• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

psichiatria

di Francesca Vannozzi - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
  • Condividi

psichiatria

Francesca Vannozzi

La follia da condizione criminosa a malattia da curare

La psichiatria è quella branca della medicina che studia e cura i disturbi della mente, ossia le malattie mentali. Alcune malattie mentali, come depressione, schizofrenia e vari tipi di disturbi d’ansia, sono molto diffuse nelle società avanzate. Fino all’inizio del 18° secolo le misure nei confronti dei malati di mente non differivano da quelle riservate ai delinquenti comuni perché la pazzia era ritenuta condizione pericolosa, inguaribile e che perciò richiedeva la segregazione. Tale impostazione cambiò nella seconda metà del Settecento, quando la medicina iniziò a studiare e a considerare il ‘disordine mentale’ come una malattia che poteva essere adeguatamente curata in apposite strutture chiamate manicomi, la cui utilità è però stata successivamente messa in discussione

Pazzo, folle, furioso, matto… comunque ‘altro’

Il disturbo mentale, che condiziona chi ne è affetto nel modo di manifestarsi ed esprimersi, ha sempre causato timore nell’uomo sano ‘normale’, rispetto al quale il malato di mente risulta un ‘diverso’. Comportamenti bizzarri sono stati interpretati nel tempo in vario modo: nell’antichità si pensava al matto come a persona in preda al diavolo o a forze maligne che lo inducevano a strani atteggiamenti; nel Medioevo il malato di mente era di solito assimilato a un criminale comune, da tenere a distanza per le sue eventuali azioni a danno della società; fino al Settecento, il pazzo era comunque un emarginato, da isolare e da allontanare dalla comunità civile.

Alla base di tali giudizi stava il fatto che il disturbo mentale non veniva considerato come una vera e propria malattia da curare, riconoscimento che avvenne quando cominciò ad affermarsi nel 18° secolo la psichiatria, disciplina medica che studia le malattie della psiche, ossia della mente, e i relativi rimedi.

Dal carcere al villaggio manicomiale

La storia della psichiatria è anche la storia dei luoghi in cui i pazzi sono stati ricoverati. Lasciati in genere a sé stessi, a vagare per campagne e città, nei primi secoli dopo il Mille i malati di mente cominciarono a essere rinchiusi in conventi o altre istituzioni religiose che accudivano loro per spirito caritativo. L’alternativa era rappresentata dal carcere, quando il pazzo, ritenuto comunque pericoloso, commetteva un reato. È dal ricovero per poveri e vagabondi che comincia a delinearsi nel 19° secolo la struttura manicomiale, sorta di ospedale destinato a ospitare solo chi presenta disturbi mentali e ha bisogno di un medico e di ricovero in una struttura specializzata per essere adeguatamente curato. Ciò comporterà un cambiamento graduale nel modo di considerare il malato di mente: il folle non doveva più essere ignorato ed emarginato, ma aveva diritto alla cura come qualsiasi altro malato. Il suo ricovero, che poteva durare anche molto tempo, doveva avvenire in un luogo organizzato in modo da essere come un villaggio, con strade, edifici, giardini e piazze, dove il malato poteva trovare le cure richieste e, nello stesso tempo, essere convenientemente controllato e trascorrere una vita quanto più possibile normale. Tale modello fu adottato per esempio per i manicomi di Siena, Roma, Reggio Emilia e Lucca.

La cura morale, il lavoro riabilitante

Il manicomio stesso era considerato un mezzo terapeutico in quanto avrebbe dovuto offrire al malato una vita ordinata, serena, disciplinata, tramite quelli che gli psichiatri di metà Ottocento ritenevano i tre essenziali metodi di recupero: la cura morale, cioè dare al malato fiducia, speranza, affetto; il lavoro, che con la regolarità di un orario, l’attenzione richiesta, l’obbligo di raggiungere un risultato, impegna e responsabilizza; lo svago, considerato una ricompensa alla settimana lavorativa, ma solo se ben condotta. Uno dei lavori più comuni svolti all’interno dei manicomi era quello dello sparto, ossia della lavorazione della paglia. Oltre che nei laboratori per lo sparto, il degente poteva essere impiegato nelle officine (di fabbro, falegname, calzolaio), nella campagna attorno al manicomio dove si coltivavano ortaggi, frutta, cereali e si allevava bestiame, nelle cucine, nel guardaroba, nella lavanderia e in tutti i servizi presenti nel manicomio.

Le cure violente

La situazione reale dei degenti in manicomio non era però così rosea: molte di queste strutture sono progressivamente diventate lager in cui i degenti vivevano in uno stato deplorevole di abbandono, e in cui le uniche ‘cure’ praticate per lo stato di agitazione e il potenziale pericolo di atti di violenza contro sé stessi e gli altri erano la contenzione fisica – con catene, cinghie di cuoio, camicie con legacci (la camicia di forza), docce fredde – e la somministrazione di forti dosi di farmaci sedativi. Uno dei rimedi più traumatici, adesso quasi abbandonato, è stato l’elettroshock, introdotto dallo psichiatra Ugo Cerletti. Esso consisteva nel provocare una convulsione generalizzata tramite l’applicazione di corrente elettrica; il medico sperimentò per la prima volta il metodo nel 1938 su un malato che girovagava nella stazione Termini di Roma in stato confusionale.

Franco Basaglia e la chiusura dei manicomi in Italia

Lo psichiatra italiano Francesco Basaglia, che dirigeva l’ospedale psichiatrico di Gorizia, formulò un approccio terapeutico della malattia mentale basato sul recupero del malato psichiatrico tramite il suo reinserimento nella società, in quanto considerava che il ricovero in una struttura specializzata contribuisse più alla cronicizzazione che alla risoluzione della malattia: egli ha profondamente influito sulla riforma psichiatrica del 1978 che ha portato alla legge che prevedeva la chiusura dei manicomi. Tale rivoluzionaria scelta, considerata anche all’estero all’avanguardia, contestava la necessità della custodia in manicomio del paziente perché non più visto come pericoloso, ma persona con disturbi da curare in adeguate strutture chiamate, dal 1994, Centri di salute mentale (CSM), che hanno il compito di coordinare interventi di prevenzione, cura, riabilitazione, reinserimento sociale nel territorio del paziente. Per far ciò il CSM è articolato in un Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, funzionante 24 ore su 24, utile per un breve ricovero in ospedale; nel Day Hospital per le stesse prestazioni, ma limitate all’arco di poche ore; nel Centro diurno, aperto 8 ore al giorno, con ambienti dove sono svolti dall’assistito disparati lavori (pittura, manipolazione della creta, coltivazione della terra, e così via); nelle strutture residenziali, dove si svolgono programmi terapeutici riabilitativi personalizzati, con la permanenza del paziente per un certo periodo.

Le malattie mentali più importanti

Schizofrenia. Malattia piuttosto diffusa (ne è affetto circa l’1% della popolazione, in genere giovani) di cui ancora non si conoscono le cause, la schizofrenia si caratterizza per una estrema variabilità dei sintomi, che comprendono disturbi del pensiero, delle emozioni e del comportamento. Il malato può essere trasandato, agitato, oppure presentarsi come persona curata, silenziosa o addirittura immobile e del tutto incapace di interagire con gli altri. Le sue emozioni possono passare dalla insensibilità a eccessi di rabbia, dalla felicità all’ansia. Spesso sono presenti disturbi della percezione, come allucinazioni (vedere, udire, gustare, odorare cose che non esistono) o illusioni (percezioni alterate della realtà). Il contenuto del pensiero può essere alterato, come nei deliri di grandezza (pensare di essere Napoleone, Einstein, Cristo), spesso associati ai deliri di persecuzione (la convinzione che ci sia qualcuno pronto a ucciderci, avvelenarci, imbrogliarci). Il linguaggio può essere confuso e scostante. La cura di prima scelta si basa sugli psicofarmaci. A essa spesso si associa una terapia psicologica, estesa anche alla famiglia, e all’ambiente di scuola o di lavoro del malato per permettergli il più possibile di condurre una vita vicina al normale.

Depressione. Molto diffusa, specialmente tra gli adulti, la depressione fa parte dei cosiddetti disturbi dell’umore e si manifesta con sensazioni di tristezza, impotenza, inadeguatezza e inutilità, oppure con un senso di distacco dalla famiglia, dagli amici e dalle attività che prima interessavano.

Disturbi d’ansia. I disturbi d’ansia comprendono un gran numero di condizioni patologiche molto diverse tra loro, accomunate dal fatto di costituire una risposta inappropriata a un determinato stimolo per intensità o per durata. Si va dalle forme più leggere – che, se controllate, rientrano nella sfera della normalità – a forme più gravi che possono bloccare totalmente l’attività di una persona. Un disturbo di questo tipo è quello ossessivo-compulsivo, caratterizzato dalla presenza – in genere contemporanea – di ossessioni e compulsioni, cioè di pensieri, idee, paure, preoccupazioni sgradevoli e ingiustificate (per esempio, paura di ammalarsi, di fare del male agli altri) e di comportamenti ripetitivi che il malato mette in atto per tentare di eliminare l’ansia e il malessere causato dalle ossessioni (per esempio, lavarsi in continuazione, mettere in ordine, ripetere preghiere e così via). La cura di questi disturbi si basa su un’integrazione degli approcci farmacologico, psicoterapeutico e di sostegno.

Vedi anche
psicoterapia Sistema curativo delle sofferenze psichiche basato sull’uso di mezzi psicologici; la psicoterapia è suscettibile di essere condotta nei modi più disparati, ora su base empirica, ora con riferimento a concezioni religiose o filosofiche, ora sulla guida di dottrine psicopatologiche. 1. Cenni storici ... ansia In psichiatria, stato di tensione psicosomatica, generalmente vissuto come penosa passività verso eventi dannosi che il soggetto pensa stiano verificandosi o teme possano verificarsi. Viene considerata un fenomeno generale, presente, anche se in gradi diversi, nello sviluppo psichico di ognuno. Se si ... psicofàrmaci psicofàrmaci Gruppo di farmaci capaci d'influenzare l'attività psichica, normale e patologica. Sono sostanze difficilmente classificabili, perché a somiglianza di struttura molecolare e di effetti d'ordine neurologico possono corrispondere proprietà terapeutiche differenti. In base alle esigenze clinico-terapeutiche ... manicòmio manicòmio Istituto destinato in passato al ricovero e alla segregazione dei malati di mente. Il primo manicomio fu fondato dal medico francese P. Pinel (1745-1826) nel 1793, liberando i folli dalle prigioni in base al principio che il malato di mente non può essere equiparato al delinquente. Tuttavia ...
Indice
  • 1 Pazzo, folle, furioso, matto… comunque ‘altro’
  • 2 Dal carcere al villaggio manicomiale
  • 3 La cura morale, il lavoro riabilitante
  • 4 Le cure violente
  • 5 Franco Basaglia e la chiusura dei manicomi in Italia
  • 6 Le malattie mentali più importanti
Categorie
  • DISCIPLINE in Medicina
  • PSICHIATRIA in Medicina
Altri risultati per psichiatria
  • psichiatria
    Enciclopedia on line
    Settore della medicina che ha per oggetto lo studio clinico e la terapia dei disturbi mentali e dei comportamenti patologici, distinti per origine, qualità, entità e durata delle manifestazioni. La delimitazione nosografica delle singole forme morbose è di difficile realizzazione. Accanto a tale labilità ...
  • psichiatria
    Dizionario di Medicina (2010)
    Disciplina medica che ha per oggetto lo studio clinico e la terapia dei disturbi mentali e dei comportamenti patologici. Il disagio che la p. prende in considerazione differisce per origine, qualità, entità e durata delle manifestazioni: nel suo ambito d’interesse rientrano sia le condizioni che esprimono ...
  • neuropsichiatria. Le basi biologiche delle malattie mentali
    Dizionario di Medicina (2010)
    Christian Barbato La ricerca neurobiologica in ambito neuropsichiatrico ha compiuto enormi progressi a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, aprendo prospettive nuove sia nella comprensione che nel trattamento delle malattie mentali. Gli sforzi nello studio delle basi biologiche dei disturbi ...
  • Psichiatria
    Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)
    Massimo Cuzzolaro e Gabriel Levi (XXVIII, p. 446; App. II, ii, p. 624; III, ii, p. 514; IV, iii, p. 79; V, iv, p. 317) Parte introduttiva di Massimo Cuzzolaro Sistemi di classificazione e metodo diagnostico La diagnosi psichiatrica viene formulata, per lo più, su base descrittiva e sindromica, non ...
  • Psichiatria
    Universo del Corpo (2000)
    Bruno Callieri La psichiatria è il settore della medicina che ha per oggetto lo studio clinico e la terapia dei disturbi mentali e dei comportamenti patologici. Gli stati di sofferenza che la psichiatria prende in considerazione differiscono tra loro per origine, qualità, entità e durata delle manifestazioni: ...
  • Psichiatria
    Enciclopedia delle scienze sociali (1997)
    Giovanni Jervis di Giovanni Jervis Psichiatria Definizione La psichiatria ha per oggetto i disturbi psichici, o mentali, e ne studia la natura e i rimedi. Per disturbi psichici si intendono sia quei comportamenti devianti, sia anche quegli stati di sofferenza soggettiva, che sono ragionevolmente attribuibili ...
  • PSICHIATRIA
    Enciclopedia Italiana - V Appendice (1994)
    Leonardo Ancona (XXVIII, p. 446; App. II, II, p. 624; III, II, p. 514; IV, III, p. 79) La descrizione dello scenario della p. dal 1978 a oggi in una voce enciclopedica esige necessariamente un'opzione: quella di astenersi dal resoconto puntuale e completo del contenuto offerto dal campo psichiatrico ...
  • PSICHIATRIA
    Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)
    (XXVIII, p. 446; App. II, 11, p. 624; III, 11, p. 514) Gian Carlo Reda La p. in questi ultimi vent'anni ha presentato un notevole sviluppo, legato soprattutto ai progressi della psicofarmacologia, all'acquisizione di nuove forme di psicoterapia e agli apporti di altre discipline, quali la sociologia, ...
  • Psichiatria
    Enciclopedia del Novecento (1980)
    BBruno Callieri di Bruno Callieri Psichiatria sommario: 1. Natura ed esistenza in psichiatria. 2. Psichiatria clinica. 3. La psichiatria secondo le età della vita: a) psichiatria infantile e dell'adolescenza; b) psichiatria dell'età avanzata. 4. Psichiatria orvganica e biologica: a) psichiatria organica; ...
  • PSICHIATRIA
    Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
    (XXVIII, p. 446; App. II, 11, p. 624) Lucio BINI Neurofisiologia. - La funzione di stato di coscienza, intesa come quella di un direttore d'orchestra che controlla e stimola le attività psichiche, è attribuita definitivamente dopo le più recenti esperienze di neurofisiologia, al sistema reticolare ...
  • PSICHIATRIA
    Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
    (XXVIII, p. 446) Lucio BINI La psichiatria non ha subìto, durante e dopo la seconda Guerra mondiale, sostanziali modifiche di indirizzi e di nosologia. Solo le nuove terapie: la leucotomia (v. nervoso, sistema e cranio-cerebrale, chirurgia, in questa App.) e le terapie da shock (v. shock, terapia ...
  • PSICHIATRIA
    Enciclopedia Italiana (1935)
    (dal gr. ψυχή "anima" e ἰατρεία "cura") Sante De Sanctis È una parte della medicina, che comprende la patologia e la clinica delle malattie mentali, cioè di quegli stati anormali e morbosi, che si manifestano con irregolarità, deviazioni o deficienze durevoli dell'attività mentale e del comportamento. ...
Mostra altri risultati
Vocabolario
psichiatrìa
psichiatria psichiatrìa s. f. [comp. di psico- e -iatria]. – Vasta area di conoscenze e metodi di cura, di problemi e ricerche, concernenti le manifestazioni mentali abnormi, fondata sulla fisiopatologia del sistema nervoso (perciò anche...
psichiàtrico
psichiatrico psichiàtrico agg. [der. di psichiatria] (pl. m. -ci). – Che si riferisce alla psichiatria, che è proprio della psichiatria: accertamenti p.; malattie p., quelle che costituiscono l’oggetto di studio e di cura della psichiatria;...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali