meridionale, questione
Dibattito circa le ragioni che avrebbero determinato e aggravato la situazione di sottosviluppo economico e sociale del Mezzogiorno d’Italia.
Tra il 1873 e il 1876 P. Villari, L. Franchetti e S. Sonnino iniziarono un pubblico confronto sulle condizioni economiche e sociali delle regioni meridionali dell’Italia unificata, dando origine a quello che è stato definito il meridionalismo classico (➔ meridionalismo). Venivano denunciate le difficili condizioni dei contadini sfruttati e lo scarso spirito imprenditoriale nelle città, risalendo fino al mancato sviluppo della coscienza civile, i cui sintomi erano la corruzione endemica, il clientelismo e il parassitismo, nonché i ‘residui feudali’ e la presenza di una ‘industria della violenza’ in cui si rintracciavano le origini del fenomeno mafioso. Da allora si è sviluppata un’imponente letteratura in merito, che ha trovato terreno fertile nello scarso miglioramento dei problemi evidenziati dagli studiosi citati, nonostante i ripetuti interventi effettuati dallo Stato italiano.