CORTINI, Publio
Nacque a Roma nel 1805, da Girolamo, giureconsulto e patriota (per il quale, vedi Rass. stor. del Risorg., XXIV [1937], p. 1739 e F. Della Peruta, Mazzini e i rivoluzionari italiani. Il "Partito d'azione" 1830-1845, Milano 1974, ad Ind.). Il C. frequentò l'università di Roma, dove si dedicò a studi filosofici e matematici. Pervenne quindi al diploma di libero esercizio di ingegnere architetto, dopo essersi perfezionato in disegno, architettura ed ornato presso l'Accademia di S. Luca e dopo aver compiuto un periodo di tirocinio nello studio di Giuseppe Valadier. Concorsero alla definitiva formazione del giovane C. anche gli architetti Camporese e, poi, Antonio Sarti, con il quale iniziò l'attività professionale. Nel frattempo il C. viveva con partecipazione gli anni della repressione politica, per la quale il padre Girolamo, personaggio di spicco della Giovine Italia - nell'ambito della quale era vivacemente contestato - ebbe a subire forti persecuzioni (Arch. di Stato di Roma, Miscellanea di carte politiche riservate, b. 953 fasc. 2918, anni 1834-37, e b. 100, fasc. 3073, anni 1838-41), dato che nella sua casa a S. Lorenzo in Lucina si tenevano convegni clandestini di patrioti cospiratori.
Entrato nell'Ufficio tecnico della Comarca di Roma nel 1833 come "assistente ai lavori d'Acque e Strade della Comarca" si esentò dall'impiego "a motivi di particolari interessi" nel 1836. Nel 1841 e nel '42 il C. presentava suppliche per essere riassunto: da quella datata 26 nov. 1842 si arguisce che il C. versasse in gravi difficoltà per le sue opinioni politiche (Ibid., Presidenza di Roma e Comarca, Tit. IV, b. 1248, anno 1842). A tutto aggiungasi il fatto che dall'aprile 1842 il C. risulta esser rimasto vedovo con figli in tenera età (Ibid., rescritto 20 apr. 1842 della supplica del 26 novembre dello stesso anno). Sempre fermo nelle idee liberali, il C. partecipò ai moti risorgimentali, e nel 1849 aderì alla Repubblica Romana, adesione che gli costò l'impiego alla Comarca (ove era stato riassunto in data imprecisabile), da cui fu destituito.
Dovette quindi dedicarsi ad attività esclusivamente privata. Continuando l'opera del Sarti, terminò nel 1842 l'albergo d'Inghilterra (o degli Stati Uniti), in piazza Bocca di Leone, e più tardi restaurò il cortile del palazzo del Bufalo della Valle in corso Vittorio Emanuele, la sua opera più corretta. Restaurò anche edifici di proprietà Torlonia e di altri e progettò case e negozi ex novo per privati (Verzili, 1875, 1878; Spagnesi).
Il C. fu membro del Collegio degli ingegneri e degli architetti di Roma, associazione formatasi nel 1875, e negli stessi anni si dedicò a problemi inerenti il rinnovamento urbano di Roma, ormai capitale: il C. viene ricordato da alcuni come sistematore del corso Vittorio Emanuele II alla fine dell'ottavo decennio del secolo.
Del 1881 è un suo progetto per uno stabilimento balneare sulla riva destra del Tevere ai Prati di Castello davanti al porto di Ripetta: una magniloquente facciata termale "romana" con scalinate e piattaforme digradanti verso il fiume. Verzili (1875, 1880) ricorda con toni entusiastici due progetti di monumenti a Vittorio Emanuele II; uno, in scagliola, era stato presentato in Campidoglio, e dell'altro il C. aveva donato l'acquarello al sovrano. Fu socio di varie società ed accademie; censore e consigliere della Società filarmonica, di cui fu membro per sessant'anni; consigliere della Società della Cassa di soccorso per gli operai colpiti da infortunio sul lavoro, e infine, in età avanzata, fu per sedici anni economo del Collegio degli ingegneri e degli architetti di Roma.
Il C. morì in Roma il 4 marzo 1888, all'età di ottantatré anni.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Roma, Miscell. di Carte politiche riservate, b. 45, fasc. 1585, anno 1816; Necrologia del Cav. P. C. letta dall'ing. A. Moscati nella seduta dell'11 maggio 1888, in Ann. della Soc. degli ingegneri e degli architettiital., II (1888), p. I, n. 2, pp. 61 s.; G. Verzili, Descriz. di varie opere e monumenti artistici, in Il Buonarroti, X (1875), pp. 241 s.; XII (1878), p. 180; XIV (1880), pp. 126 s.; G. Accasto-V. Fraticelli-R. Nicolini, L'archit. di Roma capitale1870-1970, Roma 1971, p. 173; B. Bonetti, Unsecolo di vita dell'URIA, in La terza Roma, Roma 1971, p. 350; G. Spagnesi, Edilizia romana nellaseconda metà del XIX sec. (1848-1905), Roma 1974, ad Indicem; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 486.