punire
Per " castigare ", riferito a Pisa che i vicini a... punir son lenti (If XXXIII 81); ugualmente in Fiore CLIII 8 sie certano che non è peccato / punir la lor malattia, e, nella forma passiva, in Rime dubbie V 21 Fort me desplait pour moi, / ch'i' son punito ed aggio colpa nulla. Con complemento oggetto astratto in Pd VII 21 Secondo mio infallibile avviso, / come giusta vendetta [la giusta punizione del peccato originale avvenuta col sacrificio di Cristo] giustamente / punita fosse, t'ha in pensier miro; in contesto figurato, in Pg XXXII 63 cinquemilia anni e più l'anima prima [Adamo] / bramò colui che 'l morso in sé punio, " punì in sé medesimo el morso d'Adam, perché in ristoro della disubidienza d'Adam, Cristo Dio et omo facto obediente contro a quella disubidienzia sostenne pena in croce " (Landino).
In particolare il verbo è usato nel caso dei dannati dell'Inferno: nella forma attiva in XXIX 57 la ministra / de l'alto Sire infallibil giustizia / punisce i falsador che qui registra, e nella forma passiva in XI 74 perché non dentro da la città roggia / sono ei puniti, se Dio li ha in ira?; XIV 64 O Capaneo, in ciò che non s'ammorza / la tua superbia, se' tu più punito; XIX 97. In due casi compare nel Purgatorio, detto delle anime penitenti: di Stazio (XXII 36 questa dismisura / migliaia di lunari hanno punita) e di Adriano V (XIX 114 or, come vedi, qui ne son punita).
L'infinito è sostantivato in Pd XVII 99 Non vo' però ch'a' tuoi vicini invidie, / poscia che s'infutura la tua vita / via più là che 'l punir di lor perfidie.