PSITTACOSI (dal gr. ψιττακός "pappagallo")
È un'infezione grave, non tanto per la sua frequenza e diffusione negli psittaci, quanto anzitutto per la facilità con cui si trasmette all'uomo e per la gravità con cui suole colpirlo. L'infezione nell'uomo, in forma piuttosto endemica, coincise sempre in Europa con l'importazione di pappagalli dall'America Meridionale, dall'Asia, dall'Africa. Essa è stata segnalata per la prima volta nel 1879 e successivamente in varie riprese. La sua ultima apparizione risale al 1929. Sono recentissime le nuove concezioni eziologiche di questa malattia, in quanto non la si attribuisce più al Bac. psittacosis di Nocard, bensì a un virus filtrabile, invisibile e incoltivabile. Le secrezioni ed escrezioni dei pappagalli infetti, come tutti i loro liquidi organici e tessuti, sono virulenti (e di conseguenza anche le gabbie che li ricettano) e molto pericolosi per l'uomo, in cui la malattia si presenta (come di solito anche nel pappagallo) in forma setticemica con localizzazioni polmonari e addominali.