purgare
In senso proprio per " purificare ", " detergere ", " liberare da impurità e da scorie ", in Cv II XV 5 l'aere da li raggi meridiani purgato e illustrato, e in Pd XXVIII 82 Come rimane splendido e sereno / l'emisperio de l'aere, quando roffia / Borea da quella guancia ond'è più leno, / per che si purga e risolve la roffia (intransitivo pronominale; cfr. Aen. I 587 " scindit se nubes et in aethera purgat apertum ").
In contesto figurato, in Cv I II 1 Nel cominciamento di ciascuno bene ordinato convivio sogliono li sergenti prendere lo pane apposito, e quello purgare da ogni macula; II 2 lo illicito e 'l non ragionevole lo coltello del mio giudicio purga in questa forma, e 15 lo pane del mio formento è purgato de la prima sua macula; così III 2 (due volte), V 1, XIII 11; III I 13 dirizzando le parole a la canzone, purgo lei d'alcuna dubitanza, e IX 1.
Il verbo p. compare 9 volte nel Purgatorio con valore morale e religioso: con costrutto riflessivo, per " liberarsi dalla colpa mediante penitenza e sofferenza ", " espiare ", in I 5 canterò di quel secondo regno / dove l'umano spirito si purga / e di salire al ciel diventa degno, e 66 ora intendo mostrar quelli spirti / che purgan sé sotto la tua balìa; XXII 53 s'io son tra quella gente stato / che piange l'avarizia, per purgarmi, / per lo contrario suo m'è incontrato; XXVI 92 son Guido Guinizzelli, e già mi purgo / per ben dolermi prima ch'a lo stremo. Con costrutto transitivo per " scontare ", " espiare " V 72 Ond'io... ti priego... / che tu mi sie di tuoi prieghi cortese / in Fano, sì che ben per me s'adori / pur ch'i' possa purgar le gravi offese; XI 30 quell'ombre... andavan sotto 'l pondo / ... purgando la caligine del mondo; XXIV 23 purga per digiuno / l'anguille di Bolsena e la vernaccia; XVII 83 quale offensione / si purga qui nel giro dove semo?. Per " dissipare ", in XXVIII 90 purgherò la nebbia che ti fiede: " Leverotti da gli occhi... idest leverò dal tuo intellecto la ignoranzia che non ti lascia intendere " (Landino).