psoriasi
Aggiornamenti terapeutici e aspetti sociali della malattia
Non tutte le forme di psoriasi presentano la stessa gravità. Pertanto, oltre a distinguere il tipo di psoriasi è importante disporre di indici semiquantitativi che indichino la gravità di interessamento della patologia nel singolo paziente. Tra questi indubbiamente il più utilizzato è il PASI (Psoriasis Area and Severity Index). Il PASI fa riferimento alla gravità (0÷4) dei singoli segni presenti nelle lesioni (eritema, infiltrazione, desquamazione) e alla percentuale di area coinvolta in un determinato distretto (0÷6), il tutto moltiplicato per un coefficiente variabile (0,1÷0,4) dipendente dal distretto interessato (testa, arti superiori, tronco, arti inferiori). Il valore PASI può variare da 0 a 72. La psoriasi viene considerata lieve o modesta se il PASI è inferiore 10, moderata se il PASI è tra 10 e 20, grave se il PASI è maggiore di 20. Secondo alcune statistiche circa il 10% dei pazienti con psoriasi presenta una forma grave, circa il 25% una forma moderata mentre il restante ha una forma lieve.
Le diverse terapie per la psoriasi vengono modulate sulla gravità della patologia. Nelle forme moderate e gravi è necessario ricorrere alle terapie sistemiche, in partic. metotressato, acitretina o ciclosporina. Nei pazienti con psoriasi moderata o grave non rispondenti a queste terapie si possono utilizzare altri farmaci come quelli inibitori del TNF-α. Il metotressato è un antimetabolita in grado di bloccare il metabolismo dell’acido folico; nei pazienti con psoriasi viene somministrato al dosaggio settimanale di 7,5÷15 mg; a dosaggi superiori è utilizzato in diversi tumori; può avere come effetti avversi anemia ed epatotossicità.
L’acitretina viene utilizzata per il trattamento della psoriasi al dosaggio giornaliero di 0,5 mg/kg; può presentare come eventi avversi epatotossicità e talora turbe del metabolismo dell’osso ed è teratogeno.
La ciclosporina agisce come immunomodulatore, in partic. inibendo l’azione dei linfociti T helper ed è stata utilizzata inizialmente per prevenire il rigetto dei trapianti di organo. A dosaggi giornalieri di 3÷5 mg/kg è molto utile per la terapia della psoriasi; come effetti indesiderati può indurre ipertensione arteriosa e insufficienza renale.Gli anti-TNF-α comprendono una serie di farmaci (infliximab, etanercept, adalimumab) che, a vario livello, inibiscono l’azione di questa citochina, fattore determinante nella patogenesi della psoriasi. L’infliximab è un anticorpo monoclonale chimerico (in parte murino, in parte umano) che agisce legandosi alla forma solubile e trnsmembranaria del TNF-α impedendone il legame con il suo recettore effettore; viene somministrato al dosaggio di 5 mg/kg ogni 2÷6 settimane. L’etanercept è una proteina di fusione che agisce mimando l’effetto inibitorio del recettore solubile del TNF-α nei confronti dello stesso TNF-α; viene somministrata al dosaggio di 25÷50 mg 1÷2 volte alla settimana. L’adalimumab è un anticorpo monoclonale completamente umano che legandosi al TNF-α lo inibisce impedendone il legame con i suoi recettori; è utilizzato al dosaggio di 40 mg ogni 2 settimane. Tutti i pazienti con psoriasi resistente ai comuni trattamenti, prima di essere sottoposti a trattamento con i farmaci inibitori del TNF-α, devono essere valutati attentamente per la presenza di eventuali infezioni o neoplasie. Tali indagini devono essere ripetute durante il trattamento. I farmaci inibitori del TNF-α sono i primi di una lunga serie di farmaci preparati per agire a diversi livelli nella fase di infiammazione che si sviluppa nei pazienti con psoriasi.
I vari trattamenti per la psoriasi devono comunque sempre tenere presente le cosiddette comorbidità. Il paziente con psoriasi, oltre alle associazioni con le sindromi ansioso-depressive e le artropatie, presenta con una certa frequenza diabete mellito, ipertensione arteriosa, obesità, cardiopatie; talora il paziente è fumatore o consumatore di alcolici. Alcuni dei farmaci che si utilizzano per queste patologie, come per es. alcuni antipertensivi, possono favorire lo sviluppo e l’aggravamento della psoriasi. D’altra parte alcune delle patologie associate alla psoriasi possono costituire limitazioni all’uso dei farmaci per il suo trattamento.
La psoriasi presenta rilevanti aspetti sociali. Ha un’alta prevalenza nella popolazione e può causare gravi danni nel singolo individuo, condizionandolo fortemente nella sua vita di relazione, obbligandolo a frequenti controlli medici, talora all’ospedalizzazione, riducendene la capacità lavorative e la qualità di vita. La prevalenza della psoriasi in Italia, cosi come in altre nazioni dell’Europa e dell’America Settentrionale, è valutata tra il 2 e il 4 %. Il condizionamento della psoriasi sulla qualità di vita del paziente è stato più volte evidenziato in studi hanno utilizzato come metodo di indagine soprattutto 2 questionari: l’SF-36 (Medical Outcomes Study 36- Item Short- Form Health Survey) e il DLQI (Dermatology Life Quality Index), il primo generico e l’altro specificatamente dermatologico. Il DLQI è composto da 10 domande che coprono 6 aspetti (sintomi e sensazioni, attività quotidiane, divertimento, lavoro e scuola, relazioni personali e terapia); esso valuta l’impatto generale della malattia cutanea sulla vita del paziente. Il punteggio varia da 0 (massimo benessere) a 30 (massimo malessere). Nei soggetti con psoriasi, il valore maggiore di 10 indica necessità di intervento. Il riconoscimento degli aspetti sociali della psoriasi ha portato come conseguenza l’avvio di programmi nazionali e regionali di studio della dermopatia con identificazione di centri di riferimento per il trattamento delle fasi avanzate della malattia.