qigong
<čhikùṅ> (o <čhiġóṅ>) s. cinese, usato in it. al masch. – Ginnastica energetica orientale accompagnata da esercizi meditativi. Il q. costituisce, insieme al taiji quan, una delle cinque aree in cui si articola la medicina tradizionale cinese. Secondo il più antico testo di medicina cinese, il Canone interno dell’imperatore giallo (Huangdi neijing), del 1° sec. a.C., per mantenere la salute occorre seguire la via (dao) e saper nutrire la vita. La nutrizione della vita si attua soprattutto con le pratiche interne: meditazione e ginnastiche energetiche, ossia taijiquane qigong. L’espressione qigong (lett. «coltivazione dell'energia vitale») fa riferimento alla capacità di condurre e far circolare l’energia interna (qi). Secondo l’antica medicina cinese, il saggio e il buon medico devono saper nutrire la vita tramite le pratiche interne, le tecniche di concentrazione e di meditazione, che consentono la visualizzazione del qi e il suo trasporto lungo i meridiani energetici, la cui rete pervade nel suo complesso l’organismo. La pratica del q. si svolge con esercizi di respirazione coordinati con una ripetizione di movimenti stereotipati lenti e fluidi, che inducono uno stato mentale di calma, al fine di visualizzare l'energia interna che circola nel corpo. Vi è un’ampia diffusione di queste pratiche in Occidente e, con essa, sono iniziati studi controllati. Esistono buone evidenze sull’efficacia della pratica del q. nel controllo dell’ipertensione. L’aspetto più controverso, tuttavia, riguarda il cosiddetto q. esterno, ossia la capacità che avrebbero alcuni maestri di proiettare l’energia al di fuori del proprio corpo, un fenomeno difficile da accettare in un’ottica scientifica classica; resta però il fatto che scienziati cinesi e occidentali hanno prodotto lavori che dimostrano modificazioni indotte dal q. in colture batteriche e cellulari. Juliann G. Kiang, professore di farmacologia a Bethesda (Maryland), ha descritto (2005) un incremento del calcio nel citoplasma come indice di reattività della cellula all’emissione del qi. Dalla Cina è giunto un lavoro (2008) che mostrerebbe la capacità del q. esterno di indurre l’arresto della proliferazione e l’apoptosi di cellule di cancro prostatico in vitro. Ci sono poi lavori che hanno verificato l’efficacia clinica del q. esterno su patologie dolorose, documentandone la superiorità rispetto alla terapia standard. Una metanalisi del 2007, riguardante soltanto gli studi più rigorosi, ha concluso che le prove sull’evidenza del q. esterno sono incoraggianti.