psicofarmacologia
Specializzazione della farmacologia che studia gli effetti dei farmaci e di altre sostanze biologicamente attive sulle risposte comportamentali e sulle funzioni mentali (stati emozionali, atti creativi, ideazione). È parte delle neuroscienze cognitive, e ha il compito di chiarire il rapporto tra comportamento, funzioni mentali e attività di gruppi specifici di neuroni nelle varie aree cerebrali. In partic., la p. studia il ruolo dei neurotrasmettitori cerebrali e dei loro recettori in tali fenomeni di attivazione specifica.
Rientrano nello studio della p. farmaci come gli antipsicotici, gli antidepressivi e gli ansiolitici, in quanto queste categorie di farmaci contribuiscono a ripristinare alcune risposte comportamentali alterate. Oltre agli psicofarmaci, anche molte sostanze psicotrope di abuso, in partic. gli allucinogeni, hanno uno spiccato effetto sulle capacità mentali (oltre che sulle risposte comportamentali). Gli allucinogeni vengono considerati da alcuni sperimentatori come utili strumenti per la comprensione biologica delle funzioni mentali. I farmaci attualmente a disposizione non permettono di controllare completamente le risposte comportamentali patologiche tipiche di malattie psichiatriche come la schizofrenia o la depressione. La complessità dei fattori che influenzano le risposte comportamentali è notevole, e le cause biologiche delle patologie psichiatriche sono in gran parte sconosciute. Lo sviluppo di nuovi farmaci è reso difficile dall’assenza di modelli animali adeguati e dalla complessità dei fattori che influenzano la conduzione di studi clinici. I principali limiti sono costituiti dalla difficoltà di standardizzare la diagnosi della patologia psichiatrica e la rilevazione della risposta terapeutica, poiché entrambe si basano su scale di valutazione con elevato margine di soggettività.