PURIFICAZIONE
. Il concetto di purificazione è nella mentalità dei primitivi un concetto, se non essenzialmente e assolutamente, almeno prevalentemente esteriore. Ma appunto perché il peccato è concepito come qualcosa di materiale, che aderisce alle membra del peccatore, e la stessa punizione divina si manifesta con sofferenze fisiche, la purificazione si effettua attraverso riti magico-religiosi, tali da liberare corporalmente l'individuo dalla sua colpa: riti magico-religiosi, in quanto l'eliminazione o la distruzione della materia peccaminosa può essere l'effetto immediato della azione magica, ma anche dell'arte e della potenza del dio, di cui s'implora l'ausilio. Un siffatto senso (così simile al senso di malattia e di possessione demoniaca del peccato, che i varî riti catartici possono espellere dall'individuo singolo e dalla comunità, attraverso un processo di trasferimento entro determinati oggetti, che vengono poi distrutti) crea una stretta analogia fra l'impurità del peccato stesso e quelle numerose altre impurità a cui le religioni dell'antichità classica, in gradi diversi, e quelle dei primitivi contrappongono cerimonie complesse di purificazione, accompagnate da rigorose interdizioni di contatti. L'impuro, al pari del santo, vive nella sfera del sacro, in quanto sacro si oppone a profano, cioè a normale e abituale; e come la santità, per certi suoi caratteri eccezionalmente specifici, non può essere da tutti impunemente avvicinata, così è dell'impuro, per il fluido micidiale, che da lui emana, e di cui è fatalmente veicolo; onde la necessità di isolarlo prima e di provvedere poi, mediante riti catartici, a riammetterlo senza pericoli nella comunità.
Rigorose purificazioni esige tutta la serie dei fatti che si ricollegano con l'attività sessuale; un altro centro gravissimo d'impurità è la morte; donde tutto il complesso rituale catartico, che involge la casa, la suppellettile e i parenti del morto. L'omicidio, a cagione dello spargimento di sangue, tanto più se il sangue sia di congiunti, è generatore di impuri miasmi, che infettano la famiglia e la città, come l'uso di certi cibi, per loro speciali rapporti o caratteri, è considerato impuro e provoca interdizioni o divieti, nei riguardi di persone particolarmente sacre. Anche la caccia e la guerra richiedono determinati riti catartici, di cui sono oggetto non soltanto il cacciatore e il guerriero, ma anche le loro donne. Gli agenti purificatori sono diversi: acque correnti o di fonte o mescolate a speciali sostanze; il fuoco e i suffumigi, con legni ed essenze aromatiche; le spezie; i profumi; l'argilla, detersa poi con acqua dalle membra infette; il sangue della vittima del sacrificio, che non è più impuro, come originariamente è il sangue, ma al contatto dell'altare si impregna di una divina potenza, che assorbe e disperde l'impurità del reo; sostanze, che assumono un significato ed un'efficacia mistici, perché si riconnettono a determinate credenze cosmogoniche: tali l'urina del toro nel rituale dell'Avesta. Altro mezzo di purificazione è il digiuno, accompagnato spesso dall'ingestione di sostanze purgative, all'azione delle quali analogamente si collega presso i primitivi la confessione dei peccati (v. confessione: Primitivi).
Bibl.: A. E. Crawley, The Mystic Rose, Londra 1902; I. B. Jevons, An Introduction to the History of Religion, 3ª ed., ivi 1904; L. R. Farnell, The Evolution of Religion, ivi 1905; E. Westermarck, The Origin and Development of the moral Ideas, ivi 1908, voll. 2; A. van Gennep, Les Rites de Passage, Parigi 1909; J. G. Frazer, Psyche's Task, Londra 1909; id., The Golden Bough, 3ª ed., Londra 1915, XII; R. Pettazzoni, La confessione dei peccati, Bologna 1929-1935, voll. 3; H. Ploss u. M. Bartels, Das Weib in der Natur u. Völkerkunde, Lipsia 1908, voll. 2; articolo Purification, di varî, in Hastings, Encyclopaedia of Religion and Ethics, X, pp. 455-505.