Pittore greco (seconda metà sec. 4º a. C.), nativo di Cauno nella Caria, contemporaneo e rivale di Apelle. Cominciò la sua carriera come decoratore di navi o, secondo alcuni, come pittore di scene in cui comparivano navi. Incontentabile e minuzioso nell'esecuzione dei suoi quadri, prediligeva rappresentare figure isolate; a Rodi lavorò per sette anni al ritratto dell'eroe locale Ialiso e lo rifece quattro volte. Si ricordano di lui un ritratto di Alessandro, raffigurato come Dioniso con Pan, l'eroe Tlepomeno e un satiro con flauto, dipinto a Rodi durante l'assedio di Demetrio Poliorcete, del cui padre, Antigono, P. avrebbe eseguito un ritratto, forse scultoreo, bronzeo. La sua opera più famosa, un satiro ἀναπαυόμενος ("in posizione di riposo"), fu a Rodi, poi a Roma, nel Tempio della Pace. Ad Atene dipinse Paralo e Ammoniàas, personificazioni delle due triremi sacre, e il ritratto della madre di Aristotele e quello del poeta Filisco. Eseguì anche statue bronzee di atleti e scrisse trattati sulla sua arte.