queto (quieto)
Mentre la forma ereditaria ‛ cheto ' (v.) compare con un unico esempio, e con particolare accezione, in Fiore CLXXIII 12, più riccamente esemplificate sono le due forme ‛ quieto ' (4 occorrenze nel Convivio, 3 nella Commedia, 1 nel Fiore) e ‛ queto ', meglio rappresentata (13 occorrenze, tutte nella Commedia).
Col significato di " fermo ", " immobile ", è riferito al cielo Empireo: Cv II III 9 quello divinissimo ciel quieto (cui segue immediatamente [§ 10] E quieto e pacifico è lo luogo di quella somma Deitade); XIII 7 sono due cieli sopra questi, mobili, e uno sopra tutti, quieto, e 8 al cielo quieto risponde la scienza divina; Pd I 122 La provedenza... / del suo lume fa 'l ciel sempre quïeto; con riferimento ad altre cose: Quinci fuor quete le lanose gote / al nocchier de la livida palude (If III 97), cessarono di muoversi in quanto egli cessò di parlare; Già era dritta in sù la fiamma e queta / per non dir più (XXVII 1: è la fiamma che avvolge Ulisse, la quale si muove e si ferma secondo che egli parli o taccia); Pensa, lettor, s'io mi maravigliava, / quando vedea la cosa in sé star queta, / e ne l'idolo suo si trasmutava (Pg XXXI 125: la cosa è il grifone, simbolo di Cristo, che, pur rimanendo fermo, sempre uguale a sé stesso, si trasmuta, nell'immagine che si riflette negli occhi di Beatrice, ora in figura di leone ora in quella di aquila); come saetta che nel segno / percuote pria che sia la corda queta (Pd V 92); come cerchi in tempra d'orïuoli / si giran sì, che 'l primo a chi pon mente / quïeto pare, e l'ultimo che voli (XXIV 15).
Detto dell'aria, ne indica non soltanto l'immobilità, ma anche l'assenza di turbamenti: If IV 150 mi mena il savio duca, / fuor de la queta, ne l'aura che trema, fuori del castello, dove l'aria non tremava né per i sospiri delle anime (" fuor della cheta, aura, perciò che ... niun tumulto, niun romore era in quel cerchio ", Boccaccio; " idest extra aerem vel auram quietam praedicti circuli ubi non est motus nec poena ", Benvenuto; cfr. IV 26-27) né per la bufera che travolge i lussuriosi; e Pg XIV 142 Già era l'aura d'ogne parte queta, perché gli spiriti invisibili avevano cessato di gridare (con sì gran fracasso, / che somigliò tonar, vv. 137-138) esempi d'invidia punita.
Riferito ad animali, ne indica, oltre a una relativa immobilità (Pg XIII 72 a tutti un fil di ferro i cigli fóra / e cusce sì, come a sparvier selvaggio / si fa però che queto non dimora), o la mansuetudine (III 84 ciò che fa la prima [pecorella], e l'altre fanno, / addossandosi a lei... / semplici e quete) o una modesta e tranquilla compostezza (II 126 li colombi adunati a la pastura, / queti, sanza mostrar l'usato orgoglio). Di persone, invece, accanto all'immobilità, indica l'atteggiamento silenzioso, con connotazioni varie (riverenza, pazienza, remissività): quale il mandrian... / lungo il pecuglio suo queto pernotta (Pg XXVII 83); volsimi al maestro; e quei fé segno / ch'i' stessi queto ed inchinassi ad esso (lf IX 87: Virgilio fa cenno a D. di chinarsi con riverenza al Messo divino senza parlare); Così ha quella vecchia sermonato. / Bellaccoglienza molto queta è stata / e molto volontier l'ha ascoltata (Fiore CXCIV 2), è rimasta pazientemente tacita ad ascoltarla.
" In pace ", " tranquillo ", " senza lotte e contrasti ", è il significato di q. in Pd XVI 134 ancor saria Borgo più quïeto / se di novi vicin fosser digiuni, se nuovi cittadini, i Buondelmonti, non fossero giunti dal contado.
Come aggettivo verbale, in funzione di participio, con il significato di " cessato ", nei due esempi di If I 19 Allor fu la paura un poco queta, e IV 82 Poi che la voce fu restata e queta, dove queta rinforza sinonimicamente il precedente restata (il Tommaseo tuttavia distingue: " cessata la voce, queto il suono di lei ").