Quando il consiglio tra gli uccei si tenne
. - Sonetto rinterzato (Rime dubbie XXX) di forma ‛ degenerata ' (schema AaBBbA AaBBbA CCDDdC CCDdEE: cfr. i regolari O voi che per la via, Morte villana e Se Lippo amico), attribuito a D. nel Laurenziano Rediano 184 (c. 97) e dal suo affine II IV 114 della biblioteca Nazionale di Firenze - ambedue poco attendibili per quanto concerne le attribuzioni -, adespoto nel Laurenziano Mediceo Palatino 119.
Lo schema metrico e il soggetto - l'apologo della cornacchia che si fa bella con penne altrui ma che alfine, riconosciuta, viene smascherata e derisa - inducono piuttosto a supporre che il sonetto sia di Antonio Pucci, il noto autore di cantari e di apologhi.
Favorevoli alla paternità dantesca sono, tra altri, il Carducci (che giudica il sonetto " candidissimo di lingua e di stile "), il Concato e il Lamma.
Bibl. - G. Carducci, Delle rime e della varia fortuna di D. (1865), Bologna 1913, 28-30; G. Concato, Studi sul Canzoniere di D., in " Il Propugnatore " XX 2 (1887) 297-317; E. Lamma, Sull'ordinamento delle rime di D., Città di Castello 1914, 93; Barbi, Studi 495-497; Contini, Rime 278-280; Barbi-Pernicone, Rime 702-703.