psicoterapia
Processo interpersonale coordinato da regole definite e condivise, condotto con mezzi psicologici non solo verbali, finalizzato a risolvere i disagi emotivi o i sintomi presenti e a influenzare i comportamenti che limitano la libertà dell’individuo, attraverso un processo di crescita personale e di conoscenza dei propri stati mentali. Sviluppatasi dalle originali idee di P. Janet e di S. Freud, la p. è un processo è favorito da uno specialista con specifica formazione professionale che utilizza tecniche riconducibili a un preciso modello teorico esplicativo del funzionamento della vita mentale e del comportamento umano, dello sviluppo della psicopatologia e dei procedimenti utilizzati per il suo trattamento. La cornice teorica di riferimento e il contesto stesso del trattamento (setting) definiscono i differenti approcci psicoterapeutici. Il setting può essere individuale, di gruppo o esteso a più componenti del nucleo familiare; può essere più o meno intensivo per frequenza e associato a più trattamenti (di gruppo, farmacologico ed interventi psicoeducazionali, alcuni ecc.).
È possibile definire come p. una grande varietà di interventi psicologici (se ne contano più di 400); tuttavia, soltanto pochi di questi hanno prodotto dati scientifici che ne dimostrano l’effettiva efficacia e che permettono il confronto dei risultati. In partic., l’approccio psicoanalitico è centrato non sulla remissione dei sintomi, ma sulla modificazione strutturale dell’intera personalità, mediante un trattamento intensivo e a lungo termine. Le psicoterapie che hanno avuto origine dalla psicoanalisi si differenziano per strategie e modalità d’intervento (espressiva, focale, a orientamento psicoanalitico, orientata all’insight, esplorativa) e sono accomunate dall’obiettivo di analizzare le difese e portare alla luce il materiale rimosso nell’inconscio. Le p. cognitivo-comportamentali si pongono l’obiettivo di identificare le idee e le convinzioni irrazionali che sono associate a reazioni emotive e comportamenti disfunzionali. Il trattamento è più breve, meno intensivo e centrato sui bisogni del paziente e sugli obiettivi terapeutici condivisi col terapeuta. Dal paradigma cognitivista standard derivano numerosi altri approcci che fanno riferimento al pensiero evoluzionista, costruttivista, all’etologia, alla teoria dell’attaccamento e alla psicologia dello sviluppo. Nelle p. sistemico-relazionali, l’attenzione è focalizzata sul sistema familiare, i cui meccanismi disfunzionali sarebbero alla base dei comportamenti sintomatici del paziente. In un setting non necessariamente esteso a tutti i componenti del nucleo familiare, l’obiettivo del terapeuta è di rendere esplicito il significato del sintomo all’interno del sistema per indurre un cambiamento. La p. interpersonale è invece un trattamento breve basato sull’analisi delle relazioni presenti e passate che rivestono un ruolo primario nella genesi dei vissuti problematici del soggetto. Le p. supportive ed esperienziali originano dalle idee proposte da F. Nietzsche, J.P. Sartre e E. Husserl, e si fondano sull’assunto che i disagi emotivi nascono dalle condizioni sociali che inibiscono le potenzialità e le capacità creative dell’individuo. La p. di gruppo non è riconducibile a uno specifico orientamento teorico e le tecniche di intervento possono tra loro differenziarsi considerevolmente; p. può essere condotta attraverso modalità verbali o incentrata su modalità espressive diverse come, ad es., l’art-therapy, lo psicodramma, la danzaterapia.