QAṬAR
(App. IV, III, p. 119)
Il paese, che si estende per 11.437 km2, ha − secondo una stima del 1991 − 382.000 ab.: solo un terzo è rappresentato da Qaṭari, in quanto è elevatissimo il numero dei lavoratori stranieri (per lo più provenienti dal Pakistan e dall'India). Oltre il 50% della popolazione è concentrato nella capitale Dawḥa (217.294 ab. nel 1986); altri centri di un certo rilievo sono Umm Sa῾īd, poco a sud di Dawḥa, porto d'imbarco del greggio, e Duẖān, sulla costa occidentale, maggior centro petrolifero del paese.
Lo sviluppo dell'economia è legato allo sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas naturale. Nel 1992 sono stati estratti 20,9 milioni di t di petrolio, mentre nel 1990 la produzione di gas naturale è stata di 5435 milioni di m3. Dal febbraio 1977 lo stato detiene il controllo di queste due risorse naturali e successivi accordi con le società estrattive operanti nel paese ne hanno ancor più rafforzato la posizione egemone. È stato calcolato che, in mancanza di nuovi ritrovamenti, ai livelli di produzione del 1991, le risorse petrolifere dovrebbero esaurirsi nell'arco di 24 anni. Di conseguenza i piani economici del governo puntano alla creazione di fonti di reddito alternativo; in particolare si cerca di ampliare e potenziare l'estrazione del gas naturale (risorsa questa che non minaccia di esaurirsi), il settore industriale, nonché l'agricoltura, la quale al momento attuale è in grado di assicurare l'autosufficienza alimentare solo per i prodotti ortofrutticoli.
L'industria manifatturiera non legata al settore petrolifero contribuisce per il 12,8% alla formazione del prodotto nazionale lordo (1991) e occupa il 6,9% della popolazione attiva. Essa è orientata soprattutto verso la dissalazione dell'acqua marina, la lavorazione del ferro e dell'acciaio e la produzione di cemento. Il commercio estero è rappresentato per circa l'80% dal petrolio, quanto alle esportazioni (per il resto prevalgono prodotti chimici e petrolchimici), mentre le importazioni riguardano per lo più prodotti meccanici o comunque industriali.
Storia. - Indipendente dal 1971, questa piccola monarchia ereditaria affacciata sul Golfo Arabico ha dovuto far fronte agli alti e bassi della produzione e dello smercio del petrolio e agli echi del conflitto Iran-῾Irāq, che dal 1980 al 1988 ha profondamente agitato tutto il settore. Un anno molto travagliato per il Q. fu il 1986, allorché al calo delle entrate per la diminuzione del prezzo del petrolio si aggiunse (aprile-giugno) una controversia con il Baḥrain giunta sull'orlo della prova di forza militare per il tentativo del vicino emirato di occupare e fortificare l'isola di Fasth al-Dibal. La mediazione di ῾Omān, Emirati arabi uniti e Arabia Saudita permise la ricomposizione della vertenza. Fu quindi possibile iniziare lo sfruttamento della riserva di gas di Capo Nord grazie ad accordi con imprese francesi e statunitensi, e studiare il progetto per un grande impianto di dissalazione ad al-Wusayl. Di orientamento conservatore, il Q., sotto la guida di H̱alīfa bin Ḥamad Āl Tānī, ha nel giugno 1987 concluso accordi con la Francia per la fornitura di armi, e dal 1991 per lo sfruttamento di nuovi giacimenti petroliferi al largo delle coste del paese. Impegnatosi per la liberazione del Kuwait nella guerra contro l'῾Irāq, attivo nel Consiglio di cooperazione del Golfo, forte dei legami con l'Arabia Saudita, il Q. vede i suoi ceti dirigenti − notabili, uomini d'affari e industriali − operare attivamente per lo sviluppo del territorio nazionale; in particolare è dovuto alla loro iniziativa il moltiplicarsi non solo di lussuosi centri residenziali, ma anche di impianti agricoli e per l'allevamento del bestiame. Anche il Q., come altri punti nella zona del Golfo, va così affermandosi, grazie agli introiti derivanti dal petrolio, quale area in rapida crescita economica.
Bibl.: Security in the Persian Gulf, a cura di S. Chubin, i-ii, Londra 1981; L'Etat du Qatar, Ministère de l'Information, La guide touristique du Qatar, Doha 1991.