Protonotaro
Magistratura già esistente nella prima età normanna, preposta al controllo dei notai addetti alla redazione degli atti della cancelleria regia ‒ un Filippo Protonotaro è documentato nel 1142 (Caravale, 1966, p. 150) ‒, durante il regno di Federico muta sostanzialmente i suoi connotati istituzionali. Testimoniato soltanto per Pier della Vigna, imperialis aule prothonotarius et regni Siciliae logotheta (cf., per es., Acta Imperii inedita, I, p. 344), il titolo risulta sempre congiunto, nella denominazione e nell'identificazione, a quello di logoteta (v. Logotheta). In altri termini, più che una magistratura dotata di funzioni specifiche, protonotaro in epoca fridericiana sembra essere piuttosto un titolo onorifico appartenente all'ambito dei più stretti collaboratori del sovrano. Come per il logoteta, anche per il protonotaro il prestigio personale del soggetto ‒ Pier della Vigna, appunto ‒ e il suo rapporto privilegiato col sovrano sovrastano il ruolo dell'ufficio nel panorama istituzionale, fino a renderlo evanescente.
La magistratura tuttavia, anche in epoca fridericiana, aveva un profilo più strettamente istituzionale: uno statutum risalente probabilmente all'epoca di Manfredi, ma che riguarda l'assetto dell'ufficio di cancelleria per aliqua tempora, costituisce l'unica fonte documentaria in grado di fornire qualche informazione specifica. Secondo questa fonte, il protonotaro riceveva le petizioni dopo che esse erano state lette e approvate in cancelleria e dal logoteta; doveva quindi distribuirle ai notai suoi sottoposti affinché si redigesse la conseguente decisione, e poi doveva curare la parte burocratica relativa alla comunicazione delle decisioni a tutti gli organi competenti e interessati.
Ancora al protonotaro spettava il tradizionale ufficio di esaminare e creare i nuovi notai e di ricevere il giuramento da parte di tutti i giudici e i notai del Regno (ibid., pp. 739-740).
L'ufficio di protonotaro era destinato a diventare uno dei cardini dell'amministrazione centrale dei due Regni di Sicilia, citra e ultra Farum. Nel 1268 un'ordinanza di Carlo I d'Angiò ampliava la sfera di competenze del protonotaro, il quale assumeva anche le funzioni fino ad allora proprie del logoteta (ibid., pp. 740-742). La riforma angioina metteva in rilievo il ruolo di primo piano assunto da questo ufficiale in seno alla cancelleria regia. Dal XIV sec. in poi, infatti, il protonotaro diventerà una delle figure centrali negli equilibri politici interni dei due Regni di Sicilia, concentrando in sé un prestigio e un potere politico che sembrano andare ben oltre le specifiche competenze dell'ufficio. Oltre a sovrintendere all'esame e alla nomina dei notai del Regno, continuerà a far parte della cancelleria, affiancando il cancelliere del Regno nella registrazione parallela degli atti regi, tenuti ora in due serie, una specifica della cancelleria e una propria del protonotaro.
fonti e bibliografia
Historia diplomatica Friderici secundi; Acta Imperii inedita, I.
Il registro della cancelleria di Federico II del 1239-1240, a cura di C. Carbonetti Vendittelli, Roma 2002.
E. Mayer, Italienische Verfassungsgeschichte von der Gothenzeit bis zur Zunft-herrschaft, Leipzig 1907.
R. Trifone, La legislazione angioina, Napoli 1921.
E. Jamison, La carriera del Logotheta Riccardo di Taranto e l'ufficio di Logotheta Sacri Palacii nel regno normanno di Sicilia e d'Italia meridionale, in Atti del II congresso storico pugliese e del convegno internazionale di studi salentini, Bari 1953, pp. 169-191.
M. Caravale, Il regno normanno di Sicilia, Milano 1966.
A. Baviera Albanese, Diritto pubblico e istituzioni amministrative in Sicilia, "Archivio Storico Siciliano", ser. III, 19, 1969, pp. 391-563 (ora anche Roma 1974); M. Caravale, Le istituzioni del regno di Sicilia tra l'età normanna e l'età sveva, "Clio", 23, 1987, pp. 373-422 (ora in Id., La monarchia meridionale. Istituzioni e dottrina giuridica dai Normanni ai Borboni, Roma-Bari 1998, pp. 71-135).
P. Corrao, Mediazione burocratica e potere politico: gli uffici di cancelleria nel Regno di Sicilia (secoli XIV-XV), "Ricerche Storiche", 24, 1994, pp. 389-409.
Su Pier della Vigna cf. per tutti E. Kantorowicz, Federico II, imperatore, Milano 1976, pp. 271 ss.