quanto
1. Di q. - avverbio, aggettivo e pronome relativo e interrogativo, ma anche dimostrativo nel sintagma ‛ tutto q. ' (v. 8.), sostantivo (v. 9.), preposizione (v. 5.) e congiunzione, nel sintagma ‛ in q. ' (v. 7.) - le attestazioni sono complessivamente 521, appena più dense nel Convivio, più rare nelle Rime, nella Commedia e nella Vita Nuova.
1.1. Tra le forme in cui appare, ovviamente prevale, per la maggiore utilizzabilità, ‛ quanto '. ‛ Quanta ', invece, è una volta nelle Rime, 2 nella Vita Nuova, 7 nel Convivio e 15 nella Commedia. Il plurale non è attestato nella Vita Nuova; nelle altre opere ‛ quante ' ricorre 31 volte, ‛ quanti ' 22. La grafia ‛ quant ' ' è eletta dagli editori in 37 luoghi della Commedia, 5 dei Convivio (ma in II Voi che 'ntendendo 46 e in citazioni del verso) e 3 delle Rime. Tranne che nel sintagma ‛ tutto q. ', le sedi elette da q. in poesia sono l'inizio del verso e del secondo emistichio, dopo cesura, perché q. generalmente coincide con l'inizio di proposizione.
2. Diffusa in tutte le opere è la correlazione di q. con il dimostrativo ‛ (co)tanto ', in una minoranza di casi non espresso ma implicito. In tali correlazioni q. è aggettivo o pronome relativo (cfr. Vn XXII 1 tanta meraviglia quanta [" quanto grande "] ... era... Beatrice; Rime LXXXIII 103 colante / persone, quante [numericamente intese] / sembiante portan d'omo; LXVII 3, XCI 37 nullo amore è di cotanto peso, / quanto [" come di grande peso "] è quel che la morte face piacere, e 83; Cv III Amor che ne la mente 50 bello è tanto quanto [" tutto ", " soltanto quello che "] lei simiglia; IV XXIX 6 Non può essere che de li maggiori di costui sia tanto quanto [ " proprio tutto quello che "] si dice), ma più sovente avverbio (cfr. Vn IX 1; Rime LIX 8 cotanto intende quanto l'om sospira; LXXXIII 128 cotanto laude quanto biasmo prezza; XC 31 e 63, XCI 61 e 74, CIII 19 cotanto del mio mal par che si prezzi, / quanto legno di mar che non lieva onda, e 57; CVI 122; Rime dubbie XXVIII 3, Cv III Amor che ne la mente 20).
2.1. La completa eguaglianza dei due termini correlati si risolve, oltre che nelle comparazioni (v. 2.3.), in una traduzione o nella definizione di corrispondenze lessicali o in paretimologie, meno frequenti nella Vita Nuova (ma cfr. XXIV 4 [Primavera] tanto è quanto dire ‛ prima verrà '; XXV 4 dire per rima in volgare tanto è quanto dire per versi in latino; XXI 6), più numerose nel Convivio (II IV 5 ‛ idee '... tanto è a dire quanto forme e nature 'universali; VII 5, IX 5, X 8 fu tanto a dire cortesia quanto uso di corte; III XI 5 ‛ filosofo '… tanto vale a dire quanto ‛ amatore di sapienza '; IV VI 3, VI 5 ‛ autentin ' tanto vale... quanto ‛ degno di fede e d'obedienza ', e ‛ autoritade ' vale tanto quanto ‛ atto degno di fede e d'obedienza'; VI 15, IX 1, XII 10 e 17).
2.2. Queste correlazioni sono più frequenti, in genere, nel Convivio, e pongono a confronto due aggettivi o avverbi (III V 12 tanto lungi da Maria quanto da Lucia; XII 14, IV XI 2 tanto quanto la cosa perfetta, tanto è in sua natura nobile; quanto imperfetta, tanto vile; lo stesso aggettivo si riferisce ai due termini correlati in VIII 3 non sarebbe tanto laido quanto in questo trattato), due aggettivi o avverbi comparativi (II III 14 e 15 quanto lo cielo più è presso al cerchio equatore tanto è più nobile: ma al § 16 così è più nobile quanto è più presso di quello, ‛ tanto ' è implicito, inversamente a IV XI 2 citato già, ove è reduplicato; e I V 11, VIII 12, XII 4, 5 e 9, II XIII 23, III II 6 e 8, X 2 [due volte]; IV XI 9, XIV 7 [due volte] e 8 [tre volte]; XXI 5 tanto meno quanto più dilungato da la prima Intelligenza), due sostantivi (I II 16, II IV 3 e 4 non solamente tante Intelligenze quanti sono li movimenti del cielo, ma eziandio quante sono le spezie de le cose; V 15, III V 16, IV V 19 contra tanto [" tanto grande "] cittadino quanto era Catellina; IX 2, XXIV 3 tanto quanto questa etade ha di salita tanto dee avere di scesa, con ‛ tanto ' iterato e complemento partitivo, come in XXVI 8), un pronome e un sostantivo (IV VII 4 de li altri tanto è da curare quanto di bruti animali; I X 7), due pronomi (I XIII 2 nulla cosa è tanto preziosa, quanto quella per la quale tutte l'altre si vogliono; VI 10, IV XXII 12) o due verbi (IV XIV 11, 11 XII 4). Oltre che in alcuni degli esempi precedenti, la correlazione ha spiccata funzione numerica in II VI 10 cento sessanta sette volte tanto quanto è al mezzo de la terra, e XIV 16.
2.3. Nella Commedia le correlazioni strutturate su ‛ tanto... q. ' sono una cinquantina. Minore è il respiro retorico in If XXIII 98 tanto distilla / quant'i' veggio dolor; Pg VIII 114 tanta cera / quant'è mestiere; Pd XIV 42, XXVIII 51 tanto più divine, / quant'elle son dal centro più remote (v. 2.2.); XXV 33, XXIX 104 e 138; If XXVI 134 alta tanto / quanto veduta non avëa alcuna; Pg XX 78 e 101; XXII 24 e 154, XXXII 41 la coma sua ... tanto si dilata / più più quanto è sù, e 123; Pd XXVI 30 e 66, XXVIII 22. In questi luoghi ‛ tanto ' è nel verso precedente a quello aperto da q.; a tale distribuzione, più frequente, si affianca quella di If VII 20 tante chi stipa / nove travaglie e pene quant'io viddi?; Pg IV 131 e Pd VII 107, ove q., dopo cesura, si riferisce a ‛ tanto ' del verso precedente, con struttura inversa a quella di Pg XIV 49 quant'ella più 'ngrossa, / tanto più trova di can farsi lupi.
Le due forme correlate si succedono immediatamente in If XXXIV 109 Di là fosti cotanto quant' io scesi, e 128, Pg XXXIII 89 e Pd XXVIII 22. ‛ Tanto ' e q. sono all'inizio e dopo cesura di uno stesso verso, in espressioni spesso epigrammatiche (cfr. If XIX 37 Tanto m'è bel, quanto a te piace, XXV 114, Pg XV 70, Pd XIX 88 Cotanto è giusto quanto a lei consuona, XXX 72), ma anche stilisticamente meno differenziate (Pg XXI 74 si gode / tanto del ber quant'è grande la sete, XXXI 82). In altre attestazioni non soltanto è generalmente maggiore la distanza di q. da ‛ tanto ', ma alla correlazione s'intreccia, a volte, un paragone, ora iperbolico ora emblematico: If XXV 20 Maremma non cred'io che tante n'abbia, / quante bisce elli avea; XXX 25, Pg VII 42, XIII 22, XIV 15 ne fai / tanto maravigliar... / quanto vuol cosa che non fu più mai; XV 1 e 55, XIX 125, XXIII 93, XXXII 35, Pd XII 9 tanto vince nostre muse / ... quanto primo splendor quel ch'e' refuse; XIII 23, XIV 37, XXI 9, XXII 80, XXXI 76.
2.4. La correlazione ‛ in tanto... in q. ', limitata a 4 luoghi della Commedia, ha valore temporale in Pd XXVI 88 Come la fronda... / fec'io in tanto in quant'ella diceva [" nel tempo in cui ", " mentre "], con connotazione d'immediatezza in II 23 forse in tanto in quanto un quadrel posa / e vola, e XXII 110, e valore restrittivo in IV 110 Voglia assoluta... consente al danno / ... in tanto in quanto teme / ... cadere in più affanno [" soltanto nel caso che "], ove ‛ in tanto ' ha funzione prolettica (v. 7.).
2.5. Le correlazioni in cui la proposizione introdotta da q. dipende da un'altra in cui non è esplicito ‛ (co)tanto ', appena attestate nella Vita Nuova (VII 3 3 guardate / s'elli è dolore alcun, quanto 'l mio grave, soltanto in poesia), nelle Rime (LXXXVII 11, XC 23 con più diletto quanto è più piacente, CXVI 11; Rime dubbie IV 6, VIII 11) e nel Convivio (II III 15, IV 12 quanto la cosa è più divina è più di Dio simigliante; IV VIII 7, XII 17, XVIII 3), sono più frequenti nella Commedia: Pg IV 90 quant'om più va sù, e men fa male, XXX 120, XV 73, XX 148; If II 60 la fama... / durerà quanto 'l mondo lontana, ove la ‛ lectio ' del cod. Urb, quantelmondo, può celare la forma comparativa quanto e il mondo: v. 4.3.; VI 107, Pg III 69, IV 83, XI 131, XXVIII 126, XXXI 50, XXXIII 84, Pd VII 100, XI 127, XXVIII 102.
3. In proposizioni interrogative, dirette e indirette, ed esclamative l'uso di q., sia aggettivo e pronome che avverbio, è limitatissimo nella Vita Nuova (XXXV 5 1 Videro li occhi miei quanta pietate / era apparita, VIII 6 9) e un poco più diffuso nelle Rime (XC 59, XLIX 9 LXXXIX 5 Vedete quanto forte mia ventura; LXVII 10 Oimè, quanto piani, / soavi e dolci ver me si levaro... !; in XC 50 guarda la vita mia quanto ella è dura, è prolettico il soggetto della proposizione interrogativa indiretta; Rime dubbie II 4; in XXVI 12 mi dimandi e dici: ‛ quante? ', è l'unica attestazione di consimile proposizione interrogativa).
3.1. Nel Convivio l'uso di q. in proposizione interrogativa, tipico di contesti retorici (II X 9 E quanto savere e quanto abito virtuoso non si pare per questo lume non avere! e quanta matteria e quanti vizii si discernono per aver questo lume!; III V 22, IV XIII 11, XXVII 11, XXV 9 Oh quanti falli rifrena erto pudore! Quante disoneste cose e dimande fa tacere! Quante..: cupiditadi raffrena! quante male tentazioni... diffida...! quante laide parole ritiene!; XXVII 19, XI 13, XXV 9, XXX 6), è più frequente di quello in proposizioni interrogative indirette (II Voi che 'ntendendo 46 Mira quant'ell'è pietosa, ripreso in X 2, 5 e 7; III I 2 quanto fosse grande lo desiderio... né dire né intendere si potrebbe; IV Le dolci rime 140 Vedete quant'omai son l'ingannati!, ripreso in XXIX 1; VI 20, III 10, VII 1).
3.2. Nella Commedia le attestazioni di q. con queste funzioni sono 65, di cui 32 in proposizione esclamativa, 2 in interrogativa diretta (If XIX 90, Pg VIII 56: v. 3.2.) e 31 in interrogativa indiretta. Nel primo tipo, q. è preceduto da particella esclamativa o da vocativo nei contesti retoricamente commossi e drammatici di If I 4 Ahi quanto a dir qual era è cosa dura; V 113, VII 71, IX 9 e 88 Ahi quanto mi parea pien di disdegno! (cfr. XXI 32 e quanto mi parea ne l'atto acerbo, XXVIII 100, XXXIV 37, Pd XX 14), XIV 16; XVI 118 Ahi quanto cauti li uomini esser dienno; XIX 10 e 115, XXI 31, XXIV 119 Oh potenza di Dio, quant'è severa...!; Pg VIII 53 giudice Nin gentil, quanto mi piacque...!; XII 112, Pd XI 2, XVI 52, e 140 O Buondelmonte, quanto mal fuggisti; XVIII 115, XX 130, XXV 136, XXXIII 121.
Per strutture diverse, cfr. If VIII 49 Quanti si tegnon... gran regi, e Pg XXII 46 Quanti risurgeran coi crini scemi; If XVIII 85, Pd XXX 116 quanta è la larghezza di questa rosa...!
3.3. Delle proposizioni interrogative indirette aperte da q., il verbo della proposizione reggente è ‛ vedere ', ‛ apparire ', e sinonimi, in If XXXI 26, XXXIV 32, Pg VI 115 vieni a veder la gente quanto s'ama (con prolessi, come in Pd XX 130 e XXXIII 38 vedi Beatrice con quanti beati / per li miei prieghi ti chiudon le mani!; e cfr. Rime XC 50, citato in 3.); Pg XVIII 34, Pd VI 31 e 34, XXVI 102, XXII 128, XXX 129, XXXIII 42, If XV 86 quant'io l'abbia in grado... / convien che... si scerna (cfr. Pg XVIII 12 discerno chiaro / quanto la tua ragion... descriva); Pd XXII 149 dimostrano / [" fecero vedere "] / quanto son grandi e quanto son veloci.
Per altro verbo nella proposizione reggente, cfr. Pd XX 46 ora conosce quanto caro costa; XXI 22, XXVI 108-112 vuogli udir quant'è che Dio mi puose [v. 3.4.] / ne l'eccelso giardino... / e quanto fu diletto; XXIX 91-92; If X 81 saprai quanto quell'arte pesa; Pg XXIV 76 Non so... / quant'io mi viva, raro esempio di q. avverbio temporale; Pg IV 86, VIII 77, XXI 75, Pd XVI 26, XXV 60 rapporti [" riferisca "] / quanto questa virtù t'è in piacere.
3.4. Quant'è che ha valore di avverbio interrogativo temporale (" da quando? " (" da quanto tempo? ") soltanto in Pg VIII 56 Quant'è che tu venisti / a piè del monte...?, e Pd XXVI 109, citato in 3.3.; la connotazione implicita di grande distanza nel tempo è chiara in Pg VIII 56 ss., ove Nino Visconti e Sordello sono stupiti dal singular grado dovuto alla grazia da D., cui è stato concesso, in prima vita, di giungere tra loro.
4. Con funzione di pronome e significato " (tutto) quello che " q. appare in 2 luoghi della Vita Nuova (XIX 11 49 ella è quanto de ben pò far natura, con partitivo dopo q. come in Rime CVI 16 coprir quanto di biltà v'è dato; XXIII 30, v. 4.2.), 6 delle Rime (XLIV 4 di quanti saccio, " di tutti quelli che conosco "; LXXXIII 60, XCI 8, XC 12 sanza te è distrutto / quanto avemo in potenzia di ben fare; CVI 16, citato) e 4 del Convivio, in uno dei quali, immediatamente preceduto dalle due sole attestazioni di q. come aggettivo relativo indefinito nel trattato (v. 4.2.), il pronome q. ricorre 6 volte: IV XII 7-8 " Se quanta rena volve lo mare... se quante stelle rilucono, la dea de la ricchezza largisca, l'umana generazione non cesserà di piangere "... lascisi stare quanto contra esse [" ricchezze "] Salomone e suo padre grida; quanto... Seneca... quanto Orazio, quanto Juvenale e... quanto ogni scrittore, ogni poeta; e quanto la verace Scrittura divina chiama [latinismo, clamat, per " grida "] contra queste... meretrici; in XXVI 3 tutto quanto la nobile natura prepara, il significato di q. è specificato dal ridondante ‛ tutto ' (v. 4.1.).
In Rime LXXX 25 Ma quanto vuol nasconda, e Cv IV XIV 12 quanto vuole sia presuntuoso, ‛ quanto vuol ', con funzione di avverbio concessivo, " pure ", riecheggia il latino quamvis.
4.1. Le attestazioni di questa funzione di q. nella Commedia sono tutte nel Purgatorio (VII 42, XXIX 113, XII 69, XV 32 fieli diletto / quanto natura a sentir li dispuose; II 48 cantavan... / con quanto di quel salmo è poscia scripto; XVIII 46, XXV 90) e nel Paradiso (I 10 quant'io del regno santo / ... potei far tesoro; X 4, XIX 74, XXIII 60; in XXX 17 Se quanto... di lei si dice / fosse conchiuso tutto in una loda, è ridondante la ripresa di ‛ tutto ': v. 4.); cfr. 6.2.
4.2. Come aggettivo relativo indefinito q. ricorre in Rime XLIV 14 da ciò ven quanta pena [" ogni pena che ", Contini] Amore porta; Cv IV XII 7 (citato in 4.), e Pg I 87 quante grazie volse da me, fei, Pg XXII 95, Pd XXVI 17 Alfa e O è di quanta scrittura mi legge Amore.
4.3. In Vn XXIII 30 certe donne... dissero e fecero... quanto è dinanzi che io fossi tornato in verace condizione; Cv II XI 3, XIII 19 'l numero, quant'è in sé considerato, è infinito, IV XIV 1, XI 5, XIX 6 la nobilitade umana, quanto è da la parte di molti suoi frutti [v. 5.], quella de l'angelo soperchia, III VI 12 e Pd XXIX 4 fanno de l'orizzonte... zona, / quant'è dal punto che 'l cenìt inlibra / infin che l'uno e l'altro... / ... si dilibra (ove i codici Co e Vat recano quanto dal, del), ricorre un sintagma in cui, secondo le grafie elette dagli editori, q. dovrebbe interpretarsi come. pronome relativo indefinito e valere " per tutto quello che ": a meno che si preferisca leggere ‛ q. e ' (o, più semplicemente, ‛ quante ', per la fusione, attestata in fiorentino, di ‛ q. + e ', analoga a quella ben nota di ‛ come ' dal latino ‛ Quomodo et '; cfr. Rohlfs, Grammatica § 508) e attribuire a questa forma funzione di avverbio comparativo-correlativo e significato " tanto quanto ", " (proprio) come ".
5. Con funzione di preposizione e significato di " relativamente a ", i nessi ‛ q. a ' e ‛ q. da la parte di ' ricorrono rispettivamente 7 e 3 volte nella Vita Nuova (circa un terzo delle attestazioni di q.) e nel Convivio rispettivamente 11 volte (ma in soli 6 luoghi) e una volta. Cfr. Vn II 1, III 3 quanto a sé, VIII 6 9, IX 2, XVIII 9, XII 3 e XXXV 2 quanto a la vista; VI 1, XIX 18 ne la prima [parte] dico di lei quanto da la parte de la nobilitade de la sua anima... ne la seconda... quanto da la parte de la nobilitade del suo corpo; Cv II III 13 quanto a sé; V 6, XI 7, XIII 5, III III 15 ‛ ascoltare ' quanto a le parole, e ‛ sentire ' quanto a la dolcezza del suono; VIII 18 (due volte), XV 19 filosofia pareva a me, quanto da la parte del suo corpo... fiera... e disdegnosa. Assenti nelle Rime, e, nella Commedia, soltanto in Pg XXIX 80 quanto a mio avviso, " secondo me ".
5.1. Proposizioni relative incidentali sono introdotto da q. in pochi luoghi della Commedia, ora con connotazione restrittiva di valori spaziali, temporali e modali (Pg XIX 68 quanto si fende / la roccia... / n'andai; XXVI 113 Li dolci detti vostri / ... quanto durerà l'uso moderno, / faranno cari... i loro incostri; Pd XXI 89) ora concessiva (Pg XXII 148 Lo secol primo, quant'oro fu bello / [" nonostante tutto l'oro per cui fu bello "], / fé savorose con fame le ghiande).
5.2. Anche il nesso congiunzionale ‛ q. che ' introduce una proposizione concessivo-restrittiva in Cv IV XXVI 6 come uno sciolto cavallo, quanto ch'ello sia di natura nobile [" anche se è di razza "], per sé... bene non si conduce, così questo appetito... quanto ch'ello sia nobile, a la ragione obedire conviene, e, con opposta direzione semantica, in XII 10 [dalle ricchezze] altro che imperfezione nascere non può, quanto che [" anche se soltanto un poco "] accolte siano!.
6. In proposizioni correlative e restrittive introdotte da q. non raro è l'uso del verbo ‛ potere ' e di verbi che indicano ‛ possibilità ', ‛ convenienza ': da questi emblematicamente procedono confronto e limite di una data azione, in modo tanto concretamente inespressivo quanto formalmente suggestivo: risvolto positivo della dichiarazione del ‛ non-potere ' e della ‛ non-convenienza ', questi sintagmi sono tipici della convinzione aprioristicamente profonda che ineffabilità e approssimazione sono inevitabili, perché il dire è corto e fioco al concetto (Pd XXXIII 121).
6.1. Attestato 3 volte nella Vita Nuova (XVII 2 quanto potrò più brievemente; XXXVII 2; XLII 2 di venire a ciò io studio quanto posso) e una sola nelle Rime (XCI 83 sdegnosa / tanto quanto a la tua bontà s'avvene, " si addice ": ma qual è il limite-segno di questa ‛ avvenenza '?), quest'uso ritorna 18 volte nel Convivio (I I 19 tanto splendido quanto conviene a la sua grida; III I 12, VI 5 e 8, VIII 7, XIV 2 e 3, IV I 5, IX 7, XIII 8 " l'uomo si dee traere a le divine cose quanto può "; XXI 7 [due volte], XXIII 5 e 12, XXVI 5 caccia quello che e quanto si conviene, e fugge quello che e quanto si conviene).
6.2. Nella Commedia quest'uso, ridottissimo nell'Inferno (XXV 129 le labbra ingrossò quanto convenne; XXXIV 47), è frequente nel Purgatorio (VI 53, VIII 42, X 25, XV 140, XVI 3 e 34 " Io ti seguiterò quanto mi lece "; XX 23, e 126 tanto quanto al poder n'era permesso; XXI 33, XXIV 154 esurïendo sempre quanto è giusto; XXVI 13 e 131, XXVIII 99, XXXIII 101) e nel Paradiso (III 5 tanto quanto si convenne / leva' il capo, e 125 tanto lei seguio / quanto possibil fu; VII 95, XXII 57, XXVI 94 divoto quanto posso a te supplìco; XXVIII 101, XXXII 110 e 144). Per un'analoga distribuzione di altra funzione di q., v. 4.1.
7. ‛ In q. ', congiunzione di tradizione scolastica - come rivela l'uso nelle opere latine: cfr. VE I III 3 [signum] sensuale quid est, in quantum sonus est; razionale vero, in quantum aliquid significare videtur ad placitum -, con significato che media tra il causale " perché " e il limitativo-dichiarativo-esplicativo " relativamente al fatto che ", ricorre in poche attestazioni, tra loro simili, della Vita Nuova (XIV 1, XV 1, XX 6 ne la prima dico di lui in quanto è in potenzia; ne la seconda... in quanto di potenzia si riduce in atto; XXXVIII 4, XXXIX 6, XL 6, e 7 chiamansi palmieri in quanto... recano la palma... peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia... romei in quanto vanno a Roma). Raro e limitato a contesti dottrinari è anche nelle Rime (XC 40 E' sua beltà del tuo valor conforto, / in quanto giudicar si puote effetto / sovra degno suggetto) e nella Commedia (solo in Pd XX 41 ora conosce il merto del suo canto, / in quanto effetto fu del suo consiglio; il verbo ‛ essere ' è sottinteso in XXVI 28 'l bene, in quanto ben, come s'intende, / così accende amore, variante filosoficamente e formalmente ‛ paradisiaca ' dell'‛infernale ' Amor ch'a nullo amato amar perdona, If V 103).
7.1. Invece, in una sessantina di luoghi del Convivio, in ‛ q. ' è forma tipica dell'elucidazione dottrinaria: I II 7, VIII 3 e 5, IX 3, X 9, XI 3 (due volte), XII 5, XIII 5; II I 13 dico che la natura vuole, in quanto questa via di conoscere è in noi naturalmente innata; VIII 6, XIII 12, e 27 La Geometria è bianchissima, in quanto è sanza macula d'errore; III III 9, IV 5 (due volte), VI 8 e 9, VIII 3, IX 7, XI 12, XII 11, 12 e 14, XIII 1 e 8, XIV 5 (tre volte), XV 4, 6, 11 e 19, IV Le dolci rime 107 (soltinto in questa canzone, decisamente dottrinaria, e in Rime XC 40, egualmente tale, ricorre ‛ in q. '), I 7, II 7, VI 4, 7 e 8, IX 15, X 4 (due volte), XI 5, XX 10 (tre volte), XXIII 5 ciascuno effetto, in quanto effetto è, riceve la similitudine de la sua cagione (cfr. Pd XX 41, cit. in 7.); XXV 5 (due volte), XXVI 2.
7.2. Preceduto da ‛ in tanto ', q. vale " in quanto ", in Cv II XIII 10 lice... in tanto quanto certi vocabuli... sono in uso che già non furono; III XV 19 in tanto quanto dice; in IV II 15 la '21 reca in quanto.
7.3. ‛ In q. ' è nel contesto negativo ‛ non... se non ', in Vn V 4, XXXVII 2 non mira voi, se non in quanto le pesa de la gloriosa donna; Cv I IX 6 nulla cosa è utile, se non in quanto è usata; XI 21, III XII 12, XIII 6, IV XIII 15, XXII 13, XXVI 14.
7.4. ‛ In q. ' ha valore dimostrativo e significa " in ciò ", nel pur dubbio Cv III XV 10 [il desiderio di sapere] così è misurato ne la natura angelica, e terminato in quanto: [" cioè "] in quella sapienza che la natura di ciascuno può apprendere.
8. Il sintagma aggettivale e pronominale dimostrativo ‛ tutto q. ', attestato soltanto nella Commedia, è generalmente in rima (If XX 114 ben lo sai tu che la sai tutta quanta; Pg X 58, XXXII 63, Pd XIV 45 più grata fia per esser tutta quanta [" completa "]; If VI 37, XX 42, Pg II 74, VI 25, VII 36, Pd I 103 Le cose tutte quante / hanno ordine tra loro, XXII 133; If IV 117, XXXI 33, XX 4 Io era già disposto tutto quanto [" completamente "] / a riguardar; Pg VII 89; in XXVIII 103 tutto quanto / l'aere si osservi l'enjambement) e di fronte a bisillabo metrico finale di verso (If III 106 Poi si ritrasser tutte quante insieme, unico esempio di rideterminazione svolta da ‛ insieme '; XXV 82; in If XXII 37 I' sapea già di tutti quanti 'l nome, ‛ tutti quanti ' è pronome, come in III 106, citato, e XX 73 convien che tutto quanto caschi, Pd XXVIII 70, Pg XXII 76 'l mondo tutto quanto), ma in altra sede in Pg XXVIII 11, Pd XXIII 29, If VII 40 Tutti quanti fuor guerci / ... de la mente; Pg VIII 90.
9. Sostantivato e preceduto dall'articolo, ‛ il q. ' ricorre in 4 luoghi simili del Paradiso: II 65 molti / lumi ... e nel quale e nel quanto / notar si posson di diversi volti, e 103 Ben che nel quanto tanto non si stenda; XXIII 92, XXX 120: è uso dotto ma anti-prosastico, perché alle 11 attestazioni di ‛ quantita(de) ', l'astratto corrispondente, nel Convivio - ove mancano ‛ il q. ' e ‛ il quale ', ma ‛ qualita(de) ' ricorre 9 volte - contrastano quelle singole di ‛ quantitate ' e ‛ qualità ' nella Commedia.
10. Tra la ventina di attestazioni di q. nel Fiore, la correlazione con ‛ tanto ' è in CXII 1 Tanto quanto Gesù andò per terra, e CXXX 8; ‛ tanto ' è implicito in CXXXVII 8; l'uso di fronte a comparativo, in CXLIV 14 quanto più vivo, più assotiglio, e CLXXIV; quello preposizionale, in CL 5 quanto a me, e' non me ne calea; quello con ‛ potere ', in CXLI 2 n'andò la Vecchia, quanto può trottando, e CXLII 12 quanto che potesse e' si farebbe / per te, in sintagma congiunzionale con ‛ che ' come in CLXXIV 6; questo nesso non è attestato altro che nel Fiore. ‛ Tutto q. ' ritorna 12 volte, sia come aggettivo (CLXXII 11 tutta quanta cortesia, CL 8 tutto quanto il mondo, CLIV 7) sia come pronome (CXVIII 3 tutti quanti son gran rubatori, e 6, LVIII 2, CCXXXI 14, CLXIII 1 e 8, CXCII 6, CCXXVII 11 prenda tutto quanto in dono), di cui può considerarsi variante il costrutto relativo di CXVI 3 quanti noi siamo (" tutti quanti noi "), attestato soltanto nel Fiore.
Nel Detto, soltanto al v. 418 non ti pesi il cantare / quanto pesa un cantare.