europei erano 1910 e gli Asiatici 1583. Capoluogo del protettorato è Zomba, posta sulle alture che chiudono a est la valle dello Shiré a circa 900 m. s. m.; ma il centro più notevole è Blantyre, a 50 km. a sud-ovest di Zomba e a 1067 m. s. m., con 6000 ab., di cui 666 bianchi. Altri centri notevoli sono Fort Johnston, nel fondo dell'insenatura più meridionale del lago, al punto da cui defluisce lo Shiré, e Fort Herald sullo Shiré medesimo, a 20 km. dal confine portoghese. Varî centri minori sorgono sulla costa occidentale del lago, fra i quali ricordiamo Livingstonia, a circa 10°40′ lat. S. ll protettorato ha un ristretto commercio, che si limita per le esportazioni ai prodotti delle coltivazioni coloniali già ricordate: complessivamente (nel 1932) círca 680.000 sterline (per due terzi tabacco). Le comunicazioni vi sono poco sviluppate. Una linea ferroviaria congiunge Blantyre con Port Herald da dove, penetrata nella colonia del Mozambico, raggiunge la costa dell'Oceano Indiano a Beira. La navigazione si svolge sul corso dello Shiré e una convenzione concede all'Inghilterra una stazione nel porto portoghese di Chinde alla foce dello Zambesi. L'amministrazione è affidata a un governatore, nominato dal re, col concorso di un Consiglio legislativo e di un Consiglio esecutivo da lui stesso nominato. I capi delle tribù mantengono i loro poteri sotto la vigilanza inglese.
Flora e vegetazione. - Larghi tratti del territorio sono coperti da foreste, ma queste hanno uno scarso valore economico perché la maggior parte dei tronchi hanno a m. 1,20 dal suolo un diametro assai modesto (12-36 cm.): legname da costruzione di maggiore diametro e valore si trova nei burroni umidi delle montagne e lungo le sponde dei fiumi. Il più importante è fornito dalla Widdringtonia Whytei o cipresso di Mlanje che ha un legno di grande durezza, immune dagli attacchi delle termiti, e si trova sulle più alte pendici dei monti Mlanje e non è stato ancora rinvenuto altrove nella regione. Due specie di Brachystegia, dette dagl'indigeni mombo e nkenga, provvedono ad essi fibre per tessuti di corteccia, e corde.
Viene largamente incoraggiata la piantagione di alberi, sia diffondendo la Widdringtonia, sia propagando diverse specie di Eucalyptus che costituiscono gli alberi esotici più importanti e più largamente adottati per il rimboschimento.
Fauna. - La fauna vivente nel protettorato è assai ricca; essa è essenzialmente composta da elementi dell'Africa orientale e centrale. Fra le Scimmie citeremo il Guereza dal folto pelo, varî cercopitechi; discreto è il numero dei Chirotteri. Gl'Insettivori annoverano varie specie fra le quali noteremo rappresentanti dei Macroscelidi, dei toporagni ecc. Fra i Carnivori varî gatti, viverre, manguste, sciacalli, mustele; fra i Rosicanti varî scoiattoli, ghiri, topi. Gli Ungulati sono rappresentati da numerose specie di antilopi, gazzelle, dalla giraffa, dall'okapia, dal rinoceronte bicorne, dalla zebra, dall'elefante africano. Straordinario è il numero degli Uccelli e fra questi notevoli i Trampolieri e i Palmipedi. Ben rappresentati sono i Rettili che contano numerosi sauri, ofidî, tartarughe, testuggini; ugualmente gli Anfibî e i Pesci d'acqua dolce. L'entomofauna è rappresentata assai riccamente, al pari di tutta la fauna degl'Invertebrati.
Etnologia. - La popolazione indigena appartiene al gruppo bantu: è ancora molto numerosa (1.400.000 ab.) essendo la conca del Niassa una delle regioni più densamente popolate dell'Africa tropicale, e divisa in un gran numero di tribù. La maggior parte di queste formano il nucleo fondamentale della popolazione antica del territorio, come ad es. (omettendo il prefisso nominale Wa o altro equivalente): i Konde, Wemba e Henga al nord, i Tumbuka, Tonga e Tewa nel centro, i Peta, Yao, Nyanja, Senga e Sena al sud, nella zona dello Shiré. Tali tribù hanno aspetto spiccatamente negro e una cultura con molti residui di elementi equatoriali e centro-africani (stoffe di scorza d'albero, intrecciatura, cicatrici ornamentali, disco labiale, assenza di circoncisione, case o granai su palafitte, ecc.) con altri di origine nord-orientale (mantice a otre per la fusione del ferro, tessitura del cotone ecc.). Sono tutti buoni agricoltori e lavoratori apprezzati anche per le fattorie coloniali: recentemente si è assai diffuso fra essi l'islamismo. Fra le genti anzidette si trovano i resti di alcune moderne invasioni di Bantu meridionali: i Ngoni o Angoni, di origine Zulu, e alcuni Makololo, resti di una tribù Beciuana, stabiliti nell'alto Shiré, i quali, benché in via di essere assorbiti dalle genti indigene, mostrano ancora spesso un tipo più fine e tracce della cultura pastorale-militare loro propria.