Scrittore greco (fine 2º o 3º sec. d. C.), autore di un poema epico Postomeriche (Τά μεϑ' ῎Ομηρον) in 14 canti, a noi giunto; da un passo del poema si deduce che forse era di Smirne. Fu detto Quinto Calabro perché Bessarione scoprì il codice del poema (ora perduto; ma ne restano apografi) presso Otranto (nell'antica "Calabria"). Il poema tratta di avvenimenti successivi a quelli narrati nell'Iliade, attingendo ai poemi ciclici Etiopide e Piccola Iliade quasi certamente per via indiretta, attraverso manuali di mitologia. Q. dimostra buona conoscenza dei poeti latini, in particolare di Virgilio. La narrazione è ordinata, i versi sono eleganti, ma l'ispirazione poetica è assente.