FABIO Pittore, Quinto (Q. Fabius Pictor)
Il più antico degli annalisti romani, nato verso la metà del sec. III a. C.; nel 225 prese parte alla guerra gallica, e dopo la battaglia di Canne, già senatore, fu mandato a Delfi per interrogare l'oracolo e forse anche per sollecitare l'aiuto della lega etolica contro la minaccia della Macedonia. Scrisse in greco la sua opera, che andava dalle origini dei Romani, considerati come discendenti di Enea, sino, pare, alla fine della seconda guerra punica (il frammento più recente si riferisce alla battaglia del Trasimeno). Della sua opera si ebbe anche una tradizione latina.
Ispirandosi alle mire della politica filellenica di T. Quinzio Flaminino, F. volle ribadire il concetto dell'affinità di stirpe tra Greci e Romani, dimostrare la giustizia della condotta tenuta da questi e suscitare imponente impressione della loro potenza. Per i tempi più antichi F. attinse non soltanto a narrazioni storiche greche, ma anche a monumenti pubblici, a documenti famigliari e a carmi latini epici ed epico-lirici. L'esposizione relativa ai primi secoli della repubblica era più sommaria e lacunosa; quella della prima guerra punica diventava più diffusa, mettendo a profitto gli atti degli archivî e i ricordi dei vecchi, e quella della seconda era fatta come da contemporaneo. E per le due guerre puniche F. fu fonte importante per le notizie romane di Polibio; mentre per i tempi più antichi sono dubbî i suoi rapporti con Diodoro.
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