QUADRANTE (quadrans)
Così si denomina una moneta di bronzo del sistema dell'asse (v.), che risulta essere 1/4 dell'asse duodecimale, del valore di 3 once e segnato da tre globuli; esso mostra al dritto costantemente l'effigie di Ercole con spoglia leonina e al rovescio la solita prua di nave. Nel sistema dell'asse decimale prende la denominazione di teruncie, così nella serie dell'aes grave dell'Italia orientale. Il suo peso varia a seconda del sistema cui l'asse relativo appartiene; abbiamo quindi il quadrante librale e semilibrale, fusi; poi il quadrante delle riduzioni sestantaria, onciale e semionciale, coniati.
Nel sistema semionciale esso costituisce il nominale minimo coniato, essendo eliminati il sestante e l'oncia; esso è tale anche nel sistema monetario augusteo; ivi è il bronzetto di circa gr. 3, che porta con tipi varî anche i nomi di alcuni collegi di monetarî dal 12 al 7 a. C. e che H. Willers volle denominare, con altri, "semisse". Il pezzo viene coniato ancora durante i primi due secoli dell'impero, ma raramente porta il nome e il ritratto imperiale.
Con questo nome s'indica quasi per antonomasia la moneta enea di minor valore; era il prezzo di un bagno popolare alla fine della repubblica, donde la frase "quadrante lavari"; col massimo disprezzo Cicerone bolla a sangue col nome di "quadrantaria" la sorella di Clodio. Ancora Plutarco spiega che così si denominava la più piccola moneta di bronzo.
Questo nominale compare ancora nella monetazione enea romanocampana, da considerarsi, secondo E. J. Haeberlin, pezzo da tre libelle. Il quadrans poi corrisponde al tartemorion (1/4, di obolo ovvero 1/24 di dramma) sia di argento sia di bronzo, e al trias (3/12 della litra o asse siculo-italiota); entrambi i nominali sono infatti segnati da tre globuli, così il trias siracusano di argento, così quello di bronzo di Agrigento, Camarina, Gela, Imera, Selinunte, ecc. Corrispondeva ancora al dicalcon delle città greche, come appare dai vangeli di S. Luca e di S. Marco.
V. anche Libbra
Bibl.: Fr. Hultsch, Griech. u. röm. Metrologie, 2ª ed., Lipsia 1882; H. Willers, Röm. Kupferprägung, ivi 1909, p. 171; E. Babelon, Traité, I, i, Parigi 1901; E. J. Haeberlin, Aes Grave, Francoforte s. M. 1910, p. 134; K. Regling, in F. F. Schroetter, Wörterbuch der Münzkunde, Berlino 1930.