SULPICIO Rufo, Publio (P. Sulpicius Rufus)
Nato nel 124 da famiglia patrizia, ma decaduta, educato nelle idee degli aristocratici (fra cui ce lo presenta Cicerone nel dialogo De oratore), passò alla plebe e nell'88 fu tribuno. Da principio appoggiò la nobiltà, ma d'improvviso, indotto forse dalla necessità di trovare denaro, prese a combatterla con la sua trascinante parola e con la violenza e prese decisa posizione contro Silla (v. sulpicie, leggi). Quando le legioni sillane marciarono su Roma, S., dichiarato nemico dello stato, dové riparare in una villa presso Laurento; ma, tradito da uno schiavo, fu ucciso. Il suo capo fu esposto sui rostri, il suo corpo giacque insepolto. Per l'ingegno e l'energia priva di scrupoli lasciò fra i contemporanei e nei posteri grande impressione.
Bibl.: F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV A, col. 843 segg.; A. Passerini, in Athenaeum, XX (1934), p. 363 segg.