VARO, Publio Quintilio (P. Quintilius Sex. f. Sex. n. Varus)
Figlio di Sesto, nipote del Sesto Quintilio V. pretore e poi proconsole nel 57 e nel 56 a. C., nacque nel 50 (?) a. C., fu questore nell'Acaia nel 22, in Asia legato proconsolare nel 16, console nel 13, poi proconsole in Africa e legato imperiale in Siria. Nel 4 a. C. dominò con due legioni un'insurrezione di Giudei; dal 6 al 9 d. C. fu legato augusteo per la Germania. In tale funzione cercò di ordinare la sua nuova provincia - in cui aveva, nell'8, raggiunto la pacificazione dei confini - secondo le ordinarie norme amministrative delle provincie romane, soprattutto dal punto di vista fiscale, suscitando il vivo malcontento delle popolazioni, le quali si sottomisero con aspro rancore. Un germano educato a Roma, Arminio (v.), approfittò di questo stato d'animo e della superiore cultura romana cui si era accostato, per organizzare un proditorio colpo di mano contro l'esercito romano di occupazione. Approfittando della fiduciosa amicizia che V. aveva per lui, cittadino e cavaliere romano, Arminio fece in modo che i Germani nascondessero il loro malanimo e le loro intenzioni rivoltose; spiò le mosse delle truppe romane, e, all'inizio delle piogge del vicino inverno, nel 9 d. C., d'accordo con guide malfide, Arminio fece condurre V., che moveva contro i Catti in rivolta, nella selva di Teutoburgo; lo fece abbandonare dalle guide locali e aggredire dai ribelli in masse sempre crescenti, sino a che, dopo tre giorni di lotte, avvenne il disastro e la strage. Varo e i suoi luogotenenti si uccisero, migliaia di morti furono lasciati sul terreno.
Bibl.: Oltre alla bibliografia generale su Augusto, su Arminio e su Teutoburgo cfr. W. Kolbe, in Klio, XXV (1932), pp. 141-168; R. Syme, in Germania, XVI (1932), pp. 109-111 e A. Franke, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V A, coll. 1166-1171 anche per ulteriori indicazioni bibliografiche.