prototyping
<prëutëutàipiṅ> (it. <prototàipiṅġ>) s. ingl., usato in it. al masch. – Attività o processi, tradizionali o assistiti da nuove tecnologie (rapid p.) tesi alla realizzazione di un modello molto fedele a un sistema o a un artefatto finale, sia esso materiale o immateriale. I contesti in cui il p. è utilizzato sono molteplici: architettura, elettronica, programmazione di software e design, ambito nel quale ha assunto un particolare interesse dovuto all’introduzione di nuove tecnologie che hanno consentito applicazioni più ardite e reso i processi più accessibili. In ambito informatico il p. può essere orizzontale o verticale: nel primo caso è un processo in cui sono ben definite le caratteristiche del prodotto ma le funzionalità non sono approfondite, mentre è il contrario per il verticale. Nel design e nell’industria, la necessità di realizzare un prototipo per testare caratteristiche formali e funzionali di un prodotto non è nuova e in passato veniva assolta prevalentemente con tecniche di falegnameria, realizzando modelli in legno: si ricorda a tal proposito il grande contributo al design italiano della bottega di Giovanni Sacchi (1913 - 2005). Negli ultimi anni la competitività del mercato e la disponibilità di nuove tecnologie hanno consentito lo sviluppo di tecniche di p. molto fedeli e molto più veloci (rapid), spesso definite di stampa 3D, quali: SLA (Stereolitographic apparatus), LOM (Laminated object manufacturing), SLS (Selective laser sintering), FDM (Fused deposition modeling), LENS (Laser engineered net shaping). Tutte le tecniche e i processi di p. si basano su due principi: l’asportazione di materia o il deposito di materia. Le tecnologie di p. rapida sono prevalentemente del secondo tipo, lavorando sulla sovrapposizione di strati, gocce o filamenti di materiali che possono essere in polvere, liquidi o solidi. La qualità sempre più elevata dei prototipi realizzati con le nuove tecnologie di p. rapida, ha suggerito il loro utilizzo anche per piccole produzioni di oggetti finiti (rapid manufacturing o additive manufacturing). Si ricordano a tal proposito i casi emblematici dell’azienda belga Materialize o dell’olandese Freedom of creation, ma anche le sperimentazioni di Ron Arad nell’ambito dell’illuminazione e di Patrick Jouin nell’arredamento.