QUAGLIO
(Quaglia, Qualia, Qualio, Qualeus). – Famiglia di pittori, incisori, litografi, scenografi teatrali e architetti originari di Laino, in Val d’Intelvi, sul lago di Como, e attivi nei secoli XVII e XVIII in Lombardia, Friuli, Slovenia, Austria e Germania. Verso la fine del XVIII secolo la famiglia si trasferì definitivamente in Germania, prima a Mannheim poi a Monaco di Baviera, operando nel campo della scenografia teatrale (Trost, 1973, p. 368).
Il capostipite, Giulio I o Giulio il Vecchio, nacque a Laino nel 1601 e morì a Vienna nel 1658, o dopo tale data secondo von Hellermann (1996). È ricordato come frescante e scenografo teatrale a Lubiana, Salisburgo e Vienna, anche se non ci sono dati certi in proposito. A Vienna ottenne il predicato nobiliare dall’imperatore Leopoldo I (von Cranach-Sichart, 1933, p. 494). L’unica sua opera nota è l’Autoritratto con la moglie, un dipinto datato 1628 che è ricordato negli anni Trenta dell’Ottocento presso Simon Quaglio (Nagler, 1841, p. 136) e a distanza di un secolo presso il nipote di questi, nonché ultimo rappresentante della famiglia, Eugen (Monaco 1875-1942), che fu scenografo teatrale a Monaco e a Berlino (von Cranach-Sichart, 1933, p. 493). Il dipinto è comparso in asta a New York (Sotheby’s, 27 gennaio 2012 e 1° febbraio 2013).
Suoi figli, o fratelli come scrivono Bergamini (1994, p. 17) e Prange (2003, p. 30), furono Domenico I e Giovanni Maria I (Laino 1630 circa - post 1687), entrambi pittori. Del primo è noto un ciclo di affreschi raffigurante le Storie di s. Vittore nell’omonima chiesa sita nella frazione di Castello di Laino. I dipinti sono siglati «D.Q.F.» – da sciogliere in ‘Dominicus Qualeus Fecit’ – e datati 1676, ma pagamenti al pittore sono documentati anche per gli anni 1674 e 1677 (Bergamini, 1994, p. 17).
Giovanni Maria I, sposato con Lucia Traversa, è noto come padre di Giulio II o Giulio il Giovane (per il quale v. la voce in questo Dizionario). Questi, sposatosi nel 1693 con Margherita Novo, ebbe tre figli pittori: Raffaele, Giovanni Maria II e Domenico II.
Raffaele nacque a Laino nel 1695 circa ed è menzionato come aiuto del padre durante la seconda campagna di lavori a Lubiana, quando negli anni 1721-23 i due affrescarono il soffitto della biblioteca del seminario e le sei cappelle della cattedrale. Raffaele morì prima del 1733, quando nel testamento del padre è menzionato un suo dipinto raffigurante la Strage degli innocenti lasciato in eredità al fratello Giovanni Maria II (Bergamini, 1994, p. 365).
Giovanni Maria II nacque a Laino nel 1709 (p. 365) e morì a Vienna nel 1765 (Nagler, 1841) o dopo il 1766 (Prange, 2003). Si formò a Milano e, con il figlio Raffaele, non altrimenti noto, è documentato nel 1743 all’opera nella chiesa di S. Stefano di Dongo, in provincia di Como, dove i due affiancarono Giulio II realizzando le parti architettoniche degli affreschi (Bergamini, 1994, p. 306). Successivamente Giovanni Maria II si trasferì a Vienna e prestò servizio alla corte imperiale. Durante il regno di Maria Teresa ottenne la carica di ingegnere generale (Nagler, 1841).
Domenico II nacque a Laino nel 1714 (Bergamini, 1994) e vi morì nel 1779 (Signorini, 2003). Si formò nella bottega del padre, che affiancò almeno dal 1726 collaborando alla realizzazione degli affreschi della parrocchiale di S. Pancrazio Martire a Gorlago, in provincia di Bergamo (Bergamini, 1994, p. 271). Nelle opere autonome adottò le soluzioni compositive del padre, ma prive di vigore plastico e con una minore sensibilità coloristica.
Suoi lavori, in massima parte affreschi, si trovano nelle chiese delle località lombarde di Malonno (1737), Osteno (1743), Mazzunno (1754), Ossimo Inferiore (1749), Torriggia Alta (1752), Piazze di Artogne (1760), Carobbio degli Angeli (1760) e Ramponio, oltre che a Castion Veronese. A Ramponio, nel 1743, Domenico sposò Margherita Bolla (1720 ca.-1748), vedova Orsolino (p. 346), figlia di Rocco e di Caterina della Torre (Prange, 2003, p. 30).
Lorenzo I o Laurentius, figlio di Giovanni Maria II, nacque il 25 maggio del 1730 a Laino e morì a Monaco il 7 maggio 1804 (1805 per Trost, 1973, p. 354, e Prange, 2003, p. 30). Architetto, pittore e incisore, si formò nella bottega del padre, che seguì a Vienna, dove ebbe modo di frequentare l’Accademia. Nel 1750 (1752 per Trost, 1973, p. 16) il principe elettore del Palatinato Carlo Teodoro lo chiamò a Mannheim come architetto e scenografo teatrale: prese così avvio la collaborazione della famiglia Quaglio con la corte bavarese dei Wittelsbach. Il 16 dicembre 1758 Lorenzo fu nominato architetto teatrale di corte. Dal 1° maggio 1767 (1768, p. 91) diresse l’ampliamento del teatro dell’opera costruito nel castello di Mannheim nel 1741 su progetto di Alessandro Bibiena. Nel 1769 realizzò le scenografie per l’opera La clemenza di Tito e per il balletto allegorico Il concorso dei numi, entrambi di Johann Gottlieb Naumann, messi in scena nel teatro di Dresda.
Nel 1772 nacque il figlio Giovanni Maria III (Mannheim 1772 - Monaco di Baviera 1813), che fu litografo e pittore teatrale a Monaco e a Mannheim.
Nello stesso anno Lorenzo intraprese un viaggio di studio in Italia che lo condusse sino a Roma, Napoli e Pompei. Nel 1775-76 realizzò delle decorazioni per il nuovo teatro di Zweibrücken. Negli anni 1775-77 attese a Mannheim alla costruzione del Komödienhaus (poi Nationaltheater), decorato dai cugini Giuseppe e Giulio III. Il teatro, uno dei più moderni dell’epoca, e il castello furono pesantemente bombardati durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1778 Lorenzo si trasferì a Monaco al seguito di Carlo Teodoro, che nel 1777 divenne anche principe elettore della Baviera. A Monaco, Lorenzo fu confermato nella carica di architetto di corte, ottenne il titolo di consigliere aulico e venne elevato al rango nobiliare. Per il principe elettore stilò diversi progetti, tutti rimasti sulla carta, per la costruzione di un teatro simile a quello di Mannheim.
Nel 1781 realizzò l’apparato scenico per la prima dell’Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart. Nel 1783, su ordine di Carlo Teodoro, iniziò a Lauingen sul Danubio il riammodernamento in stile palladiano del Palazzo municipale, ultimato il 12 settembre 1791. Nella città bavarese realizzò, tra le altre, le scenografie per le opere Castore e Polluce di Georg Joseph Vogler e Armida di Christoph Willibald Gluck e per la tragedia Agnes Bernauer del conte Joseph August Törring-Cronsfeld. Rimase attivo sino al pensionamento, avvenuto nel 1799 con l’avvento del principe Massimiliano IV (Prange, 2003, p. 30).
Nel 1801 pubblicò una raccolta di 24 incisioni da suoi disegni che rappresentavano architetture e costumi dai quattro angoli del mondo destinati agli «artisti, letterati, direttori di teatro e amanti delle belle arti» (in Zeitung für die elegante Welt, Leipzig 24 settembre 1801, col. 926). I disegni e le incisioni di Lorenzo I si conservano presso la Staatliche Graphische Sammlung e il Deutsches Theatermuseum di Monaco.
Di Giovanni Maria II sono documentati altri due figli (Trost, 1973, p. 366): Carlo fu attivo come ingegnere e pittore a Vienna (1762-64) e a Varsavia (palazzo Ujazdow nel 1766 e 1770); Martin fu macchinista e decoratore a Vienna, Mannheim (1764-68) e Kassel (1769-73).
Giuseppe o Joseph, figlio di Domenico II, nacque a Laino il 2 dicembre 1747 e morì a Monaco il 23 gennaio 1828. Dopo gli insegnamenti ricevuti nella bottega paterna, raggiunse il cugino Lorenzo a Vienna e completò la formazione studiando architettura e decorazione scenica. Compì numerosi viaggi di studio in Italia e in Germania, realizzando disegni di paesaggi e vedute urbane che avrebbe in seguito utilizzato per le scenografie teatrali. Grazie alla raccomandazione del cugino Lorenzo, nel 1771 entrò alla corte del principe elettore Carlo Teodoro e affrescò con quinte prospettiche il teatro dell’opera di Mannheim, già ampliato da Lorenzo, e la sala del ridotto (1776). Collaborò occasionalmente anche alle produzioni dei teatri di Francoforte sul Meno, Schwetzingen, Ludwigsburg e Spira. Nel 1778 si trasferì a Monaco al seguito del principe elettore Carlo Teodoro. Nel 1801, dopo la morte del fratello Giulio III, ottenne la carica di architetto teatrale di corte, che mantenne sino al pensionamento, avvenuto nel 1823.
Nel 1783 aveva sposato Agnes Grün-wald (1764 ca.-1832), figlia di Dominicus, ballerino di corte, ed Eleonora, originari di Mannheim. Dal matrimonio nacquero i figli Angelo I (Monaco, 13 agosto 1778-2 aprile 1815), Domenico III (Monaco, 1° gennaio 1786 o 1787-Hohenschwangau, 9 aprile 1837), Lorenzo II (Monaco, 19 dicembre 1793-15 marzo 1869) e Simon (Monaco, 23 ottobre 1795 - 8 marzo 1878), che continuarono la tradizione di famiglia come pittori, incisori, litografi e scenografi, affiancando il padre nella realizzazione degli allestimenti per il teatro di corte.
Giuseppe firmò numerose scenografie per opere teatrali, tra le quali Telemach di Paul Grua (1780), Alberto III di Baviera di Vogler (1781), Otto von Wittelsbach (1781) di Joseph Marius von Babo, Don Giovanni (1791) e Flauto magico (1793) di Mozart, Ginevra di Simon Mayr (1805), Jakob und seine Söhne in Ägypten di Étienne Nicolas Méhul (1809). Allestì anche le scene della rappresentazione Die Weihe di Albert Klebe, prodotta in occasione dell’inaugurazione del Nationaltheater di Monaco nel 1818.
Divenne famoso all’epoca progettando anche apparati effimeri: nel 1783, per celebrare il cinquantesimo anniversario di regno di Carlo Teodoro, decorò l’Alte Reitschule monacense e nel 1790 curò l’illuminazione per l’incoronazione dell’imperatore Leopoldo II a Francoforte sul Meno.
Giuseppe introdusse in Germania la cosiddetta scena per angolo, attingendo le immagini dal repertorio del quadraturista bolognese Giuseppe Galli Bibiena, pubblicate nel libro Architetture e prospettive, dedicate alla Maestà de Carlo Sesto, edito nel 1740 ad Augusta da Johann Andreas Pfeffel (von Hellermann, 1996, p. 788). Nei suoi progetti per i drammi a tema patriottico, che richiedevano fondali con castelli e prigioni, si ispirò invece alle Carceri d’invenzione di Giovanni Battista Piranesi. Ebbe una capacità magistrale nella riproduzione accurata di edifici storici, come nel caso della cattedrale di Reims per la Jungfrau von Orleans di Friedrich Schiller (1801), ma anche di quinte naturali, come nel caso del realistico paesaggio alpino svizzero (p. 788) realizzato per il Guglielmo Tell (1806), anche questo opera di Schiller.
Disegni e acquerelli di Giuseppe si conservano presso la Staatliche Graphische Sammlung e il Deutsches Theatermuseum di Monaco.
Giulio III o Julius, figlio di Domenico II, fu l’ultimo rappresentante della famiglia a nascere a Laino, nel 1764. Architetto e pittore, si formò nella bottega paterna per poi raggiungere il cugino Lorenzo I e il fratello maggiore Giuseppe a Vienna. Compì viaggi di studio a Venezia, Milano e Genova. Nel 1778 giunse a Mannheim, dove affiancò il cugino Lorenzo I (von Cranach-Sichart, 1933, p. 494). Nel 1781 o 1782 è ricordato per la prima volta a Monaco (Trost, 1973, p. 91), mentre nel 1785 era a Zweibrücke, dove lavorò come scenografo teatrale. Nel 1798 fu coinvolto nella realizzazione degli arredi e della decorazione del nuovo teatro di Dessau, costruito su progetto di Friedrich Wilhelm von Erdmannsdorff. Il 6 luglio 1799 si trasferì a Monaco e nel mese di dicembre subentrò nella carica di architetto del teatro di corte al cugino Lorenzo I (von Cranach-Sichart, 1933, p. 495). Rimase al servizio della corte monacense sino alla prematura morte, sopraggiunta nel gennaio del 1801.
I temi ricorrenti nei disegni e negli acquerelli di Giulio III sono i templi egizi e romani e ambienti sotterranei quali tombe, grotte e prigioni illuminate da torce, e poi castelli gotici, chiese e chiostri. Come il fratello Giuseppe, anche Giulio III trovò ispirazione nelle incisioni di Piranesi. I disegni per il mozartiano Flauto magico messo in scena a Mannheim nel 1794 presentano un insieme eclettico di motivi gotici, cinesi ed egizi. Le sue opere si conservano presso il Deutsches Theatermuseum di Monaco.
È ricordato anche un Antonio, figlio di Domenico II, nato nel 1749 a Laino e formatosi a Milano. Lavorò come frescante nel palazzo d’Inverno a San Pietroburgo e dopo essere tornato in patria ripartì alla volta della Spagna (Nagler, 1841).
Fonti e Bibl.: G.K. Nagler, Neues allgemeines Künstler-Lexikon, XI, München 1841, pp. 136-138 (per Antonio, Giovanni Maria II, Giuseppe, Lorenzo I); E. von Cranach-Sichart, Q., in U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXVII, Leipzig 1933, pp. 494-496 (per Giulio I, Giulio III, Giuseppe, Lorenzo I); F. Hadamowsky, Q., in Enciclopedia dello spettacolo, VIII, Roma 1961, pp. 616-622; F. Cavarocchi, Artisti della Valle Intelvi e della Diocesi Comense attivi in Baviera alla luce di carte d’archivio del Ducato di Milano, in Arte lombarda, X (1965), 2, pp. 143 s. (per Lorenzo I); B. Trost, Domenico Q. (1787-1837), München 1973; Münchner Maler im 19. Jahrhundert, a cura di L. Horst, III, München 1982, p. 316 (per Giuseppe); Bosl’s bayerische Biographie, a cura di K. Bosl, Regensburg 1983, pp. 608 s. (per Giulio III, Giuseppe, Lorenzo I); M. Springer, Das Lauinger Rathaus 1791-1991, Lauingen 1991, pp. 30 s.; G. Bergamini, Giulio Q., Udine 1994; D. von Hellermann, Q., in Grove. The dictionary of Art, a cura di J. Turner, XXV, London 1996, pp. 787-789; H. Gaul, Die Künstlerfamilie Q., in Blätter des Bayerischen Landesvereins für Familienkunde, LXI, München 1998, pp. 61-74; Deutsche Biographische Enzyklopädie, a cura di W. Killy - R. Vierhaus, VIII, München 1998, p. 98 (per Lorenzo I, Giuseppe, Giulio III); P. Prange, Q., in Neue deutsche Biographie, XXI, Berlin 2003, pp. 30 s.; E. Signorini, Domenico Q. a Castion Veronese, in Giulio Q. pittore. Atti del Convegno..., San Fedele Intelvi… 2001, in La Valle Intelvi, 2003, n. 9, pp. 199-201.