quarto capitalismo
locuz. sost. m. – Espressione con la quale si fa riferimento al sistema delle imprese italiane di dimensione intermedia, convenzionalmente compresa tra 50 e 499 addetti, e quindi né grandi né piccole, che, a partire dalla seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso, hanno conseguito un notevole successo in termini di crescita delle esportazioni e di capacità competitiva sui mercati internazionali. Sono definite q. c. per distinguerle dal capitalismo originario (primo capitalismo), costituito dai grandi gruppi privati creati dalle famiglie che hanno dominato la fase iniziale del Novecento italiano. dal capitalismo pubblico (secondo capitalismo), nato all’inizio degli anni Trenta del 20° sec. con l’IRI (Istituto di ricostruzione industriale) ed entrato in pieno sviluppo nel secondo dopoguerra, nonché dal capitalismo dei distretti industriali (terzo capitalismo) caratterizzato da reti di imprese di piccole dimensioni, territorialmente circoscritte e specializzate in un particolare tipo di produzione. Il successo del q. c. è riconducibile alla capacità di combinare la flessibilità produttiva delle piccole imprese alla proiezione su scala internazionale delle grandi multinazionali (per tale ragione sono definite anche multinazionali tascabili). Pur rimanendo all’interno della tradizionale specializzazione produttiva del made in Italy (meccanica, moda, tessile), queste imprese hanno saputo conquistare delle posizioni di vantaggio competitivo in settori di nicchia grazie alla loro capacità di rispondere alle esigenze della domanda con un offerta profilata sulle preferenze dei singoli consumatori, nonché alla reputazione di elevata qualità di cui godono i loro prodotti sui mercati internazionali. Alcune di queste imprese hanno inoltre rafforzato la loro posizione sui mercati esteri arrivando a formare gruppi internazionali attraverso l’acquisizione di imprese estere, come per es. Tod’s, Luxottica, Brembo, Indesit group. Secondo i dati di Mediobanca, alla fine del primo decennio del 21° sec. si contavano in Italia oltre 4400 imprese di questo tipo, localizzate per la grande maggioranza nelle regioni dell’Italia settentrionale, con punte più elevate nell’asse Milano-Venezia. La loro rilevanza è stata valutata pari a circa un quarto della produzione manifatturiera nazionale e al 40-50% se si considera anche l’indotto costituito dalle imprese di piccole e piccolissime dimensioni (circa mezzo milione), organizzate prevalentemente in distretti produttivi o sistemi produttivi locali, che intrattengono rapporti di filiera con le imprese del quarto capitalismo.