queer space
<ku̯ië spèis> locuz. sost. ingl., usata in it. masch. – Nell’accezione più comune, uno spazio caratterizzato dalla presenza cospicua e localmente rilevante di istituzioni (bar, librerie, negozi di abbigliamento, ecc.) gestite e orientate a servire una comunità di residenti e visitatori LGBT (Lesbian, Gay, Bisex, Transgender), chiaramente individuabile rispetto alla comunità circostante. In un’accezione più completa, l'espressione definisce le implicazioni esistenti tra lo spazio geograficamente e sociologicamente inteso e le pratiche performative della sessualità. Uno spazio queer identifica in primo luogo una collettività che si riconosce tale non nella specificazione della propria identità di genere e dei propri orientamenti sessuali, ma, in negativo, nella messa in discussione dell’ideologia eterosessuale e maschilista predominante che agisce sui luoghi producendo discriminazione. In questo senso, l’esistenza di un q. s. suppone l’acquisizione da parte della comunità di una specifica identità politica, o, più semplicemente, l’assunzione di comportamenti pubblici che contestino l’eteronormatività. Chiaramente, tali performances pubbliche sono modellate dalle convenzioni sociali e dal luogo in cui prendono vita, e agiscono sullo spazio pubblico a loro volta. Rientrano nella concezione di q. s. tanto lo spazio geografico determinato stabilmente nel tempo, quanto lo spazio temporaneo creato da singoli eventi e manifestazioni. Le pratiche di contestazione coinvolgono manifestazioni dimostrative pubbliche di protesta, di piacere e divertimento, ma anche una libera espressione della sessualità che mette in discussione la concezione stessa del genere come categoria definita, in quanto prodotto in primo luogo sociale, e sulla quale, perciò, si può socialmente intervenire. Nella la riflessione sulla fruizione dello spazio da parte della comunità LGBT viene introdotta fin dagli anni Settanta del secolo scorso, ma solo negli anni Novanta si avverte l’esigenza di orientarne approfonditamente gli studi verso i rapporti tra eteronormatività e differenza. Gli studi condotti sulla geografia delle comunità queer si sono concentrati, negli ultimi anni, sulla nascita di quartieri residenziali queer nelle maggiori città del mondo (Oxford street a Sydney, Church street a Toronto, Christopher street a New York, Castro street in San Francisco, Hillbrow a Johannesburg, Rue Sainte-Cathérine a Montréal, Marais a Parigi, Schöneberg a Berlino, ecc.), la cui creazione è resa possibile muovendo dall’appropriazione precedente di spazi del divertimento, e sulle potenzialità di guadagno economico del mercato LGBT – ancora poco esplorato e, perciò, altamente remunerativo – anche in termini di turismo internazionale.