quaccheri
Movimento religioso nato nel 17° sec. in Inghilterra dalla predicazione di G. Fox. Inizialmente il loro nome era Figli della luce (Children of the light), divenuto poi Società degli amici (Society of friends). Q. è un soprannome («i tremanti») coniato per irrisione dal giudice G. Bennet (1650) in relazione ai fenomeni «pneumatici» cui si abbandonavano i seguaci di Fox. Il movimento affonda le proprie radici nelle correnti «ispirazionistiche» della Riforma e si ricollega alle varie sette diffuse in Inghilterra durante la rivoluzione, di cui erano caratteristiche l’avversione a un clero distinto dal laicato, l’estrema semplificazione del culto, affidato a chiunque, sentendosi ispirato, parlasse per edificare i confratelli, e certe forme di avversione al vivere mondano. Un’organizzazione vera e propria dei q. si ebbe a partire dal 1666 e vi concorse l’opera di W. Dewsbury (1621-1688); in quello stesso anno aderirono al movimento R. Barclay, che doveva scriverne l’apologia, e W. Penn il Giovane. Il movimento ebbe rapida fortuna, malgrado le persecuzioni cui fu sottoposto fino all’Atto di tolleranza (1689). Si diffuse presto nelle colonie, soprattutto in America, dove nel 1659-61, dopo violente persecuzioni, i q. si poterono stabilire nel New Jersey e in Pennsylvania; in America i q. furono la prima comunità cristiana a combattere la schiavitù. I q. non hanno una professione di fede ufficiale, nonostante il tentativo di R. Barclay di dare alle loro credenze una sistemazione teologica. Si tratta soprattutto di un’esperienza religiosa di tipo mistico. Della Chiesa, misticamente intesa, fanno parte tutti coloro che ascoltano la voce di Dio, presente nel cuore di ogni uomo; la Chiesa non si sovrappone né si oppone allo Stato, ma non gli permette di violare la coscienza religiosa e morale dell’individuo o della comunità, che sono una cosa sola. Da questo atteggiamento derivano una serie di posizioni prese via via dai q. rispetto a consuetudini civili e religiose, come, per es., l’ostilità totale al servizio militare e il rifiuto di prestarlo, l’avversione assoluta al giuramento e obbligo della più piena sincerità in qualsiasi circostanza. La comunità è diretta dai ministri, che possono essere dei due sessi e sono «iscritti» (recorded), ma non considerano il loro come un ufficio, né ricevono compenso; gli «anziani» (elders), che hanno il governo effettivo della comunità, e i «sorveglianti» (overseers), incaricati di vigilare sulla condotta dei singoli, funzione esplicata soprattutto nei riguardi dei giovani. A unire le varie comunità fra loro provvedono le diverse «adunate» (meetings) mensili, trimestrali e annuali. La Società degli amici ha avuto il premio Nobel per la pace nel 1947. Gli adepti agli inizi del 21° sec. sono circa 400.000.