PROVIDENTIA
Personificazione della provvidenza corrispondente alla parola greca πρόνοια, concetto fondamentale dello stoicismo. L'universo - insegna questa scuola greca - è regolato da una ragione provvidente e previdente e non già da una cieca fatalità. La P. elevata quasi a rango divino dai filosofi greci, si trasformò a Roma in un principio di stato, in un numen degno di devozione.
Non era solo oggetto di meditazioni filosofiche (Cicerone, Seneca) ma, essendo comprensibile a tutti, comparve ben presto sulle monete. In onore del Divus Augustus Pater Tiberio fece coniare su una moneta un altare con l'iscrizione provident(ia). Quasi tutti gli imperatori del I sec. hanno fatto riconiare questa immagine: essi ritenevano degni di venerazione divina tanto il fondatore dell'Impero, ormai considerato un immortale, quanto la sua Providentia. Vien festeggiata da Nerva e da Traiano la providentia senatus, pronta a dividere con il sovrano le sue preoccupazioni. Sulle monete di Traiano la P. appare per la prima volta a figura intera, figurazione divenuta quasi un prototipo di tutte le seguenti rappresentazioni: la Providentia Aug(usti) indica con la destra, che tiene talvolta un bastoncino, l'orbe terrestre posto ai suoi piedi, rappresentando in tal modo espressivo la ragione previdente del principe. Ma siccome la p. dell'imperatore sarebbe vana senza l'assistenza divina, Adriano le pone accanto la providentia deorum, cioé accanto alla sua provvidenza la previdenza degli dèi, da cui essa deriva. Questa rappresentazione è concretamente commentata da una immagine assai espressiva: l'aquila di Giove abbandona al sovrano terreno lo scettro, simbolo del potere imperiale.
Sotto Antonino Pio funge da simbolo la folgore di Giove, sotto Marco Aurelio la coppa dei sacrifici. Talvolta, per esempio, all'epoca di Pertinace, la P. eleva la mano alle stelle, oppure è lo stesso Giove che porge l'orbe terrestre all'imperatore. Dopo Marco Aurelio i concetti vanno confondendosi: già sotto Commodo la medesima immagine è accompagnata ora dall'iscrizione providentia Augusti ora da providentia deorum. In campo militare vediamo la P. imperiale posta quasi a commento della scena che rappresenta una adlocutio del sovrano ai soldati; rappresentazioni di navi, l'uso del timone, dell'ancora, del modius, delle spighe vogliono indicare la P. dell'imperatore per il rifornimento di pane della città di Roma (v. annone); la rappresentazione di Mercurio il lato mercantile e finanziario delle provvidenze imperiali. L'atteggiamento tranquillo assunto dalla P. sulle monete di Claudio II, che ricordano quello di Securitas (v.), vuole fare intendere che la provvidenza dell'imperatore è fonte di tranquillità per i sudditi.
Bibl.: G. Wissowa, Religion und Kult d. Röm., 2a ed., Monaco 1912, p. 336; P. L. Strack, Untersuchungen zur römischen Reichsprägung des zweiten Jahrhunderts, Stoccarda 1933, I (Traiano), p. 43 ss.; II (Adriano), p. 97; M. Grant, Roman Imperial Money, Londra-Edimburgo 1954, pp. 125; 130 ss.; 166 ss.; 263.