PSICOANALISI
. Scienza psicologica fondata da Sigmund Freud. Il termine ha tre significati principali; può cioè designare: 1. un metodo d'indagine di processi psichici altrimenti quasi inaccessibili; 2. un metodo di trattamento di affezioni psichiche, basato sull'indagine accennata; 3. una serie di nozioni psicologiche acquisite nel modo indicato e formanti una nuova dottrina scientifica. Le concezioni freudiane sono state molto discusse. Qui basterà indicare i fondamenti della dottrina psicoanalitica freudiana.
L'inconscio. - I sistemi psichici. - I processi psichici non sono di per sé e necessariamente coscienti: l'essere coscienti è anzi per essi una modalità circostanziale e transeunte, qualitativamente subordinata di fronte al carattere fondamentalmente inconscio dell'attività psichica. La coscienza come tale viene considerata, da questo punto di vista, come un sensorio, discriminativo di qualità psichiche, e quindi come propriamente estranea all'essenza psichica (inconscia) dei processi in questione.
L'attività psichica si evolve dalle prime espressioni degl'istinti fino al pensiero cosciente attraverso fasi progressive, governate ciascuna da leggi particolari. Le singole fasi prendono il nome di "sistemi psichici" o "istanze psichiche": quelli finora considerati in psicoanalisi sono tre: il sistema inconscio, il sistema preconscio e il sistema conscio.
Il passaggio dell'una all'altra fase non si compie senza il superamento di resistenze, la cui constatazione dà anche un fondamento dinamico alla distinzione anzidetta. La terapia psicoanalitica, come si vedrà più oltre, si fonda appunto sul razionale superamento delle resistenze da parte dell'ammalato: superamento attraverso il quale certi processi del sistema inconscio vengono sostituiti da processi preconsci e consci.
In ciascuno dei tre sistemi (inconscio, preconscio e conscio) si riscontrano modalità e leggi diverse. Quelle del primo non sono immediatamente descrivibili in termini di coscienza, poiché in esso manca la rappresentazione dello spazio e del tempo (non vi sono quindi ricordi nel senso comune del termine), fanno difetto le rappresentazioni verbali o mimiche, non v'è alcuna differenza tra realtà materiale e realtà psichica, non vi sono negazioni, dubbî, gradi di certezza, contrasti, ma soltanto presenze; avvengono di frequente scambî e condensazioni di contenuti psichici ("processo psichico primario"), che ci appaiono strani e sorprendenti. Quelle del secondo sono più comprensibili alla coscienza: in esso i contenuti già si esprimono in rappresentazioni verbali o mimiche di carattere stabile ("processo psichico secondario"), ma non si traducono ancora nella motilità volitiva. Quelle del terzo, hanno le qualità note e già in parte descritte dalla psicologia preanalitica.
Il processo per cui un contenuto psichico (istinto, affetto, ricordo, rappresentazione) viene mantenuto estraneo alla coscienza si chiama "rimozione". Tale processo avviene, dal punto di vista topico, sul limite tra l'inconscio e il preconscio, ed è causato (dal punto di vista dinamico) dalle "resistenze" più sopra nominate. La rimozione (sempre inconscia) non deve venire scambiata con il fenomeno della repressione d'istinti avvertiti e coscientemente ricusati dall'Io. Essa, che presuppone un "conflitto" inconscio, dev'essere mantenuta mediante un continuo dispendio d'energia psichica (ciò dal punto di vista economico). Il giuoco delle pressioni e delle resistenze provoca fenomeni correlativi e reagenti alle rimozioni, tipici dei singoli caratteri e delle diverse affezioni psichiche.
L'applicazione ai fenomeni psichici dei punti di vista topico, dinamico ed economico, indipendentemente dal loro significato, si designa col termine comprensivo di "metapsicologia".
Non si deve confondere la predetta serie d'istanze (inconscio, preconscio e conscio) con le parti strutturali dell'apparato psichico, denominate Io, Es e Super-Io.
L'Io, l'Es e il Super-Io. - La distinzione più immediata e saliente nell'apparato psichico è data dalla contrapposizione di tendenze che esigono un appagamento, e di un insieme di fattori che prendono posizione di fronte ad esse. Questo insieme di fattori, che anche comunemente viene chiamato Io, soggiace a sua volta alle esigenze dell'unitarietà, della considerazione del mondo esteriore, e della ragionevole traduzione in atto delle anzidette tendenze. Queste sono di per sé estranee all'Io (che può però farle sue qualora le resistenze lo permettano): perciò si è imposta la loro designazione mediante un termine comprensivo, che indicasse tale loro estraneità; e il Freud propose di usare in questo senso la parola tedesca Es (pronome dimostrativo della terza persona singolare neutra), introdotta primamente in psicoanalisi da G. Groddeck. L'indagine psicoanalitica mostra la legittimità di questa designazione, in quanto la componente chiamata Es è pienamente accessibile a uno studio condotto con puri criterî psicologici. L'Es si allaccia alle origini organiche degl'istinti ed è anzi la prima fonte psichica impersonale delle manifestazioni istintive.
Le resistenze che l'Io oppone agl'impulsi dell'Es, e per cui questi rimangono estranei ad esso, costituiscono una sua difesa automatica e inconscia, sono il residuo di atteggiamenti arcaici di fronte a pericoli in origine esterni, e presentano particolari difficoltà di esplorazione. Il fatto ch'esse sono inconsce non permette quindi d'identificare l'Io con la coscienza: se ne deduce, in base anche ad altri fenomeni, l'esistenza di una parte inconscia dell'Io.
La terza componente dell'apparato psichico, il cosiddetto Super-Io, sorge per un processo di differenziazione nel seno dell'Io stesso, ed è per così dire l'erede della più saliente situazione psichica dell'infanzia. Questa è determinata dall'amore che il bambino rivolge alla madre e dalla conseguente rivalità verso il padre, e prende il nome di "complesso edipico" (si confronti la situazione di Edipo nel mito greco). Tale complesso è in atto fino a circa il quinto anno di età, e poi normalmente tramonta; nella bambina invece soltanto a questa età si delinea l'attaccamento nei confronti del padre, e la conseguente rivalità verso la madre (complesso edipico della femmina, di durata lunga e variabile).
La genesi del Super-Io è dovuta all'identificazione di una parte inconscia dell'Io con la figura autoritaria del padre (o dei genitori) quale appare al bambino: identificazione che concerne però anche tratti di altre persone autoritarie (modelli), come educatori, ecc.
Per l'inconscio l'assimilazione di detta parte dell'Io con la persona rivestita di autorità paterna equivale alla ingestione orale di questa ("introiezione" di S. Ferenczi). Tale genesi ontogenetica ripete un lento processo di filogenesi, legato ai primordî della civiltà umana.
La funzione più importante del Super-Io è la coscienza morale, dalla quale proviene la massima parte delle menzionate resistenze dell'Io. La tensione tra Io e Super-Io determina il sentimento di colpa inconscio e produce tendenze autopunitive: fenomeno della massima importanza per la genesi e la persistenza delle nevrosi, per l'insorgere di atti criminali, ecc.
Il "principio del piacere" e il "principio della realtà". - Poiché l'Es si trova completamente nel sistema inconscio e non fa quindi distinzione tra realtà psichica e realtà materiale, appare logico quanto è stato accertato dall'indagine, che cioè ogni suo moto tenda alla soddisfazione e al piacere immediato, anche se questo può essere a volte causa di una situazione sgradevole susseguente. Tale "principio del piacere", per cui si trascurano le condizioni reali del mondo esteriore, si fa valere particolarmente nella prima infanzia, e si trasforma soltanto a poco a poco (ma non mai completamente) nel "principio della realtà", che ne costituisce una forma evolutiva. Il principio della realtà, ignoto all'Es, contribuisce invece necessariamente al consolidarsi dell'Io, e in virtù di esso l'Io si adatta alle anzidette condizioni, diviene capace di rinunzie e di sacrifici.
Dottrina degli istinti. - Lo studio delle caratteristiche dell'Es ha portato la psicoanalisi a fondare una dottrina psicologica degli istinti, che ha preso propriamente vita con essa.
Tutte le manifestazioni istintive sono derivati e ramificazioni di tendenze primordiali, proprie alla sostanza vivente. Sin dall'inizio delle sue indagini il Freud fu tratto a distinguere due specie di istinti primordiali (dualismo degl'istinti): quelli cosiddetti "dell'Io" (istinti di conservazione e d'autoaffermazione) e quelli sessuali; e si dedicò in un primo periodo, per il materiale di studio che gli si offerse, principalmente all'indagine di questi ultimi, che gli si palesarono assai più vasti e complessi di quanto non si fosse supposto. Gli istinti sessuali non sorgono all'eta pubere, ma esistono nel bambino sin dalla nascita, manifestandosi peraltro in forme assai diverse da quelle che assumono presso l'adulto. La sessualità infantile, che all'inizio ha carattere autoerotico, non è somaticamente legata agli organi genitali, bensì ad altre zone del corpo, dette "zone erogene": bocca, orifizî (fasi pregenitali). Solo più tardi, ma ancora sempre nell'infanzia, l'erotismo somatico si concentra sulle parti genitali. L'amore che l'individuo rivolge alla propria persona vien chiamato "narcisistico"; le prime persone verso cui il bambino si sente attratto sono i genitori, i fratelli, e in genere gli individui con cui viene primamente in contatto.
L'istinto sessuale manifesta, dalla nascita in poi, un lento processo di complicata metamorfosi: certi tratti della sessualità infantile si conservano anche dopo il raggiungimento della sessualità matura, assumendo tuttavia carattere di tendenze preparatorie e concomitanti del rapporto sessuale normale (così, p. es., il bacio). La genesi delle più svariate perversioni sessuali, descritte formalmente in gran parte prima della psicoanalisi, vien chiarita inoltre dalla conoscenza di dette metamorfosi, e si spiega con arresti o deviazioni dell'istinto in certe fasi immature del suo sviluppo.
L'espressione dinamica dell'istinto sessuale fu designata dal Freud col termine latino libido. Si parla di "sublimazione" dell'istinto qualora gli obiettivi, le mete e il campo d'azione dell'istinto originario vengano mutati e sostituiti (per un processo inconscio non ancora totalmente chiarito) da altri aventi valore sociale ed etico più elevato, nei quali si appaga la libido desessualizzata (interessi scientifici o artistici, amicizia, ecc.).
In seguito a studî più approfonditi il Freud fu tratto, nel 1920, a modificare la sua precedente concezione relativa alle due specie d'istinti primordiali. Non riuscendosi più a distinguere gl'istinti cosiddetti dell'Io dalla libido rivolta alla propria persona (narcisistica), e tuttavia rimanendo evidente che altre energie psichiche, non libidiche, si contrapponevano alla libido, si rese necessaria una distinzione d'altro genere: riconosciuto che la tendenza più caratteristica della sostanza vivente era quella di ripetere una situazione anteriore (ereditarietà, ricapitolazione ontogenetica della filogenesi, ecc.), il Freud intuì che alla base di tutte le attività istintive, o almeno di un gruppo di esse, doveva stare la "coazione a ripetere": la quale quindi doveva far percorrere al protoplasma tutte le fasi già raggiunte nel corso dell'evoluzione, e ripristinare in ultima istanza lo stato previtale. Si venne così ad ammettere, nel seno stesso della sostanza vivente, un istinto primordiale per cui s'invecchia e si muore (istinto distruttivo o della morte); a cui si contrappone l'istinto opposto, quello cioè dell'amore, che tende alla conservazione, alla costruzione e all'unione, e che fu designato dal Freud con il termine platonico di Eros.
Per designare l'espressione dinamica (energia) dell'Eros è stato conservato in psicoanalisi il termine di libido.
L'energia autodistruttiva, quella cioè della morte, si estroverte parzialmente, diventando così energia di aggressione (l'esistenza di un tale istinto autonomo di aggressione si è dimostrata di enorme importanza per la vita di relazione); e può nuovamente introvertirsi rendendo, p. es., il Super-Io giudice severo e crudele.
Allorché le due opposte energie fondamentali si fondono, ne risulta una sola tendenza, in cui l'una o l'altra di esse prevale; se questa fusione non riesce completamente, dimodoché ad un oggetto possa al tempo stesso venir rivolto amore e aggressione, si parla di "ambivalenza" affettiva (E. Bleuler).
Il sogno. - Contrariamente alla concezione scientifica prefreudiana, secondo la quale i sogni venivano considerati come effetti di eccitamenti fortuiti e disordinati del sistema nervoso centrale, la psicoanalisi insegna ch'essi sono sempre fenomeni psichici pienamente significativi, anche quando l'Io sia tratto a considerarli assurdi e contraddittorî. La comprensione di tale loro significato esige peraltro in genere un lavoro d'interpretazione, poiché certi impulsi, affetti, ricordi, ecc., non possono, per effetto delle menzionate resistenze ("censura onirica"), farsi strada neppure per mezzo del sogno fino alla consapevolezza dell'Io. Essi subiscono dunque alterazioni più o meno rilevanti, dovute fra l'altro al nominato "processo psichico primario" (condensazioni, spostamenti), caratteristico per il sistema inconscio; si esprimono attraverso allusioni, simboli, ecc.: per cui risultano incomprensibili e irriconoscibili all'Io cosciente. Al "contenuto manifesto" del sogno, dovuto al cosiddetto "lavoro onirico", si contrappone dunque per lo più un suo "contenuto latente".
La funzione del sogno è quella di proteggere il sonno disturbato da stimoli sia fisici sia psichici, sia consci sia inconsci. Il sogno tenta di rappresentare in forma allucinatoria una situazione in cui tali stimoli giungono ad una liquidazione (esaudimento di tendenze), anche se tale liquidazione possa talvolta far sorgere nuovi stimoli penosi che producano il risveglio.
Si giunge alla scoperta del contenuto onirico latente per due vie principali: a) attraverso le associazioni che nello stato di veglia si collegano ai singoli particolari del sogno; b) attraverso le relazioni simboliche: per l'inconscio i più svariati elementi del mondo esterno possono equivalere a un numero ristretto d'immagini e di funzioni (parto; nascita, vita, morte, persone, uomo, donna, bambino, genitori; funzioni sessuali, organi genitali); si pensi inoltre al tipico ricorrere di tali relazioni simboliche nel linguaggio e nelle tradizioni popolari, nei miti, nelle leggende, ecc.
Psicopatologia. - Se la psicoanalisi sorse in un primo tempo come esplorazione psicopatologica e come psicoterapia, poco per volta essa si costituì in scienza psicologica autonoma. Del resto, lo studio psicopatologico dei più svariati disturbi psichici deve esso stesso fondarsi su nozioni profonde e generali della struttura psichica anche normale.
Già i piccoli disturbi nella vita quotidiana anche dell'individuo sano, che per lo più - ma non sempre - appaiono privi d'importanza pratica (lapsus, amnesie passeggere, dimenticanze, smarrimenti di oggetti, ecc.) sono significativi e vanno riconosciuti come dei "compromessi" fra tendenze contrastanti, anche se il soggetto non è in simili casi consapevole di tale contrasto. Così anche i "sintomi" psichici sono espressioni manifeste di conflitti latenti, per lo più fra tendenze dell'Es e imposizioni del severo Super-Io. Le varie forme di affezioni psichiche sono poi determinate da fattori costituzionali ereditarî, da specifici traumi psichici subiti nella prima infanzia, allorché lo sviluppo sia della sessualità sia dell'Io era ancora in atto, e dalle conseguenti "fissazioni" (aderenze) e "regressioni" a fasi infantili di sviluppo, ciascuna caratteristica per ogni singola affezione. Anche le manifestazioni morbose della sfera psichica determinate da intossicazioni, da disfunzioni endocrine, da traumi e affezioni di carattere organico, si spiegano tenendo in considerazione gl'insegnamenti della psicoanalisi relativi alla struttura e ai meccanismi dell'apparato psichico.
Tecnica psicoanalitica. - Fin dal 1880 il dott. J. Breuer di Vienna era riuscito a curare varî disturbi psichici di cui soffriva una sua paziente isterica, inducendola a ricordare e raccontare nell'ipnosi gli stati d'animo e i pensieri - sommersi invece nello stato di veglia - da cui era dominata (metodo catartico). Circa un decennio dopo il Breuer riprese questi esperimenti per suggerimento e con la collaborazione del Freud, scoprendo che i sintomi isterici avevano un significato, e che, acquistata dal paziente coscienza del loro nesso con fatti psichici traumatici, essi cessavano, sicché l'indagine diretta a scoprire quel nesso faceva tutt'uno col trattamento terapeutico. Ma mentre il Breuer abbandonava a questo punto le indagini, il Freud, continuandole per proprio conto, sostituiva all'ipnosi, che dava guarigioni poco sicure e non era applicabile a tutti i pazienti, il metodo da lui denominato delle "libere associazioni", il quale consiste nell'aiutare l'ammalato a vincere nella veglia, mediante una lunga catena di associazioni spontanee, le amnesie che nascondono le situazioni affettive, causa dei sintomi: vengono in tal modo vinte le resistenze e tolte di mezzo le rimozioni. Questa tecnica primitiva subì in seguito una complessa evoluzione per la sempre più precisa e accorta utilizzazione dei sogni e del contegno del paziente, considerati in ogni loro più sottile particolare. Essenziale fu poi la scoperta dell'"agire" e della "traslazione" dell'analizzando (espressioni della menzionata "coazione a ripetere"): si trovò cioè che il soggetto riproduce regolarmente in modo inconsapevole, e per lo più in forma simbolica, situazioni psichiche del passato, e che esso manifesta altresì verso l'analista atteggiamenti affettivi (di attrazione o di avversione, positivi o negativi), i quali continuano il rapporto affettivo provato nell'infanzia per i genitori o per altri congiunti. Questi atteggiamenti sono anch'essi di validissimo aiuto per la ricostruzione del remoto passato psichico del soggetto, e il loro sfruttamento consapevole e razionale segna la sostanziale differenza fra l'intervento psicoanalitico e i varî trattamenti a base suggestiva (v. ipnotismo; psicoterapia; suggestione). Una tecnica del tutto particolare viene adottata nel trattamento psicoanalitico infantile, specialmente elaborato da Anna Freud.
La durata di un'analisi è sempre assai lunga, dato il suo carattere radicale e dinamico (superamento graduale delle resistenze nell'analizzando). La preparazione dell'analista richiede speciale abilità e studî profondi.
Applicazioni. - L'autonomia assunta dalla psicoanalisi ha consentito a questa di esercitare il suo influsso su varie discipline e su diversi rami del sapere. Le nuove concezioni nel campo della psicologia infantile hanno avuto riflessi notabili sulla pedagogia; le tesi sulle tipiche espressioni simboliche e allegoriche dell'inconscio, e sulle fasi di sviluppo attraversate dal genere umano, sono state applicate nei campi della demopsicologia, dell'etnologia, della sociologia, della storia politica, della linguistica, della letteratura e dell'arte. Ciascuna di queste applicazioni ha formato oggetto d'indagini laboriose e comprensive.
La psicoanalisi nel mondo moderno. - Le resistenze consce e inconsce che i singoli analizzandi oppongono alla comprensione delle loro tendenze rimosse si riscontrano su più vasta scala anche nella maggioranza di coloro che vengono primamente a contatto con le dottrine psicoanalitiche.
Un cenno particolare meritano le cosiddette "scuole dissidenti", facenti capo ad A. Adler, C. G. Jung e altri, le quali hanno di solito portato alle estreme conseguenze questo o quell'enunciato della dottrina psicoanalitica, trascurando gli altri asserti di essa, e incontrando quindi opposizioni assai minori.
Malgrado gli anzidetti contrasti, la psicoanalisi è riuscita in breve volgere di tempo ad acquistare sempre maggiore considerazione da parte della scienza accademica e ad attirare nella propria orbita un numero ognora crescente di studiosi e di specialisti: questi si sono già da tempo organizzati nella "Società psicoanalitica internazionale", alla quale fanno capo le singole società nazionali di psicoanalisi costituite in Austria, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Italia, Olanda, Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Ungheria e U. R. S. S.
Bibl.: Fondamentali: S. Freud, Gesammelte Schriften, voll. 12, Vienna 1925-1934. Le opere complete del Freud sono apparse in traduzione spagnola; la massima parte di esse è tradotta in inglese e in francese; parecchie in altre lingue; alcune anche in italiano.
Tra le altre principalissime: a) Opere introduttive e di carattere generale: A. A. Brill, Psychoanalysis, Londra 1922: E. Jones, Papers on Psycho-Analysis, ivi 1923; O. Pfister, Die psychanalytische Methode, 3ª ed., Lipsia 1924; H. Hartmann, Die Grundlagen der Psychoanalyse, ivi 1927; F. Alexander, Psychoanalyse der Gesamtpersönlichkeit, Vienna 1927; P. Federn e H. Meng, Das psychoanalytische Volksbuch, voll. 2, Stoccarda 1928; E. Weiss, Elementi di psicoanalisi, 2ª ed., Milano 1933; I. Hermann, Die Psychoanalyse als Methode, Vienna 1934.
b) Educazione e psicoanalisi infantile: S. Bernfeld, Sisyphos oder die Grenzen der Erziehung, 2ª ed., Vienna 1928; A. Freud, Einführung in die Technik der Kinderanalyse, 2ª ed., ivi 1929; id., Einführung in die Psychoanalyse für Pädagogen, 2ª ed., Basilea 1935 (trad. it., Roma 1935); O. Pfister, Die Psychoanalyse im Dienste der Erziehung, 3ª ed., Lipsia 1929 (trad. it. Pedagogia e psicoanalisi, nuova ed., Napoli 1933); N. Wolffheim, Psychoanalyse und Kindergarten, Vienna 1930; A. Aichhorn, Verwahrloste Jugend, 2ª ed., Vienna 1931; M. Bonaparte, La prophylaxie infantile des névroses, Parigi 1932 (trad. it., Roma 1935); M. Klein, Die Psychoanalyse des Kindes, Vienna 1934.
c) Psicopatologia: K. Abraham, Klinische Beiträge zur Psychoanalyse aus den Jahren 1907-20, Vienna 1921; A. Stärcke, Psychoanalyse und Psychiatrie, ivi 1921; R. Laforgue, La psychanalyse et les névroses, Parigi 1924; P. Schilder, Entwurf einer Psychiatrie auf psychoanalytischer Grundlage, Vienna 1925; S. Ferenczi, Bausteine zur Psychoanalyse, voll. 2, ivi 1927; O. Fenichel, Hysterien und Zwangsneurosen, ivi 1931; id., Perversionen, Psychosen, Charakterstörungen, ivi 1931 (entrambi con ricchissima bibl.); H. Nunberg, Allgemeine Neurosenlehre auf psychoanalytischer Grundlage, Berna e Berlino 1932 (trad. it., Roma 1935); M. Klein, Die Psychoanalyse des Kindes, Vienna 1934.
c) Psicopatologia: K. Abraham, Klinische Beiträge zur Psychoanalyse aus den Jahren 1907-20, Vienna 1921; A. Stärcke, Psychoanalyse und Psychiatrie, ivi 1921; R. Laforgue, La psychanalyse et les névroses, Parigi 1924; P. Schilder, Entwurf einer Psychiatrie auf psychoanalytischer Grundlage, Vienna 1925; S. Ferenczi, Bausteine zur Psychoanalyse, voll. 2, ivi 1927; O. Fenichel, Hysterien und Zwangsneurosen, ivi 1931; id., Perversionen, Psychosen, Charakterstörungen, ivi 1931 (entrambi con ricchissima bibl.); H. Nunberg, Allgemeine Neurosenlehre auf psychoanalytischer Grundlage, Berna e Berlino 1932; W. Reich, Charakteranalyse, Technik und Grundlagen, Vienna 1933.
d) Miti, religioni, folklore, etnologia: O. Rank, Psychoanalytische Beiträge zur Mythenforschung aus den Jahren 1912-14, 2ª ed., Vienna 1922: id., Das Inzestmotiv in Dichtung und Sage, 2ª ed., ivi 1926; Th. Reik, Dogma und Zwangsidee, ivi 1927; id., Das Ritual, ivi 1928; G. Roheim, Psycho-Analysis of Primitive Cultural Types, in The International Journal of Psycho-Analysis of Primitive Cultural Types, in The International Journal of Psycho-Analysis, I-II (1932).
e) Criminologia: Th. Reik, Geständniszwang und Straftbedürfnis, Vienna 1925; F. Alexander e II. Staub, Der Verbrecher und seine Richter, ivi 1929.
f) Letteratura e arte: O. Rank, Der Künstler, 4ª edizione, Vienna 1925; K. Abraham, Giovanni Segantini, ivi 1925; R. Laforgue, L'échec de Baudelaire, Parigi 1932; M. Bonaparte, Edgar Poe, voll. 2, ivi 1933.
Periodici principali: Imago (dal 1912), Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse (dal 1913), The Psycho-analytical Review (dal 1913), International Journal of Psycho-Analysis (dal 1919), Zeitschrift für psychoanalytische Pädagogik (dal 1926), Revue Française de psychanalyse (dal 1927), Psychoanalytische Bewegung (dal 129 al 1933), The Psycho-analytic Quarterly (dal 1932), Rivista italiana di psicoanalisi (dal 1932 al 1934).
Per le obiezioni alla dottrina freudiana, cfr.: A. Kronfeld, Freuds psychoanalytische Theorien, Lipsia 1914; L. Bopp, Moderne psychoanalyse, Monaco 1923; P. Janet, La médecine psychologique, Parigi 1924; Ch. Blondel, La psychanalyse, ivi 1924; E. Jahn, Wesen und Grenzen der Psychoanalyse, 2ª ed., Schwerin 1927; M. Nachmansohn, Die wissenschaftl Grundlagen der Psychoanalyse Freuds, Berlino 1928; Die Krisis der Psychoanalyse, a cura di H. Prinzhorn e K. Mittenzwey, I, Lipsia e Berlino 1928; O. Bumke, Die Psychoanalyse, Jena 1931; E. Michaëlis, Die Menschheitsproblematik der freudschen Psychoanalyse, 2ª ed., Lipsia 1931; Gegen Psychoanalyse, fasc. speciale dei Süddeutsche Monatshefte, agosto 1931.