quetare (quietare)
Oltre ai due esempi della forma ereditaria ‛ chetare ', già citati sotto questa voce, e presenti in Cv II XIV 20 e in Detto 395, il verbo ricorre soltanto nella Commedia, con 16 frequenze (delle quali una sola nell'Inferno), e nel Convivio, con 6 frequenze.
Nel poema, è preferita la forma senza dittongo; la forma ‛ quietare ' s'incontra solamente nel Paradiso, ma il rilievo non vuole avere altro valore che statistico, in quanto sulla scelta dell'una o dell'altra variante hanno certamente influito ragioni metriche; e ragioni metriche avranno influito anche nel Convivio, dove la prosa ha ‛ quetare ' (2 occorrenze), mentre ‛ quietare ' si trova nel verso e, poi, in altri tre passi di prosa nei quali il verso stesso è citato, sicché si tratta, alla fine, di un'occorrenza sola, ripetuta, in contesti identici o di poco variati, altre tre volte. Da osservare che si quetava di Pg XIX 109, lezione della '21, diventa s'acquetava nell'ediz. Petrocchi, e se ne parla perciò sotto ‛ acquetare. '
Nella forma attiva, esprime l'idea di " fermare, dare posa al moto ", in Pg V 48 O anima... un poco il passo queta (dov'è da escludere l'accezione di " rallentare " per quello che è poi detto al v. 51 deh, perché vai? deh, perché non t'arresti?); in Pd XXVII 106 La natura del mondo, che quïeta / il mezzo e tutto l'altro intorno move, dove il significato di " tener fermo " è reso più evidente dalla contrapposizione del seguente move, e XXX 52 l'amor che queta questo cielo, l'amore divino, che muove gli altri cieli e " tiene immobile " questo, l'Empireo. Maggiore varietà di accezioni ha invece l'uso figurato, che significa ora " far cessare ", " dare pace a un sentimento, a un'affezione dell'animo " (Pg II 108 l'amoroso canto / che mi solea quetar tutte mie doglie), o a un desiderio (III 41 disïar vedeste sanza frutto / tai che sarebbe lor disio quetato, / ch'etternalmente è dato lor per lutto), a una volontà o alla volontà in assoluto (Pd III 70 la nostra volontà quïeta / virtù di carità, che fa volerne / sol quel ch'avemo, e d'altro non ci asseta); ora " mettere in pace ", facendo cessare uno stato di turbamento (Pd I 86 a quïetarmi l'animo commosso, / pria ch'io a dimandar, la bocca aprio) o appagando un desiderio, un'aspirazione (Cv IV Le dolci rime 58 Che [le ricchezze] siano vili appare ed imperfette, / ché, quantunque collette, / non posson quietar, ma dan più cura; esempio che si ripete come citazione, identica o variata, nel commento in prosa: XI 3, XII 1 e 5).
Nella forma pronominale indica cessazione dal moto fisico o da altra azione (in particolare, dal canto); Pd XII 25 Poi che 'l tripudio e l'altra festa grande, / sì del cantare e sì del fiammeggiarsi / luce con luce gaudïose e blande, / insieme a punto e a voler quetarsi...; XVIII 98 vidi scendere altre luci dove / era il colmo de l'emme, e lì quetarsi; XIX 100 si quetaro quei lucenti incendi / de lo Spirito Santo, gli spiriti ardenti di carità del cielo di Giove, disposti in figura di aquila, si fermarono dal roteare; XXV 131 l'infiammato giro / si quïetò con esso il dolce mischio / che si facea nel suon del trino spiro: la danza di quelle anime vivide di luce (gli apostoli Pietro, Iacopo e Giovanni) cessò insieme con il coro delle loro voci; senza pronome in XV 5 Benigna volontade ... / silenzio puose a quella dolce lira, / e fece quïetar le sante corde / che la destra del cielo allenta e tira, e XVIII 106 quïetata ciascuna in suo loco. Equivale a " calmarsi ", " cessare da da uno stato di turbamento, o di agitazione esterna ", in If XXXIII 164 Queta'mi allor per non farli più tristi, verso che riceve chiarimento da quelli che precedono (ambo le man per lo dolor mi morsi, ecc., parole anche queste del conte Ugolino); mentre " trovare appagamento ", " rimanere soddisfatto " è il significato in Cv III VI 7 ciascuna cosa massimamente desidera la sua perfezione, e in quella si queta ogni suo desiderio; IV IV 3 con ciò sia cosa che l'animo umano in terminata possessione di terra non si queti, ma sempre desideri gloria d'acquistare; Pg XVII 128 Ciascun confusamente un bene apprende / nel qual si queti l'animo, e disira, ogni uomo si forma un'idea vaga di un bene che possa appagare l'animo suo, e desidera di conseguirlo; così in Pd XXVIII 108 nel vero in che si queta ogne intelletto.