quality TV
<ku̯òliti tiivìi> locuz. sost. ingl., usata in it. al femm. – Stile della fiction americana emerso all’inizio degli anni Ottanta (in it. TV di qualità), diffusosi negli anni Novanta, diventato norma dai primi anni del 21° secolo. L’epoca viene definita anche Second golden age, con richiamo alla prima età dell’oro del racconto televisivo seriale, quella dei primi anni Cinquanta. La più famosa definizione della q. TV si deve allo studioso Roger J. Thompson in Television’s second golden age (1996). Le motivazioni che spingono alla nascita di questo nuovo stile sono economiche, tecnologiche e sociali. Tra gli anni Ottanta e Novanta, il panorama mediale cambia: i canali si moltiplicano (nel 1986 debutta la quarta rete americana, Fox, e si iniziano a diffondere i canali via cavo e pay), nascono nuove forme di divertimento mediale domestico (VHS, videogiochi e poi il web). Per catturare il pubblico sottoposto a più stimoli e sempre più esigente, diventa necessario per la tv proporre anche per il racconto seriale formule nuove ed eccessive, capaci di fidelizzare lo spettatore. Nasce così la q. TV, definita da: uso di una serialità interepisodica, per cui da un lato si rompe la vecchia distinzione tra serie e serial e si utilizzano forme ibride, dall’altro si fa sempre più uso del formato del serial anche in prime time; narrazione complessa, ovvero orchestrata attorno a trame multiple e a mosaico, un cast composito, costruzione approfondita dei personaggi, temi scottanti e controversi; ibridazione dei generi; scelta di differenti stili visivi adatti alla narrazione e di un linguaggio audivovisivo più ampio, vicino a quello cinematografico; coscienza metalinguistica e uso delle citazioni; più peso dato a creatori e produttori, alcuni anche di derivazione cinematografica (D. Lynch, S. Spielberg, M. Scorsese). Negli anni Ottanta, è soprattutto la casa di produzione MTM a dar forma a tutte queste nuove necessità, grazie a un successo come Hill street giorno e notte. Il decennio è molto ricco: A cuore aperto, Moonlighting, Miami vice, Avvocati a Los Angeles. La spinta propulsiva continua negli anni Novanta e si fa più intensa. La q. TV diventa sempre più eccedente per contenuti, stile, narrazione, con titoli come Twin Peaks, X-Files, Buffy, Dawson’s creek, ER, NYPD, Law and order e così via. Alla fine del 20° sec. si realizza ancora uno sviluppo: se prima erano i network a guidare il cambiamento, il nuovo balzo in avanti è possibile grazie alle tv via cavo, decise a conquistare spettatori esigenti e remunerativi. È il caso dell’HBO, grazie a Sex and the city, I Soprano, Six feet under, Band of brothers, The wire. Tale nuova vetta qualitativa si trasferisce ben presto sui canali generalisti: 24, Lost, Desperate housewives, CSI, Ugly Betty, House, The office, 30 Rock, e così via. La produzione continua anche su altre reti via cavo (AMC, FX, Showtime, Starz) con Dexter, Weeds, Mad men, Breaking bed, In treatment, The walking dead, Il trono di spade, Homeland. Grazie alla q. TV, la narrazione televisiva si è affrancata dalla sua posizione subalterna rispetto a cinema e letteratura, e nell’ultimo decennio è diventata oggetto di una forte rivalutazione estetica.