psiche
Il complesso delle funzioni e dei processi che danno all’individuo esperienza di sé e del mondo e che ne informano il comportamento, traducendosi in rappresentazioni di eventi, fatti ed entità, nonché in bisogni, desideri, impulsi e atti volitivi. Secondo una diversa rappresentazione, la p. rappresenta quel principio che, pur connesso al corpo vivente, in qualche modo se ne distingue fino ad assumere (o a dare l’impressione che così sia) una propria autonomia dallo stesso. La dialettica tra queste due impostazioni, quella monistica che concepisce la p. come espressione mentale della realtà corporea e quella dualistica che la concepisce al contrario come entità collegata ma concettualmente distinta dal corpo stesso, rappresenta da tempo il fulcro del dibattito filosofico e scientifico più acceso sui temi della conoscenza e dell’identità dell’essere umano. Del resto la p. è bene presente già nella filosofia greca (il termine proviene da greco ψυχή, connesso con ψύχω, «respirare, soffiare») e si riconduce all’idea del soffio, cioè del respiro vitale. La p. designava l’anima in quanto essa era originariamente identificata con quel respiro; in questo senso, la storia del concetto di p. viene a coincidere con quello di anima.
Le ricerche in neuroscienze hanno evidenziato il ruolo determinante svolto dall’apprendimento nella formazione della costituzione psichica di un individuo, e quindi dallo sviluppo delle connessioni intersinaptiche rispetto alla trasmissione genetica, come origine dell’ampia diversità individuale riscontrabile nell’uomo rispetto alle altre specie animali. Accanto a un sapere vincolato alla specie, la memoria filetica, nell’uomo si innesta un sapere connesso all’esperienza personale sotto forma di conoscenza soggettiva, legata quindi a un processo di apprendimento e non di trasmissione genetica, e resa possibile dalla grande disponibilità di zone associative della corteccia cerebrale. Il dato sensoriale non ci perviene in modo isolato, ma si integra già dal suo nascere a un insieme di riverberazioni che coinvolgono sistemi senso-percettivi ed elaborazioni cognitive, i quali rimandano alla memoria, al linguaggio, agli schemi comportamentali, e infine ai processi associativi più complessi coinvolgenti il sistema dei valori etici e delle scelte esistenziali. La memoria costituisce l’elemento che rende la nostra attitudine al conoscere unica e individuale. L’appropriazione della nostra storia e quindi la narrazione, a noi stessi e ad altri, del filo che collega in una rete di significati plausibili i diversi frammenti della nostra vicenda personale caratterizza il processo di riconoscimento e di conquista di quell’identità psichica, unica e irripetibile, che contraddistingue l’essere umano.