settentrionale, questione
La questione s. fa riferimento a una condizione di presunto disagio delle regioni dell’Italia settentrionale nei confronti della politica seguita per decenni dal governo nazionale. Il tema affonda le sue radici già nell’Ottocento ed è legato alla discussione sui modi dell’ingresso dell’area lombarda nella più ampia compagine statale-nazionale. L’avversione per il centralismo è espressa in nome dell’autoamministrazione e della difesa degli interessi locali. La questione s. assume nuovo rilievo politico a partire dagli anni Novanta del 20° sec., nel quadro della crisi delle strutture politiche e culturali della Prima repubblica. I suoi fattori scatenanti sono il discredito dei partiti e il grave accentuarsi del divario tra Nord e Sud del Paese che, di fronte a un’opinione pubblica resa particolarmente sensibile ai fenomeni della corruzione nella vita politica, sembra dimostrare il fallimento delle iniziative e degli interventi a sostegno dello sviluppo meridionale. Questa tematica ha trovato notevole risonanza con la nascita del movimento politico della Lega Nord, ma ha suscitato attenzione anche in altri partiti sensibili alla richiesta di una certa autonomia, in partic. economica, del Nord. Al centro delle rivendicazioni, una maggiore indipendenza della cd. Padania dalle regioni centro-meridionali, accusate di essere un peso per la parte produttiva del Paese. La questione s. è stata spesso interpretata e agitata dalla Lega Nord con toni separatisti, esprimendo la protesta contro Roma e il centralismo; in questa prospettiva, il Sud è visto come una «zavorra», un’area di parassitismo descritta, dalle punte più estreme, con toni razzisti.