PROTOCOLLO
. Termine delle cancellerie medievali, in greco πρωτόκολλον, che indicava il "primo foglio incollato" di un rotolo, di un codice o di un documento. Passò quindi a indicare quanto vi stava scritto, e cioè le formule preliminari del documento: nome dell'autore e del destinatario di esso, e le circostanze che gli davano origine. Da questo significato fondamentale, che si conserva nella diplomatica, è facile vedere come derivino le varie accezioni oggi in uso.
Per metonimia, protocollo indica il documento stesso e ogni documento ufficiale; poi il registro in cui ordinatamente secondo la data sono registrati gli estremi che permettono d'identificare ogni atto inviato da un ufficio o ad esso pervenuto; e infine, poiché le cancellerie medievali avevano dei formularî in cui erano indicate gl'inizî dei varî documenti da emettere, con i titoli che si dovevano ai possibili destinatarî, le formule onorifiche, ecc., protocollo diplomatico o di cancelleria si disse e si dice quell'insieme di norme consuetudinarie o scritte che regola le forme della corrispondenza o il cerimoniale nei ricevimenti diplomatici.
Inoltre è un tipo particolare di atto internazionale che si differenzia dalla convenzione, dal trattato, dall'accordo, dall'atto addizionale, non in base a certi caratteri e formalità determinati in norme di diritto positive, bensì per taluni criterî seguiti dalla prassi diplomatica nella classificazione degli atti internazionali. Talvolta, e più comunemente, si dà il nome di protocollo al resoconto di discussioni ufficiali tra i plenipotenziarî di stati diversi nelle conferenze e nei congressi, ovvero si dà tale nome a quel documento diplomatico in cui si indicano soltanto per scritto i principali punti di particolare interesse sui quali l'accordo è stato raggiunto; altre volte il protocollo è equiparato alla convenzione: così, per citarne qualcuno tra i più recenti, il protocollo relativo alle clausole di arbitrato in materia commerciale stipulato a Ginevra il 24 settembre 1923 e già ratificato da molti stati; tal'altra serve a modificare norme esistenti di una determinata organizzazione, come quello del 5 ottobre 1921 relativo alla modificazione dell'art. 4 del patto della Società delle nazioni; serve anche a chiarire una convenzione internazionale in vigore, come il protocollo finale (25 luglio 1928) della conferenza di Parigi relativa allo statuto della zona di Tangeri firmato a Parigi il 18 dicembre 1923.