QIBLAH
. Vocabolo arabo che propriamente significa il tratto d'orizzonte che sta di fronte a un osservatore, ma che nel linguaggio tecnico dei musulmani designa la direzione della Ka‛bah, ossia del gran tempio della Mecca, verso cui è d'obbligo rivolgere la faccia durante la preghiera rituale, sotto pena d'invalidità della preghiera stessa. Nelle moschee tale direzione è indicata mediante una nicchia detta miḥrāb. Il problema di determinare la direzione o azimut della qiblah per un dato paese (a condizione che ne siano note approssimativamente la latitudine e la longitudine) è quindi trattato con varî metodi in tutti i libri arabi d'astronomia e di determinazione del tempo; sui varî procedimenti matematici, v. C. Schoy, art. Qibla, in Encyclopédie de l'Islām, II, 1927, pp. 1045-1047.
Siccome per molti paesi la direzione della Mecca è circa a sud o sud-est, in parecchi dialetti arabi (Egitto, Africa settentrionale), la parola qiblah (in Tripolitania e Cirenaica pronunziata ghibla) è passata a designare anche il sud in genere, onde la regione detta el-Ghibla nella Tripolitania; come l'aggettivo relativo qiblī (nella Libia italiana ghiblī) vi ha preso il significato di meridionale e anche di vento caldo e sabbioso che spira dal sud.