QUATTRINO
. Ebbe la stessa origine del quarto, ma il nome gli derivò dall'essere multiplo del denaro, quattro denari, quatrenus poi quattrino; come frazione del soldo dovrebbe chiamarsi terzo. Questa piccola moneta creata sul finire del sec. XIII ebbe lunga durata fin quasi a tutto il sec. XIX. Adottata presso che da tutte le monetazioni italiane per la sua comodità, specialmente nei conteggi, fu da principio di mistura, ma poi, a poco a poco, divenne di solo rame. Sarebbe troppo lungo accennare alle varie misure di peso e di lega e alle varie forme assunte in questo lungo periodo nei diversi luoghi e anche alle denominazioni derivanti dalle autorità emittenti, dalle figurazioni e dalla qualità del metallo. Si trovano infatti ricordati quattrini bianchi e neri, papali, fiorentini, bolognesi, veneti, ecc., chiavani dalle chiavi pontificie decussate, de la Gonzaga dallo stemma vecchio gonzaghesco, della L di Lucca, del sole di Mantova, della cerqua (quercia) e del vaso di Urbino, e venne detto quattrino del pettine o pettinino anche il centesimo del primo regno italico di Napoleone I che aveva la corona a cinque punte. Molti anche i multipli: da 2, da 3, da 5, da 10, da 30, fino al fiorino da 100 quattrini creato nel granducato di Toscana nei primi anni del sec. XIX, quando al sistema duodecimale della divisione delle monete si sostituivano nuovi sistemi decimali anche non metrici che ebbero inizio con gli scudi da dieci paoli. La transizione dall'uno all'altro sistema viene segnata dal soldo da 3 quattrini (12 denari) che, a poco a poco, viene soppiantato da quello da 5 quattrini (20 denari), che apre la via al pezzo da 5 centesimi del sistema metrico decimale. Si ha memoria ancora della frazione del mezzo quattrino coniato nel ducato di Urbino.
Esso infine entrò nel linguaggio comune e vi si mantiene tuttora con doppio significato, di moneta in generale e anche di cosa di poco o nessun valore, significato questo che ebbe sanzione storica dall'arguzia fiorentina.
Bibl.: E. Martinori, La moneta, ecc., Roma 1915, s. v.