Madonna, quel signor che voi portate
Stanza isolata di canzone (cobla esparsa), attribuita a D. solo in due codici del sec. XVI (ma di cui uno è il Vaticano 3214, " copia accurata di ben più lontano manoscritto "), pubblicata da L. Fiacchi negli Opuscoli scientifici e letterari (1812), poi dal Witte dal Carducci dal D'Ancona, e infine dal Barbi (" Marzocco " del 2 genn. 1910), che ne difese l'autenticità e opportunamente la incluse in un gruppo di liriche giovanili, di ispirazione ‛ cortese ' e d'umor leggiadro, con le ballate Per una ghirlandetta e Deh, Violetta, che in ombra d'Amore (ora in Rime LVII).
Il metro, simile a quello di Lo meo servente core, è di tipo arcaico: ABbA; BAaB; BCCdD; BDdeE, con uso di volte e di due sole rime nei piedi (l'insolita ripetizione nella sirima di rime della fronte e la presenza d'un settenario in ogni piede e di due in ogni volta, che parvero allo Zingarelli infirmare l'attribuzione a D., risultano ammesse anche in VE II XIII 4 e XII 6).
La stanza è " uno dei tanti approcci propiziatori, prescritti dal rituale erotico cavalleresco " (Mattalia), laboriosamente intessuto nella sua prima e più lunga parte di temi e stilemi provenzali e provenzaleggianti, più o meno filtrati attraverso la lirica siciliana e toscana del Duecento. Il tema di base, è ottimistico: Amore, ‛ principio ' (in senso scolastico) attivo, trae a sé tutta bontate: splendendo negli occhi della donna avrà quindi potere di renderla pietosa al combattuto poeta. L'insistenza delle rime in -ate e -anza e la frequenza dei nomi astratti usati in conversione: perifrastiche, del tipo amica di pietate o dona sicuranza, ha possanza, fa dimoranza, denunciano di per sé l'artificio. Ma nel finale (vv. 14-18) la lirica si schiude alla vaghezza allusiva e penetrante d'un tema più schietto, vicino a talune suggestioni cavalcantiane e stilnovistiche: quello del soave fiore, che giustifica l'apparentamento di Madonna, a cui la stanza è rivolta, con Fioretta e (o) Violetta delle ballate anzidette: siano esse, come i più credono, una o più ‛ donne dello schermo ' (Vn V 4, X 1), a tacere di altre identificazioni meno attendibili, o mere figure di fantasia come suggerì il D'Ancona. Qui i modi di scuola lasciano posto a " un respiro d'onda musicale " (Apollonio), in accordo e forse a preludio della ballata di Fioretta, dove tale respiro è tanto più articolato; le rime in -anza si esaltano nel giro melodico di una squisita rimembranza, che ‛ cerchia la mente ' di letizia: spunto poetico ricco d'avvenire.
Bibl. - M. Corti, Studi sulla sintassi della lingua poetica avanti lo stilnovo, in " Atti e Mem. Accad. La Colombaria " n.s., XVIII (1953) 263-365 (e specialm. pp. 333-340).