PSYCHOSTASIA (Ψυχοστασία)
La bilancia delle sorti come attributo di un dio supremo, presumibilinente Zeus, è stata riconosciuta da M. Nilsson in un cratere miceneo di Enkomi. Questo lontano antecedente dovrebbe tuttavia avere piuttosto un vago significato cosmico che il senso preciso, angosciosamente legato alle sorti umane in battaglia che il termine P. viene ad assumere. Nel supremo duello dell'Iliade (xxii, 209 ss.) quando Achille ed Ettore sono affrontati, Zeus pone sulla bilancia le Keres dei due eroi - quindi una sorta di personale destino avverso, piuttosto che le anime dei combattenti - con l'effetto che quella di Achille ascende e quella di Ettore discende verso l'Ade. Tuttavia non è a questa situazione che si rifà la tradizione figurata: in effetti l'immagine concretamente plasmata e poi tradotta in figure dovrebbe risalire alla Aethiopis di Arctino di Mileto a cui si rifarebbe il dramma Psychostasia di Eschilo.
Il documento più antico, e per molti aspetti il più toccante, è costituito da una raffinatissima hydrìa ionica da Caere, databile ancora entro il terzo venticinquennio del VI sec. a. C. In essa appaiono in due scene affiancate i due eroi combattenti e Zeus seduto che regge la bilancia dinanzi alle angosciate suppliche delle due madri divine, una di esse in ginocchio dinanzi al dio. Nei documenti attici che seguono, un dèinos a figure nere di Vienna e una lèkythos del Pittore di Saffo nel British Museum non è più Zeus, ma Hermes stante che regge la bilancia, in cui di solito compaiono le animule dei guerrieri. Nel dèinos di Vienna, databile circa il 520-510 a. C. è presente Zeus seduto e altre figure in atto calmo e distaccato, come se l'operazione si svolgesse nell'ambito superiore del mondo degli dèi. Già nella lèkythos del British Museum e nella contemporanea coppa di Epiktetos a Villa Giulia Hermes è posto al centro tra i due combattenti con la sua bilancia: mentre a partire dalle grandiose e limpide innnagini del Pittore di Kleophrades nella Bibliothèque Nationale, Hermes è invece posto a confronto con le madri (o almeno una delle dee), mentre il combattimento ha luogo sul lato opposto del vaso.
La tradizione figurata della P., in Attica almeno, si interrompe verso la metà del V sec. a. C. Un isolato documento italico, il vaso campano di Leida (Roscher, ii, 1142) ci presenta invece un Hermes seduto e neghittoso, la bilancia appoggiata ad una roccia, mentre gli eroi e le madri si dispongono all'intorno in convenienti ben equilibrati atteggiamenti. Un ancor più completo distacco dalla realtà del dramma si ha nello specchio etrusco Gerhard 235, in cui Hermes seduto con un'altra figura non caratterizzata, solleva alta la bilancia con le due animule di cui solo il nome iscritto accanto evoca la personalità eroica.
La figurazione centrale del Trono di Boston, per coloro che ritengono di potersi servire di questo monumento, può sotto certi aspetti rientrare nel tema della Psychostasia. Questa volta si tratta di Eros (Thanatos, Kairos?) che regge le bilance tra due dèe sedute il cui interesse per l'operazione è di tutt'altro ordine della mortale urgenza che muove Teti ed Eos: e i piccoli personaggi sulle bilance non sono armati e quindi la loro sorte non sarà quella di eroi combattenti. E. Simon propone un pesaggio delle sorti d'amore tra Afrodite ed Eos, due dèe legate a dèi mortali: I. Colin presume un tema d'ispirazione virgiliana, il contrasto mortale tra Enea e Turno. Si può rilevare che l'Eros pesatore, le cui forme grasse e molli sembrano una cosciente trasposizione pagana del terribile pesatore alato di anime, l'Arcangelo Michele, si comporta secondo le regole della pesatura del cuore nel Libro dei Morti degli Egizî o come nel giudizio finale dei cristiani, dando il premio al piatto più pesante della bilancia.
Anche la bilancia che troviamo nelle mani trepidanti di Kairos nel rilievo di Torino, sembra debba concernere tutta l'immensa varietà degli interessi e delle possibilità umane e non unicamente la scelta suprema tra la vita e la morte.
Bibl.: O. Crusius, in Roscher, II, 1890-94, c. 1142 ss., s. v. Keres; F. Studniczka, in Jahrbuch, XXVI, 1911, p. 147; J. D. Beazley-L. D. Caskey, Attic Vase-painting, III, Boston 1931, p. 147 ss.; M. F. Nilsson, Zeus mit der Schicksalwagen, in Bull. de la Soc. de Lund, 1933; id., Griechischen Religion, Monaco 1941, p. 366, tav. 25, 1; E. Wüst, in Pauly-Wissowa, XXIII, 1959, s. v.; E. Simon, Die Geburt der Aphrodite, Berlino 1959, p. 72 ss.; C. Baroni, Osservazioni sul Trono di Boston, 1961, passim.