provedimento (provvedimento)
Nelle edizioni seguite in questa Enciclopedia il termine è registrato sempre con la scempia, con un'unica eccezione. In Cv II XI 6 il valore del vocabolo va ricondotto a quello del latino provisio (da providere, il cui primo significato è " prevedere "): l'anima dice che non dee sé riprendere di provvedimento, ma loro [gli occhi] di non ubbidire (il passo commenta Voi che 'ntendendo 33 ss.): " cioè d'avere mancato di previdenza ", come spiegano Busnelli-Vandelli (la congettura ‛ non provedimento ' che il Romani propose " avendo, è da credere, osservato che si riprende altri del male e non del bene " non muta il valore del vocabolo).
Si veda ancora la locuzione divino provedimento, con riferimento alla ‛ previdenza ' o ‛ provvidenza ' di Dio, nei passi di III V 21 per lo divino provedimento lo mondo è sì ordinato che... questa palla dove noi siamo in ciascuna parte di sé riceve tanto tempo di luce quanto di tenebre, e IV V 4 ordinato fu per lo divino provedimento quello popolo e quella cittade che ciò [l'ordinamento monarchico] dovea compiere, cioè la gloriosa Roma: qui nel sostantivo è incluso anche un concetto di " deliberazione ", " volontà ". In IV XXVI 3 tutto quanto la nobile natura prepara ne la prima etade, è apparecchiato e ordinato per provedimento di Natura universale, che ordina la particulare a sua perfezione (cfr. I I 1 ciascuna cosa, da providenza di propria natura impinta, è inclinabile a la sua propria perfezione), ‛ natura universale ' è quella dei cieli come strumenti di Dio e artefici della sua Provvidenza.
Un ulteriore approfondimento in questa direzione porta il sostantivo a indicare senz'altro le " leggi ", gli " ordinamenti " (dall'uso tecnico di provisio come " ordinamento o misura legale ") che reggono gli stati: sono i sottili / provedimenti di Firenze, gli " statuta et ordinamenta " (Benvenuto) tanto sottili - dice ironicamente D., giocando sul doppio senso dell'aggettivo - ch'a mezzo novembre / non giugne quel che tu d'ottobre fili (Pg VI 143). Il termine allude qui " alla denominazione fiorentina di ‛ provvisioni ', ch'era data alle deliberazioni del Comune " (Chimenz).
Il Del Lungo, ritenendo non casuale la menzione dei mesi di ottobre e novembre, ricorda che " appunto fra l'ottobre e il novembre del 1301, toccò a Firenze una di quelle mutazioni e rinnovazioni di membre, delle quali parla il poeta [cfr. vv. 145-147], ma per lui la più memorabile e dolorosa, perché in conseguenza di essa l'ambasciatore del Comune al Pontefice diventò esule senza ritorno ". Il ‛ mutamento ' sarebbe dunque " quello dell'autunno 1301, quando ai priori di parte bianca entrati in officio il 15 ottobre furono per legge straordinaria surrogati l'8 novembre, prima cioè del termine legale della loro signoria, i priori di parte nera, per il tradimento di Carlo di Valois, il falso paciaro pontificio entrato in Firenze il dì 1° (cfr. D. Compagni, Cr. II 19, e Purg. XX 70) " (Casini-Barbi).