pull/push
Nella gestione della produzione i due termini denotano due orientamenti alla programmazione della produzione. Nei sistemi pull (o ‘tirati’) la produzione è richiamata dalla domanda finale: essa è soddisfatta con le consistenze del magazzino, sino a quando questo non raggiunge un punto critico, detto punto di riordino, toccato il quale si lancia un ordine al reparto a monte. Il meccanismo si ripete con le unità che precedono, propagando le richieste della domanda finale all’intero sistema di produzione, ma con un profilo irregolare a motivo dalla presenza dei magazzini. ● Per fronteggiare i problemi di tale irregolarità sono stati introdotti i sistemi push, o ‘a spinta’. Con questi metodi, a partire dalla previsione della domanda, si determinano i piani di produzione delle unità a monte esplodendo la domanda di tutti i componenti e tenendo conto dei tempi necessari per la produzione. Quindi si attiva la produzione dell’unità produttiva del componente più distante e le unità successive sono messe in moto dall’arrivo dei materiali delle unità che le precedono. La gestione della produzione con sistemi push necessita di sofisticati programmi di calcolo. Un suo difetto è quello di rendere poco sensibile la produzione a variazioni della domanda finale. Per questo motivo dagli anni 1980 si sono diffusi nuovi modelli di gestione pull che cercano di evitare le irregolarità dei cicli di produzione e appartengono alla famiglia dei metodi just in time (➔).