BERLINO, Questione di (App. III, 1, p. 226)
L'esistenza di B.-Ovest come città con ordinamenti politici ed economici di tipo occidentale, sotto protezione anglo-franco-americana e largamente integrata nella vita della RFG, era - ed è tuttora - basata su due condizioni fondamentali: da una parte, sulla presenza politica e militare degli SUA, del Regno Unito e della Francia nei settori occidentali, che ha il suo fondamento giuridico nello stesso diritto originario dell'occupatio bellica e nello status dell'ex capitale definito dal protocollo di Londra del 12 settembre 1944, col quale l'intera B. fu costituita come territorio sotto occupazione e amministrazione comune delle tre potenze SUA, Regno Unito, URSS, poi quattro con l'aggiunta della Francia), distinto dalle zone d'occupazione attribuite alle singole potenze; dall'altra, sulla crescente integrazione de facto di B.-Ovest nel sistema politico, giuridico ed economico della RFG, nel rispetto però del Viermächtestatus di B. e del principio (fatto valere dagli alleati occidentali a salvaguardia del fondamento giuridico della loro presenza e nell'interesse del loro sovrano controllo in questa zona di diretto confronto Est-Ovest) della non appartenenza di B.-Ovest come Land alla RFG. L'integrazione di B.-Est nella RDT si era compiuta, invece, senza incontrare praticamente alcuna riserva analoga. Tanto contro il Viermächtestatus e la presenza degli alleati occidentali in B.-Ovest, quanto contro la crescente integrazione di B.-Ovest nella RFG era diretta l'iniziativa con la quale l'URSS aprì la seconda crisi di B.: nella nota del 27 novembre 1958 il governo sovietico dichiarò unilateralmente decaduto il protocollo di Londra, propose la smilitarizzazione (o in alternativa l'occupazione con truppe ONU o delle quattro potenze) e la trasformazione in "entità politica autonoma e città libera" di B.-Ovest, minacciando di concludere un trattato di pace separata con la RDT e di trasferire a questa le sue competenze riguardanti B. e le vie d'accesso.
Nel corso spesso drammatico, con rischi di conflagrazione generale, della seconda crisi di B., gli SUA, la Gran Bretagna e la Francia rinsaldarono il comune impegno in difesa della posizione occidentale a B.- Ovest, garantita dall'inserimento nel sistema di dissuasione nucleare. Il presidente Kennedy precisò tale impegno con l'enunciazione dei tre essentials: presenza delle potenze occidentali, diritto di accesso, garanzia della sicurezza e libertà di B.-Ovest (25 luglio 1961). Fallito il tentativo d'imporre un mutamento radicale dello status di B. per avviare un graduale assorbimento di B.-Ovest nella RDT, l'URSS ripiegò sull'obiettivo minimo della separazione totale di B.-Est dai settori occidentali e dell'eliminazione di ogni influenza contraria al consolidamento della RDT (B. simbolo del carattere provvisorio dell'assetto della Germania, irradiazione del modello politico ed economico tedesco-occidentale, ecc.), in particolare sopprimendo il massiccio movimento di profughi: il 13 agosto 1961 il governo della RDT fece erigere un muro fra le due parti di B., completando materialmente la spaccatura dell'ex capitale (v. Germania, in questa App.). Finita la seconda crisi di B. nel momento in cui si apriva la crisi cubana (autunno 1962), l'URSS corresse il tiro e passò a contestare non più la presenza degli alleati occidentali, ma quella della RFG, riservando un ruolo primario alla RDT (dichiarazione su B. nel patto di amicizia e alleanza fra URSS e RDT, del giugno 1964; obbligo di passaporto e visto sulle vie d'accesso, stabilito dalla RDT nel giugno 1968).
Alla fine degli anni Sessanta, la questione di B. si presentava in questi termini: impossibilità, per l'URSS, di eliminare le tre potenze occidentali da B.-Ovest; disponibilità di quest'ultime ad accettare, anche formalmente, lo status quo in Europa e nell'ex capitale, riducendo il valore simbolico di B. per la questione tedesca; consolidamento della RDT in seguito al muro. In tale contesto fu possibile inserire la questione di B. nel quadro degli accordi dell'Ostpolitik, subordinando la ratifica dei trattati con l'URSS e con la Polonia e la convocazione della Conferenza sulla sicurezza e cooperazione in Europa, al raggiungimento di un'intesa su B.: all'accettazione dello status quo in Europa da parte occidentale avrebbe dovuto corrispondere, da parte sovietica, la rinuncia a valersi, riaprendo crisi a B., di quell'eccellente leva che è offerta dalla situazione geografica di B.-Ovest, distante 160 Km dalla RFG; e insieme l'URSS avrebbe dovuto piegarsi al doppio riconoscimento della presenza occidentale e dei legami con la RFG e a un atteggiamento conciliante riguardo alle vie d'accesso.
L'accordo su B., concluso il 3 settembre 1971 da SUA, Gran Bretagna, Francia e URSS, mentre prende atto dell'impossibilità di un'intesa sullo status giuridico di B. (intera città o solo settori occidentali oggetto dell'accordo?), ribadisce la validità degli accordi su B. intervenuti fra le quattro potenze durante e dopo la guerra. Inoltre, constatato che B.-Ovest non è una parte integrante della RFG, riconosce tuttavia i legami politici, economici, finanziari con la RFG, consentendone l'ulteriore sviluppo; con l'eccezione delle questioni riguardanti la sicurezza dello status della città, l'URSS accetta che B.-Ovest sia rappresentata in sede internazionale dalla RFG. Infine, tale accordo ripristina la possibilità, per gli abitanti di B.-Ovest, di recarsi nella RDT e a B.-Est (che era stata soppressa rispettivamente nel 1952 e nel 1961); regola, per la prima volta, il traffico civile di transito fra RFG e B.-Ovest, disponendo che esso si effettui "senza impedimenti" e che venga "facilitato" (questa parte venne completata da un accordo RFG-RDT del 17 dicembre 1971, e da un'intesa fra il senato berlinese e il governo RDT del 20 dicembre 1971).
L'accordo quadripartito del 1971 non costituisce una soluzione vera e propria della questione berlinese, bensì un modus vivendi atto a ridurne la pericolosità, ad aumentare la sicurezza e la vitalità di B.-Ovest e a produrre un certo numero d'importanti miglioramenti pratici. Nel do ut des complessivo degli Ostverträge la parte occidentale ha ottenuto soprattutto, nel settore della sua maggiore vulnerabilità geografico-militare e politica, il riconoscimento delle sue posizioni oggetto delle due grandi offensive 1948-49 e 1958-62. Come s'è già visto in occasione di alcune controversie riguardanti la rappresentanza internazionale di B.-Ovest da parte della RFG e lo sviluppo dei legami con quest'ultima, la vitalità di tale modus vivendi - e tanto più l'auspicata trasformazione di B. da Frontstadt e focolaio di crisi in luogo d'incontro coesistenziale - dipende sostanzialmente dall'evoluzione dei rapporti Est-Ovest.
Bibl.: J. E. Smith, The defense of Berlin, Baltimora 1963; K. L. Shell, Bedrohung und Bewährung, Colonia-Opladen 1965; H. W. Kuhn, C. F. Mettenheim, Dokumente zur Berlin-Frage 1944-1966, a cura di O. M. Gablentz, Monaco 18673; J. M. Schick, The Berlin crisis 1958-1962, Filadelfia 1971; Entwicklung der Berlin-Frage (1944-1971), a cura di F. Mattley, Berlino-New York 1972; D. Mahncke, Berlin im geteilten Deutschland, Monaco-Vienna 1973; R. M. Slusser, The Berlin crisis of 1961, Baltimora-Londra 1973.