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PUTUNIA

di S. de Marinis - Enciclopedia dell' Arte Antica (1965)
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PUTUNIA

S. de Marinis

Probabilmente nome (la parola è Stata letta anche come Amaputunia e Amatutun) di una figura femminile, verosimilmente una divinità, su uno specchio etrusco da Bolsena al British Museum (n. 618).

La scena mitologico-religiosa raffigurata, non è del tutto chiara: Menrva, Turms e P., alla presenza di Turan, tengono rispettivamente in braccio tre fanciullini, ognuno dei quali porta l'identico nome Maris, seguito da un appellativo, diverso nei tre casi (si veda maris).

La figura di P. non è attestata altrove, e manca anche nelle poche repliche di questa figurazione. Non è possibile stabilire se qui abbia un ruolo secondario di ancella, o un ruolo più elevato, come le altre quattro figure della scena. Nessun chiarimento ci offre al riguardo la tipologia della figura quanto mai comune, generica e per nulla significativa (seminuda, con il consueto mantello poggiato solo sulle spalle, e riccamente ornata di gioielli). È tuttavia verosimile che si debba vedere in essa semplicemente una delle numerose figure classificabili come appartenenti alla cerchia di Turan-Afrodite.

Bibl.: E. Brunn, in Bull. Inst., 1858, p. 185 ss.; E. Gehard-G. Körte, Etr. Spiegel, 1894-97, pp. 276, 328, tav. 257 B; C. Pauli, in Roscher, III, 2, 1902-7, c. 3282 s., s. v.; R. Enking, Minerva Mater, in Jahrbuch, LIX-LX, 1944-45, p. 116, tav. VIII; id., in Pauly-Wissowa, XXIII, 2, 1959, c. 2062 s., s. v.

(S. De Marinis)

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